Otto indagati per l’incidente aereo del 2022 sul monte Legnone: perse la vita un collaudatore, l’M346 decollato da Venegono Inferiore
Le indagini, condotte dalla Procura di Lecco, hanno ricostruito la dinamica dello schianto e il percorso tecnico del velivolo. La chiusura delle indagini segna un passo decisivo nel procedimento giudiziario, lasciando aperta la possibilità di un futuro processo per accertare eventuali responsabilità

La Procura di Lecco ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini a otto persone nell’ambito dell’inchiesta sull’incidente aereo del 16 marzo 2022, quando un jet Aermacchi M-346 della Leonardo precipitò in provincia di Lecco, causando la morte del pilota collaudatore inglese Dave Ashley. Tra gli indagati figurano sette dirigenti di altrettante divisioni dell’azienda e il secondo pilota, Giampaolo Goattin, che nell’incidente rimase ferito. A confermare la chiusura delle indagini è stato il procuratore Ezio Domenico Basso.
Il tragico schianto sul monte Legnone
L’incidente avvenne attorno alle 11:40 del 16 marzo 2022 nei pressi del monte Legnone, nel comune di Pagnona (Lecco). Il jet da addestramento, un Aermacchi M-346 biposto, precipitò durante un volo di collaudo. Nell’impatto perse la vita il pilota Dave Ashley, proiettato contro la parete rocciosa dopo l’espulsione del sedile. L’altro pilota a bordo, Giampaolo Goattin, fu individuato su uno sperone di roccia e tratto in salvo dai soccorritori. Le operazioni di recupero furono complesse, data l’altitudine di circa 2.600 metri e la conformazione impervia del terreno. Sul posto intervennero due elicotteri sanitari del 118, partiti da Milano e dall’ospedale Sant’Anna di Como, oltre a carabinieri e soccorso alpino.
Indagini e responsabilità
Le indagini, condotte dalla Procura di Lecco, hanno ricostruito la dinamica dello schianto e il percorso tecnico del velivolo. La chiusura delle indagini segna un passo decisivo nel procedimento giudiziario, lasciando aperta la possibilità di un futuro processo per accertare eventuali responsabilità. Ora i tempi di legge prevedono venti giorni in cui gli imputati possono chiedere di essere sentiti dagli inquirenti, presentare memorie o esiti di indagini difensive che anticipano la fase in cui il pubblico ministero può chiedere il rinvio a giudizio.
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