Il piano di Beko prevede di ridurre gli esuberi tra gli operai a Cassinetta. Ma restano i tagli agli impiegati

Al Ministero delle Imprese e del Made in Italy nuovo round di trattativa. Presentati i numeri del nuovo piano da 300milioni di investimenti. I sindacati: "Non basta, difficile arrivare a un accordo"

beko piano

Meno esuberi in Beko, in tutta Italia e anche a Cassinetta. È la prospettiva emersa dal confronto a Roma, al ministero, tra i vertici Beko, il governo e i sindacati.

Secondo l’ultima mediazione, si parlerebbe di 300 esuberi in tutta Italia, contro i duemila annunciati nel 2024, con impatto soprattutto sugli impiegati. Per quanto riguarda lo stabilimento in provincia di Varese, quello appunto di Cassinetta di Biandronno, gli esuberi potrebbero scendere a 350 lavoratori dai 540 preventivati. A Siena, fermo restando la decisione  di cessare la produzione entro fine anno, c’è la disponibilità a mantenere il contratto di affitto  dell’area e i rapporti di lavoro in essere fino alla fine del 2027, purché ci sia una disponibilità di ammortizzatori sociali con l’obiettivo di favorire un’operazione di reindustrializzazione. A Comunanza si sta valutando un piano alternativo alla chiusura con un livello produttivo economicamente sostenibile che i sindacati dei metalmeccanici verificheranno nel merito e nella concretezza al prossimo appuntamento. A Melano e a Carinaro si conferma il numero originario di esuberi, rispettivamente di 68 e 40.

Lo hanno comunicato i rappresentanti della multinazionale turca oggi pomeriggio, lunedì 10 febbraio, nel corso dell’ennesimo tavolo convocato al Mimit a Roma sulla vertenza che riguarda l’azienda attiva nel settore degli elettrodomestici.

Lo scorso 30 gennaio la multinazionale turca aveva dato alcuni segnali di apertura, annunciando che stava valutando un piano di investimenti di 300 milioni per l’Italia.
Al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, nella giornata di oggi lunedì 10 febbraio, l’azienda ha detto che l’obiettivo aziendale è quello di entrare nel vivo della discussione, in vista anche della direzione presa nello scorso incontro. Due sono i punti fondamentali richiamati dalla proprietà: da un lato che l’azienda continua ad accumulare perdite non sostenibili,  dall’altra «la disponibilità aziendale a rivedere il piano a patto che sia profittevole».

Massimiliano Nobis (Fim Cisl) dice che l’investimento su prodotti di cento milioni su ben sette siti produttivi sono pochi: «È necessario un impegno maggiore per rilanciare i siti italiani».
Ancora più netto Gianluca Ficco (Uilm): «È un piano che non mette al sicuro, è difficile raggiungere un accordo con questa premessa. Nel caso chiediamo che venga applicata la golden power con le sanzioni previste».

«Urso aveva suggerito un perimetro tra cui non chiusure di siti e ammodernamento impianti, a fronte di questo ci sarebbero risorse pubbliche» dice Barbara Tibaldi, della Fiom Cgil. «Quello presentato non è un piano industriale, ma un dimagrimento, che non rilancerà Beko in Italia».

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I trecento milioni sarebbero così ripartiti: cento sul prodotto nuovi prodotti, soprattuto sul caldo e alcuni sul freddo (con Cassinetta centro di sviluppo europeo del caldo); cento su innovazione di processo, cento su ricerca sviluppo e innovazione

Uno dei punti più problematici – lato produzione – è la produzione del freddo a Cassinetta: la multinazionale sarebbe disposta a ridurre gli esuberi, ma in totale rimarrebbero appunto ben 350. La riorganizzazione dei turni passerebbe da una ridefinizione della produzione che si attesterebbe intorno ai 500mila pezzi l’anno.
Poi gli esuberi tra gli impiegati. Nel comparto Ricerca e sviluppo ci sono 198 esuberi di cui la maggior parte a Cassinetta e Fabriano. Altri 98 esuberi sono previsti  nel settore commerciale, principalmente a Milano, in misura inferiore a Fabriano. Infine 19 esuberi nella divisione Medio Oriente e Africa e 363 nelle funzioni regionali. “Quindi nelle sezioni impiegatizie – precisa il sindacato dei metalmeccanici – siamo in presenza di 678 esuberi che anche se potrebbero diminuire  in conseguenza della revisione del piano industriale, rimarrebbero un numero insostenibile”.

La direzione di Beko ha dato la disponibilità ad affrontare gli esuberi anche attraverso percorsi di accompagnamento alla pensione.

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Pubblicato il 10 Febbraio 2025
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