“Non è l’abito provocante ma una cultura prevaricante”: a Marchirolo in mostra i vestiti di donne vittime di violenza

Inaugurata negli spazi della biblioteca di via Dante dalla Fondazione Morandi l'allestimento che racconta 18 diverse storie di vittime, di violenza fisica ma anche psicologica

Diciotto vestiti. Normali abiti da donna. Sono appesi agli scaffali della biblioteca di Marchirolo in via Dante 17. Raccontano storie diverse ma tutte di violenza. Violenza fisica ma anche psicologica e, spesso culturale.

La Fondazione Felicita Morandi ha inaugurato questo pomeriggio, martedì 3 giugno, la mostra “Com’era vestita – Rispondono le sopravvissute alla violenza sessuale”, realizzata dal Centro Antiviolenza Cerchi d’Acqua.

Gli abiti sono vezzosi ma anche dimessi, austeri o briosi: «La donna vittima di violenza spesso, nel corso delle denunce e del processo, subisce altri traumi – spiega la presidente della Fondazione Morandi Giovanna Scienza –  Le si chiede sempre “Ma come eri vestita?”. È una domanda ricorrente, che fanno tutti, dal primo momento: dai sanitari,  alle forze dell’ordine e poi via via. Il come eri vestita sottintende spesso “non è che tu eri vestita in maniera provocante?”».

L’allestimento contiene un messaggio ben preciso: «Non è l’abbigliamento che provoca – spiega bene Giovanna Scienza – ma è la cultura. Non è come eri rivestita, ma proprio il modo in cui sei stata guardata e sei stata trattata».

mostra com'eri vestita a marchirolo

Su un bancone anche alcuni abiti da bambina, raccontano vicende tremende nella loro povertà culturale: “Vestiti bene per andare in tribunale, così il giudice penserà che sei una brava bambina” : la scritta è a lato di un bell’abitino blu, con fiocchetto in tinta, di quelli da cerimonia: « La mamma, dunque, pensa che quando la sua bimba ha subito violenza non era stata brava… I bambini vittime di violenza domestica hanno poca voce anche a livello istituzionale. Non ci sono progetti specifici per loro e, secondo noi, c’è ancora un sommerso enorme perché, anche da parte della famiglia, c’è imbarazzo a mettere  in piazza quanto è stato successo».

La mostra è aperta al pubblico e verrà visitata dalle scolaresche del territorio: « I casi di violenza domestica, qui descritti, e alcuni di questi abiti raccontano di donne che hanno subito violenza a livello familiare. Hanno sopportato a lungo imposizioni, restrizioni perché, di solito, la violenza arriva alla fine del percorso, all’apice della prevaricazione. Occorre far capire alle donne che devono rivolgersi alle realtà del territorio specializzate in materia, chiedere consulenze e ascolto di arrivare alla violenza agita, che non è mai né istantanea né fulminea».

Presente all’inaugurazione anche il sindaco di Marchirolo Emanuele Schipani che ha deciso di accogliere nello spazio comunale l’allestimento, per sensibilizzare la popolazione residente, e quella limitrofa, su un tema ancora difficile da affrontare e purtroppo drammatico nella sua quotidianità : « Questa mostra trasmette emozioni molto forti. Gli abiti hanno da raccontare una storia, una storia purtroppo non bella, di sofferenza, che deve assolutamente essere raccontata affinché non si ripetano mai più situazioni del genere. Questi abiti spiegano che lo stile di una donna non può mai giustificare un’aggressione o essere causa di violenza».

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 03 Giugno 2025
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