Due progetti per cambiare volto a Varese: il vertiporto e il sottopasso all’ex macello si presentano in consiglio comunale
Sono stati protagonisti dell'ultima commissione urbanistica: il prossimo passo è il passaggio in aula dell'11 giugno (immagine d'archivio)

Il prossimo passo è il consiglio comunale dell’11 giugno, che li vede come uno dei punti all’ordine del giorno.
Ma i due progetti che sono stati appena presentati in commissione urbanistica del Comune di Varese si candidano a trasformare un bel pezzo della città di Varese, e in particolare una l’area interessata dal piano e dal masterplan delle Stazioni: tra va Monte Santo, l’ex Macello e le Stazioni, quella che, dietro piazzale Kennedy e verso l’area di Belforte è punteggiata da aree industriali dismesse.
Due aree chiave e due progetti distinti, ma strettamente connessi: uno punta verso il cielo, con la costruzione di un già più volte annunciato vertiporto, l’altro guarda sotto terra, con la proposta di un nuovo sottopasso viario e ciclabile che ha come obiettivo chiudere i due passaggi a livello ancora esistenti in città. Entrambi sono stati al centro dell’ultima commissione urbanistica in vista del Consiglio comunale, che ha messo sul tavolo visioni e criticità di un cambiamento urbano ancora tutto da costruire.
UN VERTIPORTO NELL’AREA FS SUL TETTO DI UN PARCHEGGIO MULTIPIANO
Il primo progetto illustrato in commissione dall’assessore ai lavori pubblici Andrea Civati riguarda l’area delle Ferrovie dello Stato, attualmente occupata da un parcheggio a raso. Qui è stata avanzata l’ipotesi di un edificio multifunzionale capace di integrare mobilità, servizi e commercio.
La proposta prevede un incremento dell’indice edificatorio, che passerebbe da 0,9 a 2,25 metri cubi per metro quadro. L’edificio ospiterebbe un parcheggio multipiano e spazi destinati ad attività commerciali e alla ristorazione: il vertiporto verrebbe realizzato sulla piattaforma in copertura.
Una proposta ambiziosa, che ha però suscitato diverse riserve tra i commissari e gli esperti coinvolti:in particolare Franco Formato (Varese Ideale) ha sollecitato una «Riflessione politica, più che tecnica, sul vertiporto» mentre più netto è stato Eugenio De Amici (Fratelli d’Italia): «Non so quanto sia prioritario un aeroporto di droni, specie quando l’entrata in città si propone come una specie di Bronx». Civati ha però ricordato ai consiglieri che quello che viene discusso è un progetto urbanistico più che un’opera pubblica.

IL SOTTOPASSO: CHIUDERE I PASSAGGI A LIVELLO PER APRIRE LA CITTÀ
Il secondo progetto discusso in commissione riguarda un intervento infrastrutturale più tradizionale, ma con un potenziale impatto importante sulla mobilità urbana. Si tratta della realizzazione di un sottopasso veicolare e ciclabile, che da via Monte Santo raggiungerebbe la zona di largo Gigli. L’intervento ha tra i suoi principali obiettivi l’eliminazione dei passaggi a livello ancora presenti in quella zona, “Una scelta che Ferrovie Nord incoraggia fortemente” e che vedrebbe quindi degli alleati privati nella realizzazione della importante opera pubblica.

L’opera sfrutterebbe una parte dell’area dell’ex Macello per far passare il collegamento sotterraneo e includerebbe, dalla parte opposta, anche la realizzazione di una nuova rotatoria all’altezza dell’incrocio Monte Santo -Cimone – Bainsizza – Kennedy attualmente diviso da un piccolo ponticello ferroviario. Queste opere pubbliche, che nell’ipotesi dell’assessore potrebbero essere finanziate, tra l’altro, da fondi derivanti da opere compensatorie, prevedono anche la creazione di un percorso ciclabile che comprende, oltre l’area del sottopasso, anche il cimitero di Giubiano e la zona del Vivirolo, delineando un corridoio verde in grado di connettere il centro con la zona Belforte.
«L’opera – ha ricordato Civati – Non è ancora finanziata: il piano di progetto serve per poterlo candidare a fondi pubblici, oppure per definire i possibili oneri di urbanizzazione derivanti da futuri sviluppi edilizi nell’area. Perchè chiunque si interessi a investire in quelle zone si pone come prima domanda: “come ci si arriva?” è questa una soluzione importante e sostenibile».
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