Lupo investito e ucciso sulla Varesina fra Cislago e Gorla Minore
È un esemplare maschio in dispersione: la polizia provinciale ittico venatoria ha inviato la carcassa all’Istituto zooprofilattico sperimentale di Binago

Giovane e forte, struttura muscolare potente. Era a caccia, ma è stato tradito dai fari di un’auto che lo ha investito, lasciandolo morto sul colpo a bordo strada, lungo la “Varesina bis” tra Cislago e Gorla Minore.
Un lupo – è ormai acclarato – è stato recuperato dagli agenti del Nucleo ittico venatorio della Polizia provinciale di Varese venerdì scorso: la morte del carnivoro risalirebbe a poche ore prima.
Sono stati i Carabinieri della Compagnia di Saronno a richiedere l’intervento del personale specializzato per il recupero della carcassa di questo predatore protetto, la cui presenza sul territorio è in continuo aumento.
Oltre alle fototrappole che ne avevano già documentato la presenza nel Parco Pineta – la grande area verde al confine fra le province di Varese e Como, in fascia pedemontana – la diffusione del lupo è confermata anche appena fuori dal Varesotto; a Nord, in Ticino, e a Ovest: solo una settimana fa era stata ritrovata un’altra carcassa, questa volta una femmina, nei pressi di Novara. Strade, ambienti fortemente antropizzati si alternano a polmoni verdi, boschi e oasi più o meno tranquille dove questi animali, in particolare i maschi in fase di “dispersione”, si muovono in cerca di cibo.
«Capita che percorrano molti chilometri e si imbattano in animali domestici, oppure si addentrino nella vegetazione più fitta per stanare la preda», spiegano gli esperti. E c’è da crederci: un maschio adulto di lupo può percorrere decine di chilometri al giorno grazie a due caratteristiche fondamentali: la resistenza fisica, che gli consente di coprire vaste aree anche correndo senza sosta, e la potenza del morso, capace di sprigionare una forza di circa 100 kg per centimetro quadrato. Una morsa letale, diretta alla gola della preda.
L’animale investito è stato trasportato all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Binago, dove sarà analizzato il suo patrimonio genetico. Il Dna estratto permetterà di risalire al ceppo di appartenenza, alla sua provenienza e alle esatte condizioni fisiche al momento della morte.
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