Il Piccolo Principe di Alessandro Preziosi a Varese: la responsabilità di essere adulti migliori per i bambini, soprattutto quelli di Gaza
Cinquecento persone per l’evento che ha chiuso ieri sera 24 luglio l'edizione 2025 di Tra Sacro e Sacro Monte. Nella basilica di San Vittore, anziché – come da tradizione – sulla Via Sacra, per precauzione contro il maltempo

Si può davvero cercare con il cuore quello che è invisibile agli occhi, l’essenziale? Si può, anzi si deve: questo ha trasmesso Alessandro Preziosi con la sua interpretazione de «Il Piccolo Principe: la Speranza e il Viaggio», un monologo intenso, che è stato seguito con grande concentrazione dal pubblico nella serata
conclusiva del festival «Tra Sacro e Sacro Monte».
L’evento si è svolto ieri sera 24 luglio nella basilica di San Vittore, anziché – come da tradizione – sulla Via Sacra, per precauzione contro il maltempo. Un’ottima chiusura per la sedicesima edizione da record, quasi sempre sold out, della rassegna ideata e diretta dal regista varesino Andrea Chiodi, che aveva già accolto Preziosi nel 2011 con le «Confessioni» di Sant’Agostino.
Cinquecento spettatori, un’ora e mezzo di attenzione totale per l’attore napoletano che, con semplicità, nessuna scenografia e una voce magnetica quanto i suoi occhi, ha saputo condurre il pubblico attraverso le grandi tematiche del capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry: il viaggio, l’infanzia, l’amicizia, l’amore, la
perdita. Il testo del «Piccolo Principe», un libro del 1943 che è tra i più letti al mondo, è stato adattato da Tommaso Mattei e restituito con ritmo, evitando i rischi della retorica.
La storia, famosissima, è incentrata sull’incontro tra un aviatore precipitato nel deserto e un misterioso bambino, il Piccolo Principe, arrivato da un altro pianeta e destinato a confrontarsi con diversi personaggi del mondo degli adulti, come il vanitoso e il proprietario delle stelle, ma anche con una volpe e un serpente. Preziosi l’ha raccontata cambiando tono e stile, trasformandosi con la sola voce.
Un pathos sempre crescente, favorito anche dagli interventi musicali originali del chitarrista Daniele Bonaviri. Nemmeno un allarme fastidioso, che è suonato per qualche minuto vicino alla basilica, ha distolto l’attenzione del pubblico, e anzi, spegnendosi proprio mentre l’attore stava “spegnendo un lampione”, ha
creato una gag involontaria: un sorriso fuori copione, un grande applauso, e Preziosi che ringrazia verso l’alto con le mani giunte.
Emozionante il finale, con l’«Hallelujah» di Leonard Cohen cantato da Preziosi e anche dal pubblico, «Un pubblico strepitoso», come ha sottolineato lo stesso attore.
Dopo gli applausi, Preziosi ha proposto una considerazione fuori copione: «Tornare bambini costa, certi ricordi per molti di noi non sono sempre così belli da rievocare, però allora questa è un’occasione per poter perdonare le persone che non ci hanno fatto essere bambini come volevamo ed essere oggi adulti migliori
verso i bambini che devono ancora nascere e crescere e diventare adulti». Come i bambini di Gaza, spiegherà dopo, a luci spente, rispondendo a qualche domanda tra un autografo e un selfie con le fan.
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