Romeo, il gatto ucciso da due bassotti a passeggio senza guinzaglio
L’episodio si è verificato a Lavena Ponte Tresa e ricorda l’importanza del rispetto delle regole
I cani che fino ad un attimo prima erano lì e all’improvviso non si trovano più, la padrona che chiede aiuto a qualche residente e poi la triste scoperta: i due bassotti, che stavano passeggiando senza guinzaglio lungolago a Lavena, avevano inseguito un povero gatto residente in zona.
Poco da fare per il felino che, raggiunto dai due bassotti, non ha potuto fare molto per difendersi e ha avuto la peggio. Tanti i commenti sul gruppo locale “Sei di Lavena Ponte Tresa Se..” a margine dell’accaduto, soprattutto per ricordare l’importanza del rispetto delle regole, che sul tema parla chiaro: i cani vanno tenuti al guinzaglio, come ribadito dalle varie ordinanze ministeriali che si sono susseguite nel tempo a fronte, è il caso di ricordarlo, di un vuoto normativo sul tema. Esistono cioè ordinanze, sentenze, articoli del codice civile sul tema, ma non una legge specifica che vada a normare la questione. Ma il succo non cambia e l’opinione giuridica è chiara: i cani, se in pubblico, devono essere al guinzaglio e questo non dovrebbe essere più lungo di 1,5 metri.
I casi di cronaca non mancano di testimoniare quanti incidenti possano accorrere quando si sceglie di lasciar scorrazzare liberamente i propri cani, quale che sia la loro taglia o la loro indole. Solo di qualche mese fa la notizia che aveva rattristato Varese, quando a Velate due cani che giravano liberamente per il quartiere ne avevano ucciso un terzo sotto gli sguardi impotenti dei passanti.
Cagnolino ucciso a Velate, il testimone: “Ho provato a salvarlo ma non ho fatto in tempo”
E quello di sabato a Lavena Ponte Tresa pone proprio l’accento sulla fragilità delle giustificazioni che spesso i padroni dei cani lasciati liberi tendono ad addurre: “Il mio è bravissimo, non scappa, non ha mai fatto male a nessuno”. Tutti argomenti sicuramente validi, fino al minuto prima del verificarsi dell’incidente di cui poi i giornali devono raccontare e che dimenticano il punto di partenza: si parla di animali, per loro natura imprevedibili e soggetti a quell’istinto che può essere ingovernabile.
Diventa difficile spiegare ad un bassotto che, civicamente e secondo le regole di convivenza civile, non è appropriato inseguire un gatto. Perché la sua natura è quella di cane selezionato per “stanare” la preda nella tana e quindi – per quanto divenuto negli ultimi decenni un simpatico cane dalla forma buffa, più propenso al divano e alle coccole che non alle arti venatorie – resta incline allo “scatto” se si imbatte in un gatto o in altro animale selvatico che gli corra davanti.
Romeo ha avuto la peggio, le sue padrone lo compiangono con l’amarezza di sapere che sarebbero bastati un guinzaglio e un po’ di senso civico per averlo ancora con loro.
Cosa dice il Codice Civile in merito?
Art. 2052. (Danno cagionato da animali). Il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, e’ responsabile dei danni cagionati dall’animale, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito.
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