Una Commissione lavori pubblici “itinerante” nei cantieri di San Fermo: “Qui si costruisce la città del futuro”

Un sopralluogo nei tre cantieri a San Fermo raccontano la visione di rilancio urbano voluta dal Comune, con 40 milioni di euro di investimenti.

Nel cantiere del poli didattico - sportivo di San Fermo

La commissione consiliare Lavori Pubblici di Varese  ha lasciato simbolicamente le stanze del municipio per scendere nei cantieri, con una visita itinerante ai tre principali poli in costruzione nel quartiere di San Fermo: il nuovo polo per l’infanzia, il complesso scolastico Don Rimoldi e il polo sportivo. Un’occasione per fare il punto su una strategia urbanistica che vuole fare del quartiere un laboratorio di innovazione e coesione.

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Commissione lavori pubblici itinerante nel polo scolastico – sportivo di San Fermo 4 di 16

Il sindaco Galimberti: “La commissione esce da palazzo ed entra nella città”

A dare il tono all’iniziativa è stato il sindaco Davide Galimberti, che ha sottolineato il valore simbolico e pratico del sopralluogo: «La commissione esce da palazzo e entra nella città. Qui si vede. Tre interventi uniti da un progetto di rilancio urbanistico del quartiere».

Galimberti ha evidenziato come la scelta di concentrare in questa zona un investimento così significativo – 40 milioni di euro – sia tutt’altro che casuale: «Lo scopo è creare contaminazioni nel quartiere. Abbiamo già avviato tavoli con le associazioni qui operanti, ma anche con chi sta avviando iniziative economiche. Con il procedere dei cantieri sono certo che questo disegno si rafforzerà ulteriormente».

Il cronoprogramma prevede la conclusione dei lavori entro l’estate 2026, con l’apertura del polo Don Rimoldi e di quello per l’infanzia già nell’anno scolastico 2026/2027: a dettare i tempi sono i fondi PNRR, che prevedono, per la completa erogazione, la chiusura dei lavori per quell’anno.

«L’idea di un polo 0-14 anni è una volontà chiara dell’amministrazione di investire nella formazione di questa fascia. Siamo però aperti a nuove iniziative, come ad esempio percorsi scolastici legati alle attività sportive».

Civati: “San Fermo diventa un laboratorio urbano”

Per l’assessore ai lavori pubblici Andrea Civati, quella del polo scolastico-sportivo di San Fermo è un’operazione operazione straordinaria: «Credo non ci siano molti precedenti, anche in Italia, di una tale concentrazione di investimenti – ha infatti affermato – La nostra scelta è stata di dotare uno dei quartieri più popolosi della città di infrastrutture di eccellenza».

Tre infrastrutture che l’assessore definisce: «Uniche nel loro genere: un polo 0-6 anni, che prevede una logica di compenetrazione tra le varie età, normalmente divisa nelle due realtà dell’asilo nido e della scuola materna. E anche il complesso della Don Rimoldi è in una logica di continuità educativa, tra la primaria e la secondaria di primo grado, ed è progettato da architetti premiati dal  loro ordine nazionale per altri progetti educativi. Inoltre, la palestra di roccia risponde a una domanda proveniente dal nord Italia, non solo del circondario. Certo, potevamo scegliere altrove, ma qui ci sono condizioni urbanistiche particolarmente efficaci: alta densità abitativa, richiesta di strutture per giovani e sport. Inoltre, qui molte case sono Aler: mettere qui questo genere di strutture significa avviare una riqualificazione complessiva».

Per questo San Fermo, per Civati, può diventare un “nuovo laboratorio”: «Da qui potrebbe essere lanciato un grande ripensamento del territorio che va dall’abitativo al pubblico, e che farà parte del nuovo PGT, il Piano di Governo del Territorio. San Fermo come nuovo laboratorio urbano».

I progetti nel dettaglio: il polo dell’infanzia

Per il Polo per l’infanzia, ha parlato la RUP (Responsabile Unico del Progetto) Roberta Nuzzo, che ha spiegato come l’edificio ospiterà due funzioni, quella di asilo nido e quella di scuola materna, che saranno distribuite su due piani distinti, ma con possibilità di interazione tra i gruppi. Il progetto prevede la valorizzazione del giardino, che prevede pure l’orto e una mensa con cucina interna. Dal punto di vista energetico, si tratterà di un edificio ad alte prestazioni, con un impianto fotovoltaico da 75 kW e una stima dei consumi pari a 85 kW  “Praticamente a consumo zero”, con inoltre sistemi di accumulo e pompe di calore.

«Un altro aspetto positivo del Polo dell’Infanzia è che anche la parte degli spazi esterni è stata studiata come un giardino sensoriale – ha sottolineato la presidente della Commissione Maria Paola Cocchiere – All’interno del quale si troveranno delle piante per incrementare la biodiversità, delle piante da frutto ma anche una piccola area d’orto all’interno del quale ci saranno delle piccole vasche per attività  didattiche e ludiche».

