È morto Brian Wilson, fondatore e mente dei Beach Boys

Aveva 82 anni. La sua musica ha segnato un'epoca e influenzato generazioni di artisti

generica

Si è spento, all’età di 82 anni, Brian Wilson, cofondatore e mente creativa dei Beach Boys, una delle band più iconiche della musica leggera.

La notizia della sua scomparsa è stata annunciata dalla famiglia attraverso i canali ufficiali dell’artista. 

Nato il 20 giugno 1942 a Inglewood, California, Wilson ha rivoluzionato la musica pop e rock. Diede vita ai Beach Boys nel 1961 insieme ai fratelli Carl e Dennis, al cugino Mike Love e all’amico Al Jardine, creando un suono unico in grado di definire l’epoca del surf californiano e, più in generale, del pop. Nel corso della vita, in particolare negli ultimi anni, Wilson aveva affrontato diversi problemi di salute. La sua ultima esibizione risale al 2023, in occasione dei Grammy Awards.

Tra i suoi brani indimenticabili si annoverano Good Vibrations, California Girls, Surfin’ USA e God Only Knows.

Quest’ultima canzone è contenuta in Pet Sounds del 1966. L’album, uno dei primissimi album di musica leggera ad andare al di là della mera concezione di raccolta di canzoni, è considerato non solo come il capolavoro compositivo di Wilson, ma universalmente come uno dei più grandi album di tutti i tempi. Rolling Stones lo ha posizionato al secondo posto nella celebre classifica dei 500 migliori album, con il grande merito di aver influenzato – grazie all’inconfondibile stile che rese le canzone dei Beach Boys delle piccole, ma ricchissime, sinfonie – artisti di generazioni diverse, da Paul McCartney dei Beatles ai lisergici Flaming Lips, il cui leader Wayne Coyne, in occasione del Brian Fest del 2015, si esibì a Los Angeles mostrando una speciale tuta recante la scritta We love you Brian.

In Italia, tra i diversi tributi artistici rivolti alla musica dei Beach Boys degno di nota è quello dei Verdena: con la (doppia) traccia Sorriso in Spiaggia all’interno del loro (doppio) disco WOW il trio bergamasco fa infatti un chiaro riferimento, espresso in musica con le sonorità e un passaggio al pianoforte alla Wind Chimes, al nome della band californiana e “all’incompiuto” SMiLE, il progetto ideato da Wilson come diretto seguito di Pet Sounds nella seconda metà degli anni Sessanta. Il naufragio e la cancellazione della «sinfonia adolescenziale a Dio» provocò una profonda crisi personale in Wilson, schiacciato dalle sue stesse ambizioni, da un personale senso di competizione nei confronti dei Beatles di Revolver e Sgt. Pepper’s e dalla grande pressione mediatica, che lo ha sempre considerato come un genio della musica. (SMiLE sarebbe stato pubblicato solo a inizio anni Duemila, con quasi 40 anni di ritardo rispetto all’inizio della sua composizione).

«God only knows what I’d be without you» cantavano i Beach Boys nella già menzionata e omonima traccia, riproposta anche da BBC Music in una speciale versione orchestrale e multiforme, che ha visto la partecipazione straordinaria di quasi trenta artisti di fama internazionale: da Dave Grohl dei Nirvana e Foo Fighters ad Elton John, passando per Harry Styles, Chris Martin dei Coldplay fino a Stevie Wonder, Lorde, Pharrell Williams e Brian May dei Queen.

Nel ricordare Wilson nel giorno della sua scomparsa, molti appassionati di musica e artisti potrebbero e vorrebbero leggermente modificare questo suo celebre ritornello, forse il più famoso dei Beach Boys, in «God only knows what we’d be without you». Perché Solo Dio sa cosa sarebbe stata stata la popular music senza Brian Wilson, anche se tutti siamo consapevoli che senza di lui sicuramente sarebbe stata più povera.

Così come più povera sarebbe stata l’estate, la stagione per eccellenza dei Beach Boys, la stagione in cui Brian Wilson è nato e ha lasciato il mondo.

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Pubblicato il 11 Giugno 2025
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