Da Venezia a Gallipoli, decolla il Giro d’Italia in idrovolante

Otto tappe in due settimane per la prima edizione, nell'anniversario dell'impresa del pioniere Francesco De Pinedo, che nel 1925 raggiunse l’Australia e il Giappone con l'idrovolante S.16bis Gennariello

gidro d'italia

È pronto a decollare dal suggestivo scalo del Nicelli di Venezia il 1° “Gidro d’Italia”,  il Giro d’Italia in idrovolante. (Foto di apertura: Giorgio Varisco)

Un evento unico che vedrà protagonisti dodici aerei anfibi, impegnati in un viaggio di 2.000 chilometri, suddivisi in 8 tappe e percorsi in 17 giorni, da Venezia fino a Gallipoli.

Un giro che riporta ai primi tempi dell’aviazione, quando il velivolo idrovolante era alla pari con gli aerei terrestri: il mezzo in grado di operare dall’acqua, in un’epoca in cui complesso era allestire le piste di decollo a terra, era adattissimo a un Paese come l’Italia, ricca di coste e laghi (meno di fiumi adatti, con la eccezione del Po). Da Venezia a Brindisi, da Torino a Olbia, dal Lago Trasimeno a Ostia, fioririno gli idroscali; a Milano – priva di fiumi – fu scavato da zero l’enorme bacino. Fitta era la rete tra le due sponde dell’Adriatico, con la compagnia Sisa che collegava Venezia, Trieste, l’Istria e la Dalmazia.

Oggi l’idrovolante è una nicchia nel mondo dell’aviazione e certamente in Italia, nonostante qualche esperimento recente di voli commerciali, ancora tra le due sponde dell’Afriatico. Ma resta un mezzo di grande fascino, ora celebrato dal “Gidro d’Italia”.

Il programma di “GiDro 2025” prevede la partenza venerdì 5 settembre dall’aeroporto Nicelli di Venezia con una sosta all’idroscalo storico Sant’Andrea dell’Isola delle Vignole. Gli idrovolanti raggiungeranno poi nell’ordine l’idrosuperficie “IdroCaproni” sul Lago d’Iseo a Marone (Brescia), l’idroscalo “Battellieri Colombo” sul fiume Ticino a Pavia, la rada antistante l’Hotel Airone e il piazzale del Museo della Linguella a Porto Ferraio sull’Isola d’Elba (Livorno), l’idroscalo storico di Vigna di Valle sul lago di Bracciano (Roma), l’area marina antistante alla
Rotonda Diaz sul lungomare Caracciolo di Napoli, i Laghi di Sibari a Cassano Ionio (Cosenza), l’idroscalo storico “Luigi Bologna” a Taranto, fino ad arrivare domenica 21 settembre sull’idrosuperficie dell’Ecoresort Le Sirenè di Gallipoli (Lecce).

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Illustrazione parte del manifesto del Gidro d’Italia

Il gruppo di idrovolanti sarà guidato dal capoformazione Graziano Mazzolari, esperto pilota cremonese e presidente della Scuola Italiana Volo.
«Il Gidro 2025 intende promuovere la bellezza del volo idro, celebrando la gloriosa tradizione italiana nel settore degli idrovolanti ad un secolo esatto dal raid aereo del pioniere Francesco De Pinedo, che nel 1925 raggiunse l’Australia e il Giappone con il piccolo idrovolante S.16bis Gennariello», ha dichiarato Orazio Frigino, presidente dell’Aviazione Marittima Italiana. «Un altro scopo di questo tour è di sensibilizzare le autorità nazionali e locali e il grande pubblico sui vantaggi e le potenzialità dell’idrovolante come mezzo di trasporto per un nuovo turismo intermodale e sostenibile, ma anche come strumento per il controllo e la tutela di aree costiere e parchi marini»..

Alla cerimonia di partenza, che vedrà la partecipazione di numerose autorità, sarà presente anche una delegazione della provincia di Varese, guidata dalla sestese Hangar Italy. La coincidenza con il centenario della già citata impresa di Francesco De Pinedo aggiunge valore all’iniziativa. Nel 1925, infatti, l’aviatore su idrovolante Siai S.16bis “Gennariello”partì da Sesto Calende, sul Lago Maggiore, in territorio che sarebbe stato di lì a poco della provincia di Varese.

Non a caso la provincia di Varese, conosciuta come “la provincia con le ali” e “terra dei laghi”, guarda con attenzione a questo appuntamento. L’auspicio è che già nell’edizione 2026, su cui gli organizzatori sono al lavoro, il territorio possa candidarsi come sede di una tappa.

Due i luoghi naturali per accogliere l’evento: Sesto Calende, culla della tradizione idrovolantistica con la storica SIAI Marchetti, che potrebbe valorizzare il Parco Europa riportandolo alle origini; Luino, già sede di seminari dedicati al volo anfibio e attiva sul fronte culturale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Settembre 2025
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