Il futuro del Varese tra stadio, società e risultati sportivi: “Lavoriamo per raggiungere gli obiettivi”
Amirante non farà più parte del cda biancorosso. Sul progetto nuovo stadio: "Sembra arenato ma non lo è, siamo in continuo contatto con l'amministrazione per servono i giusti tempi. Risultati e lavori sulle strutture devono andare avanti di pari passo"

È un’estate a fari spenti per il Varese Football Club. Terminata la stagione sportiva con un sesto posto che non può soddisfare, la società ha deciso di abbassare i toni, limitando al minimo – quasi a niente, anzi – la comunicazione. Dopo la conferenza stampa di presentazione del nuovo direttore sportivo Alessio Battaglino, datata 5 giugno (leggi qui), non ci sono state altri appuntamenti ufficiali da parte del club.
Nel primo pomeriggio di giovedì 10 luglio il silenzio è stato interrotto dalla conferenza stampa che ha visto protagonisti il patron Antonio Rosati e il presidente Paolo Girardi, che hanno fatto il punto sulla situazione societaria, sulle visioni future e su tutto quello che coinvolge il mondo biancorosso.
Ad aprire la conferenza è stato Girardi, che ha parlato della struttura societaria: «Ci ritroviamo a fare il punto della situazione, non tanto della passata stagione ma per guardare al futuro. Voltiamo pagina. Confermiamo che i soci rimangono gli stessi e ci sarà una variazione di organo amministrativo perché l’avvocato Stefano Amirante è in uscita dal Cda e lo ringraziamo di tutto il lavoro che ha svolto. Siamo sicuri che rimarrà un tifoso del Varese. I compiti verranno ripartiti tra i consiglieri e collaboratori: i rapporti con la Lega saranno delegati al segretario e per le infrastrutture la delega verrà data ad Antonio Rosati come naturale prosecuzione. Grazie al lavoro di Antonio, il Varese Football Club giocherà ancora al “Franco Ossola”. Il progetto va avanti, sappiamo bene quali sono gli obiettivi societari e sportivi da raggiungere».
La parola è passata poi ad Antonio Rosati: «Ringrazio anche io Amirante per il prezioso lavoro fatto per la rinascita del Varese. Rimarrà un grandissimo tifoso, il Cda passa da 5 a 4 membri ma potrebbe riallargarsi perché stiamo lavorando da tempo per catalizzare in società figure che possano nel medio e lungo periodo dare supporto al club per il nostro futuro. Sono contento di dire che la stagione ci vedrà protagonisti allo stadio, un lavoro che ho portato avanti personalmente con sindaco. L’impianto ha le sue pecche e anche solo fare la stagione calcistica non è così semplice. Abbiamo lavorato tutti per far sì che il Varese giocasse a casa sua, ci siamo riusciti e, sempre in sinergia con il comune, siamo contenti dell’obiettivo raggiunto. Giardiniere, agronomo e strutturista hanno tutti lavorato per guardare tutto il necessario per arrivare al traguardo e siamo felici, anche perché l’intento era questo».
LA SCORSA STAGIONE
«Abbiamo creato, a nostro parere, una squadra forte con un binomio affiatato – spiega Antonio Rosati – ma nel calcio non è mai facile vincere e nonostante gli sforzi fatti gli episodi durante l’anno possono farti scivolare dagli obiettivi prefissati. Non è stata una stagione fallimentare, ma non abbiamo gestito bene alcuni momenti, come nel momento dell’estromissione dell’Albenga. Là probabilmente non abbiamo retto il colpo e questo ha dato una sterzata alla stagione. Siamo convinti del lavoro che è stato fatto e dell’impostazione data, tanto è vero che nella scelta della guida tecnica abbiamo anche quest’anno optato per un binomio che aveva già lavorato assieme. Stiamo lavorando e siamo a buon punto. Da questo weekend inizieremo a dare comunicazione di quanto è stato fatto a livello di contrattualizzazione dei giocatori».
STADIO VECCHIO E NUOVO
«Fuori dal campo – prosegue il patron – abbiamo lavorato con l’amministrazione per la stagione ma anche con il progetto di ristrutturazione, che potrebbe sembrare arenato e invece non lo è. Lo stadio a ora è un problema, nessuno può nascondere che per fare calcio a buoni livelli servono le strutture. La società ha completato il centro sportivo, che ribadisco nessuno ha mai fatto prima a Varese e resta una cosa epocale. Ci stiamo lavorando, sono convinto che arriveremo a un dunque positivo, così come resto convinto che sia un’opera importantissima per la città. Sia i nostri partner, sia noi, sia l’amministrazione abbiamo l’intenzione di portare a termine questo progetto.

IN CERCA DI NUOVE RISORSE
Non entro nel merito dei soldi spesi, non possiamo però nascondere che servono risorse economiche. Ci stiamo muovendo per catalizzare intorno al Varese Fc delle forze sia per il progetto stadio, oltre al nostro partner Aurora, altre forze che si stanno sinergizzando in questa avventura. Altri partner stanno ragionando con noi per l’ascesa sportiva del club, che però deve andare a pari passo con le strutture. Non potrei giustificare, riguardo a questo progetto, di essere una meteora: raggiungere la Serie C e tornare subito indietro. Vorrei invece iniziare, con i tempi maturi, un’ascesa che sia duratura. Ma per riuscirci è imprescindibile che le due strade vadano avanti in maniera parallela.
RAPPORTI CON IL COMUNE
«Da parte di Palazzo Estense – spiega Rosati – c’è la rassicurazione della coscienza del problema attuale dello stadio e dell’opportunità della ristrutturazione. Ho iniziato a lavorare a quattro e più mani con sindaco e assessore. Scavallato il discorso stagione sportiva, ora credo che possa proseguire l’iter burocratico. Il “Franco Ossola” è un vecchietto di 90 anni. Un paio di anni può andare avanti ancora, ma nel si spera che nel giro di questo periodo possa avanzare l’altro progetto. Nella collaborazione con l’amministrazione, uno degli argomenti affrontati è stato il prato e hanno coinvolto dei tavoli tecnici facendosi parte attiva, mettendo anche dei budget aggiuntivi se necessario, per far sì che il manto sia in situazioni migliori di quest’anno.
LA VISIONE TECNICA
«Il Varese – conclude Rosati – non può permettersi di fare campionati anonimi e l’input che ha in mano la parte sportiva è che l’obiettivo è di far bene. Abbiamo questo obbligo, poi da fare benissimo a benino dipende anche da tanti fattori nel corso della stagione. Rispetto ai tanti addii nella squadra ci sono diversi fattori in campo. Il direttore dell’anno scorso ha deciso di portarsi dietro diversi giocatori e auguriamo loro un grande “in bocca al lupo”, altri volevano provare avventure differenti e anche il nuovo ds ha dato un impulso nuovo. Tutto questo ci porta a una squadra molto diversa. Per quanto mi riguarda, credo che sia giusto cambiare un po’ rispetto all’anno scorso: nonostante il budget alto il risultato sportivo non è stato soddisfacente. L’input che abbiamo voluto dare è stato quello della logica di vicinanza: puntando il compasso a Varese e facendo un raggio di 20 chilometri ci sono tante soluzioni a disposizioni. Quindi o c’è un forte rapporto con il direttore tale da giustificarne l’ingaggio, oppure puntiamo a giocatori che possono tranquillamente far rientro a casa dopo allenamento».
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