Fornaci di Caldè: tre giovani architette propongono un progetto per riqualificare l’area, “rendere il luogo sicuro e accogliente”
Dopo l’infortunio a tre ragazzini, il dibattito sul futuro del sito industriale dismesso di Castelveccana si riaccende
Dopo il recente crollo di una tettoia alle Fornaci di Caldè, che ha provocato il ferimento di tre ragazzi, torna d’attualità il destino di uno dei luoghi più affascinanti e controversi del Lago Maggiore. E mentre il sindaco ricorda che si tratta di un’area privata e pericolosa (sebbene vi sia un progetto di riqualificazione attualmente al palo), tre giovani architette propongono una visione alternativa, fatta di sicurezza, memoria e valorizzazione del paesaggio.
Adriana Acosta, Jessica Toriz e Sharen Delgado si sono laureate ad aprile al Politecnico di Milano in Architettura del Paesaggio, e proprio alle Fornaci hanno dedicato la loro tesi. «Conosciamo l’importanza e la storia di questo luogo – spiegano – e abbiamo immaginato un progetto che affronti i rischi naturali e al tempo stesso valorizzi il sito come porta d’accesso al Lago Maggiore».
L’obiettivo del loro lavoro è trasformare le Fornaci in uno spazio fruibile, sicuro e attrattivo per residenti e turisti, senza dimenticare la forte identità storica e ambientale dell’area.
Le tre progettiste, attualmente tra Milano e Piacenza, si rendono disponibili a presentare il progetto in dettaglio a enti o realtà interessate, con l’auspicio che una nuova fase di riflessione pubblica possa aprirsi anche grazie al loro contributo.
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