Il neonazista spagnolo che era al Remigration summit a Gallarate è stato arrestato per aver provocato una rivolta violenta
In una cittadina agricola della Murcia settimana scorsa ci sono stati tre giorni di scontri. La Guardia Civil ha fermato l'agitatore di "Deport them now", che aveva minacciato online anche i consiglieri comunali di Gallarate

La Guardia Civil, la polizia spagnola, ha arrestato vicino a Barcellona un uomo accusato di aver innescato una rivolta razzista a Torre Pacheco, una cittadina nella Murcia, nel Sud della Spagna.
L’uomo accusato sarebbe il gestore del gruppo Telegram “Deport Them Now Spain” (in inglese), che prende ispirazione da un più ampio movimento europeo che chiede l’espulsione di massa delle persone migranti.
Il 29enne dietro all’account “Deport Them Now” aveva partecipato al Remigration Summit, il raduno internazionale dell’ultradestra che si è tenuto a maggio a Gallarate, nella provincia di Varese. E in seguito aveva anche minacciato indirettamente i consiglieri comunali di Gallarate.
L’agitatore vive in una cittadina vicino a Barcellona ed è stato arrestato dalla Guardia Civil (il corpo militare con funzioni di polizia, analogo ai carabinieri): è accusato di incitamento all’odio e di aver spinto decine di persone a partecipare ad una rivolta violenta anti-immigrati.
A Torre Pacheco (che ha 40mila abitanti) il 30% della popolazione è straniera, con una forte presenza di cittadini marocchini: c’è qualche problema di convivenza e integrazione, ma contemporaneamente gli immigrati sono la forza lavoro che tiene in piedi l’agricoltura della zona.
La rivolta è partita dopo il pestaggio di un uomo di 68 anni, per ragioni non ben chiare: per l’episodio sono state arrestate tre persone di origine marocchina, un presunto aggressore e due fiancheggiatori.
Secondo la Guardia Civil la rivolta durata tre giorni e quattro notti è stata provocata e organizzata attraverso il canale Telegram “Deport them now” e avrebbe coinvolto persone venute da fuori, non residenti di Torre Pacheco, mobilitatisi online: all’interno della chat ci sarebbero elogi ad Adolf Hitler e inviti a dare «la caccia» agli stranieri.
È stato usato anche un video, poi rivelatosi falso, per influenzare le persone in modo truffaldino e suscitare sdegno (tra l’altro è stato rilanciato anche dal sindaco di Gallarate).
Negli scontri sono state arrestate tredici persone per violenze e devastazioni contro gli stranieri e le loro proprietà
Per i militari spagnoli appunto alle spalle ci sarebbe la regia consapevole dell’agitatore neonazista dietro il canale Deport Them Now, che in passato ha pubblicato anche un video – realizzato con l’intelligenza artificiale – che mostrava lo sterminio di massa, con l’uso del gas, di persone dall’aspetto nordafricano, mostrate in un campo di concentramento e mentre venivano costrette a mangiare maiale, evidentemente per umiliare persone di religione islamica.

L’agitatore dietro Deport Them Now aveva partecipato anche al Remigration Summit di Gallarate, dove si era fatto fotografare di spalle, per celare la propria identità (l’ha fatto solo una parte dei partecipanti, ad esempio usando anche ombrelli per evitare di mostrarsi in volto ai giornalisti).

In seguito il canale Deport Them Now su Instagram aveva appunto anche minacciato i consiglieri comunali di centrosinistra di Gallarate, accusati – per un’assurda proprietà transitiva – di ogni genere di reato compiuto dagli immigrati. Il video di minacce indirette era stato condiviso anche con un account italiano e i consiglieri avevano presentato denuncia alla Polizia.
Secondo Marcelino Madrigal, esperto di cybersicurezza e social network citato da Wired, la galassia di Deport Them Now, in Europa, avrebbe a disposizione 7mila account collegati per suscitare l’ostilità verso gli immigrati e una reazione di massa.
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