Il polo Don Rimoldi

L’assessore Andrea Civati, nell’illustrare il polo della Don Rimoldi, ha sottolineato che «È stato pensato come un vero e proprio centro civico: unendo elementari e medie, ma soprattutto con l’idea di apertura al quartiere attraverso la biblioteca, degli spazi pubblici, anche una piazza – ha spiegato – Vuole rivoluzionare l’idea di scuola con recinzione, e aperta solo dalle 8 alle 13. Sarà un nuovo concetto di luogo pubblico».

La funzionaria comunale che si  occupa dei progetti PNRR Laura Menegaldo ha spiegato come le strutture saranno accessibili anche oltre l’orario scolastico: «L’edificio si sviluppa con quattro edifici che si accostano secondo un quadrato, dove due lati sono le scuole primaria e secondaria di primo grado, uno sarà la palestra e l’altro, quello verso l’esterno, sarà l’auditorium. Al centro degli edifici, che fanno da protezione per gli studenti, ci sarà un’agorà dove sarà possibile l’interazione tra i ragazzi. L’auditorium sarà destinato alle attività scolastiche, ma anche ad altro: è pensato per ospitare consigli di quartiere, feste e altri eventi».

«La Don Rimoldi è un elemento importante del progetto, perchè rappresenterà un punto di comunità – Ha sottolineato Cocchiere – Anche solo il fatto che sia all’interno di un parco che non sarà solo a uso scolastico ma anche pubblico permetterà di essere un punto di riferimento per l’intero quartiere».

Il polo sportivo

Il Responsabile Unico del progetto Alessandro Mora ha poi presentato il polo sportivo, che ospiterà una grande palestra di arrampicata, cinque campi da padel, un bar aperto alla comunità, un campo da calcio a 5 e un’area parkour, quest’ultime in aree gratuite.

Il fiore all’occhiello però sarà certamente la palestra di arrampicata sportiva, disciplina diventata olimpica con le recenti olimpiadi di Parigi: «Si tratta di una palestra unica, destinata a diventare riferimento per il nord Italia: ospiterà infatti anche una palestra di arrampicata speed, che nelle altre, rarissime, strutture già operative non esiste – spiega – La sua eccezionalità è stata rilevata anche da Salewa (Notissimo marchio internazionale di abbigliamento e accessori da Montagna, ndr) che la “adotterà” facendone il primo “Salewa Club” fuori da quello della sede centrale di Bolzano».

Oltre alla palestra di arrampicata, che ospiterà nell’edificio anche un bar che sarà disponibile al quartiere – e in particolare agli utenti del parco giochi, che sta proprio lì davanti – il complesso ospiterà dunque cinque campi di padel al coperto, una versione più piccola del campo da calcio preesistente che ora diventerà da calcetto a 5 in erba naturale, e anche una pista per gli allenamenti di parkour.

Il luogo, che sarà comunque recintato per garantire la sicurezza notturna, sarà aperto però alla cittadinanza durante il giorno: «Il luogo sarà recintato ma accessibile, così da relazionarsi con il quartiere come richiesto ai gestori dal comune» ha spiegato.  Sempre a favore del quartiere, e dei piccoli studenti che studieranno vicino a loro, sarà garantita anche un’offerta sportiva gratuita alle scuole primarie del territorio. Il complesso prevede infine un’area parcheggio.

Le domande dei consiglieri

A conclusione del “percorso” sono arrivate poi le domande dei membri della commissione: in particolare il consigliere di Varese Ideale Franco Formato ha sottolineato il valore della progettualità ma ha chiesto se fosse previsto un potenziamento del trasporto pubblico. Civati ha risposto: «Qui passa già la H, possiamo verificare un ulteriore potenziamento: anche se io spero tanto che gli studenti di elementari e medie vengano con il bus, ma temo non sarà così. Per questo molto lo fa anche la cultura: stiamo cercando con le insegnanti un metodo che possa promuovere una mobilità il più possibile dolce, come il pedibus, o altro».

Formato ha anche chiesto se vi fosse il rischio di sovradimensionamento in un contesto demografico in calo: «È un tema ineludibile – ha ammesso Civati – ma non dobbiamo rinunciare a questi poli. Piuttosto dobbiamo ripensare la rete scolastica, aggregando e dando spazi piu efficienti e riflettendo invece sulle strutture più vetuste».

Il consigliere della Lega Roberto Parravicini ha invece domandato se vi fosse reale domanda per la palestra di arrampicata, ammettendo di non avere una conoscenza specifica dello sport. Il funzionario ha confermato: «Innanzitutto, ci sono pochissime palestre simili nel Nord Italia: mi risultano due a Milano e una in Veneto. Nessuna però è paragonabile a questa, che diventerà a questo punto un polo attrattivo al di là della città di Varese. La richiesta di una adeguata palestra di roccia cittadina ci è arrivata in particolare dal CAI, che ha 2000 iscritti solo a Varese».

I pregi della commissione itinerante

A tirare le somme, alla fine della visita, è stata la presidente della commissione Maria Paola Cocchiere: «Penso sia in generale importante per tutti noi che lavoriamo in Consiglio Comunale vedere dal vivo i cantieri di cui parliamo e che fanno parte dei progetti della città. In particolare poter visitare queste tre macroaree è importantissimo, perchè daranno un nuovo volto alla città».

 

 

 

 

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 11 Aprile 2025
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