La scrittrice varesina Barbara Fettuccia finalista del premio Arfelli 2025
Classe 1986, con il suo La memoria dei bachi da seta (Scatole Parlanti) è in finale alla terza edizione del premio letterario del comune in provincia di Forlì-Cesena in Emilia Romagna
Una varesina finalista di un premio letterario in Emilia Romagna. È Barbara Fettuccia, classe 1986, sposata e madre di due bambine, cresciuta tra Varese e Casciago e “cittadina del mondo”. Diplomata al liceo classico “Ernesto Cairoli” di Varese, ha frequentato la facoltà di Scienze politiche di Milano
Con “La memoria dei bachi da seta”, suo secondo lavoro dopo “Il paese della jacaranda” edito da Scatole Parlanti, è in finale al premio Arfelli 2025, giunto alla terza edizione.
La proclamazione del vincitore della rosa di sei finalisti selezionati si terrà a Bertinoro, comune in provincia di Forlì-Cesena in Emilia Romagna, il prossimo 2 marzo.
Con lei in finale ci saranno A regola d’arte di Andrea Ciresola (People), L’amore inutile di Gianfranco Di Fiore (Wojtek Edizioni), Figli di un unico blu di Cristina Lora (Ronzani Editore), Hortus Conclusus di Donato Novellini (NFC edizioni) e Nel rimorso che proveremo di Piero Malagoli (Edizioni Spartaco).
La memoria dei bachi di seta
Nina conosce Amelia durante una manifestazione a Sanremo. È il 1972 e quel giorno nella cittadina ligure si tiene un congresso di sessuologia intitolato Comportamenti devianti della sessualità umana. Fra le due ragazze nasce un sentimento che matura nel tempo, nonostante le difficoltà e i sensi di colpa che la società e l’educazione impongono loro. Nina, cresciuta in una modesta famiglia di pescatori pugliesi, arrivata a Bologna per frequentare l’università, si mantiene lavorando nel negozio di fiori di Fosca; Amelia, allevata da un padre bolognese fra i filari di vite e il profumo dell’erba, gestisce ora una tipografia di proprietà di un vecchio signore muto, del quale le giovani scopriranno un passato pieno di storia e sofferenza. Due vite tanto diverse, destinate a fondersi fra le pieghe dei giorni e la violenza di un mondo, di un’epoca, quella degli anni di piombo, che ha paura di accettare tutto ciò che sfugge alle regole della consuetudine.
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