Omicidio di Cairate. Andrea Bossi colto di sorpresa, colpito al volto con un pentolino e poi accoltellato
Prosegue il processo in Corte d'Assise a Busto Arsizio nei confronti dei due ventenni accusati di averlo ucciso. La ricostruzione del medico legale fa pensare ad un'azione coordinata di due soggetti

Andrea Bossi è stato colto di sorpresa: prima è stato colpito in faccia più volte con un pentolino e poi colpito al collo con un fendente che gli ha reciso una vena. La morte è sopraggiunta nel giro di 5-10 minuti per dissanguamento. La ricostruzione dell’uccisione del ragazzo di 27 anni, trovato senza vita in un lago di sangue dal padre la mattina del 27 gennaio 2024, è la diretta conseguenza delle parole del medico legale Tajana durante l’udienza di questa mattina, martedì, davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Busto Arsizio.
Gli imputati per omicidio volontario premeditato Douglas Carolo e Michele Caglioni (poco più che ventenni) hanno ascoltato senza battere ciglio la ricostruzione del medico e, prima ancora, del maresciallo Michela Ruggieri del nucleo investigativo dei Carabinieri di Varese che ha collocato impronte di scarpe compatibili con quelle dei due ragazzi attorno al corpo senza vita di Andrea Bossi e nelle due camere da letto (in una delle due c’è anche un’impronta dattiloscopica di Caglioni).
Le parole del medico legale, pur senza definire una dinamica precisa dell’evento, sembrano confermare l’ipotesi del pubblico ministero Francesca Parola e contraddire, soprattutto, la tesi dei legali di Michele Caglioni (Niccolò Vecchioni e Luigi Ferruccio Servi) che sostengono l’estraneità del proprio assistito alle fasi dell’omicidio: «La vittima non presenta segni di difesa di alcun tipo, probabilmente è stata colpita di sorpresa. Non posso dire se prima sia stato accoltellato e poi colpito al volto con una superficie piatta e regolare o viceversa ma è più che probabile che le due azioni siano state compiute in rapida successione».
Se il povero Andrea Bossi è stato colpito di sorpresa al volto, se ne deduce che non abbia visto il pentolino e il coltello nelle mani di chi lo ha colpito: appare quindi difficile pensare che possa essere stato solo uno dei due. Da escludere, inoltre, che le ferite al volto possano essere riconducibili solo alla caduta in posizione prona dopo la coltellata: «I colpi al volto sono stati più d’uno e quello ricevuto sbattendo sul pavimento non può essere il solo ad aver creato quel tipo di lesioni» – ha detto il medico legale.
I legali di Douglas Carolo (Vincenzo Sparaco e Gianmatteo Rona) hanno avuto conferma dal medico legale che l’arma del delitto fatta ritrovare a settembre dal loro assistito è compatibile con quella utilizzata per colpire al collo andrea Bossi, un coltello dell’Ikea simile a quelli che aveva in casa la vittima.
Toccante, intensa, dignitosa e composta la deposizione di Tino Bossi, padre del ragazzo ucciso che quella mattina entrò in casa per primo trovandosi davanti una scena che mai dimenticherà: «Mi si gelò il sangue». Tino, assistito dall’avvoc ato Davide Toscani, ha descritto suo figlio come una persona molto generosa, riservata nella sfera sentimentale anche se ne conosceva l’orientamento omosessuale, a cui piacevano i gioielli per via della sua frequentazione di una scuola da orafo ma ha anche tratteggiato il profilo della persona che lavorava sodo e che non eccedeva nelle spese voluttuarie: «Certamente andava in discoteca qualche volta anche se non nell’ultimo periodo. Insieme all’aiuto mio e della madre ha potuto acquistare la casa, ristrutturarla e ammobiliarla».
In tutto avevano speso sui 150 mila euro ma nei mesi precedenti al suo orribile assassinio il papà aveva notato alcune cose strane come la mancanza di circa 5 mila euro dal suo conto (prelevati e spesi in varie occasioni) e un’aggressione subita da un misterioso ragazzo che stava frequentando del quale poi rivelerà solo il nome (che è quello di Douglas): «Qualche settimana prima dell’omicidio avevo notato uno spazzolino non suo nel mobiletto del bagno. Poi quello spazzolino è sparito da casa mentre uno è stato trovato nei campi di fianco a casa sua nei giorni successivi alla sua morte»
La tesi della Procura, infatti, è che Andrea fosse innamorato di Douglas e proprio per questo tendeva a compiacerlo con regali e dazioni di danaro. Questo affetto, però, non sarebbe stato realmente corrisposto dal ventenne che invece approfittava di questa sua bontà fino al punto da aver architettato il piano insieme a Caglioni per torturarlo, farsi consegnare il pin della carta di credito e ucciderlo. Il processo proseguirà la prossima settimana con nuove testimonianze dell’accusa.
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