Donato dal Circolo della Bontà il giardino del “respiro” per i pazienti della terapia intensiva all’ospedale di Varese
Si tratta di un terrazzo attrezzato con piante, tavoli, poltrone e sedie destinati ai pazienti del reparto ad alta intensità di cura. Lo spazio intitolato a dante Trombetta il cui figlio ha commentato: “Mio padre sarebbe conteno"
La terapia intensiva è quel reparto di un ospedale dove la cura si fa più intensa perchè le condizioni sono critiche. È uno spazio ad alta intensità di assistenza, dove si perde il senso del tempo, giorno e notte diventano indistinguibili, dove la vita sembra sospesa. I pensieri così si fanno spesso cupi e il ritorno alla normalità distante.
Sul terrazzo esterno a questo reparto, delicato e complesso, è stato allestito un piccolo giardino: uno spazio attrezzato con pergolato, fioriere con piante aromatiche, tavoli, poltrone e sedie, ed è accessibile anche ai pazienti allettati tramite speciali barelle basculanti: « I nostri sono degenti che rimangono allettati per settimane e anche mesi – commenta il professor Luca Cabrini Direttore delle Terapie Intensive generale e neurochirurgica – Questo spazio all’aria aperta, dove poter anche incontrare i parenti e persino il proprio animale domestico, rappresenta un’occasione di normalità. La sensazione che la vita riprende lentamente. Io ringrazio il personale che si è messo a disposizione per aiutare questi degenti a uscire nel giardino. Non è semplice o immediato portarli fuori, è un’operazione che richiede molto tempo ma tutti si sono messi a disposizione».
Presente all’inaugurazione anche un folto gruppo di volontari di AVO che dallo scorso anno è presente anche nelle terapie intensive a portare sollievo e conforto.
Il Giardino del respiro è stato donato dalla Fondazione Il Circolo della Bontà il cui presidente Gianni Spartà ha ricordato le fasi del progetto ( il nome suggerito da Antonio Franzi e la bozza disegnata da Adriano Veronesi) poi realizzato dai ragazzi della cooperativa Pappaluga in uno circolo di bene completo: « L’ho voluto dedicare a Dante Trombetta la cui voce stentorea era un tratto inconfondibile della sua capacità di agire in modo concreto e immediato».
La figura, quella di Dante Trombetta, è stata ricordata anche dal figlio Stefano presente per svelare la targa: «Oggi mio padre sarebbe soddisfatto. E anche io sono contento che, dopo 45 anni, l’insegnamento di mio padre stia germogliando. Era un uomo che aveva a cuore l’ospedale, che credeva nella moralità e nell’etica dei suoi operatori che devono mettere avanti sempre il malato, soprattutto quello più indifeso e debole».
Alla cerimonia ha assistito anche il nuovo direttore generale dell’Asst Sette Laghi Mauro Moreno che ha ringraziato la Fondazione per il prezioso dono : « C’è un legame molto stretto tra questi ospedali e le comunità di riferimento. Non sempre è un bene, soprattutto quando occorre organizzare un’azienda complessa come la Sette Laghi e si è chiamati a volte centralizzare alcune cure e specializzare i presidi. Ma tanto affetto è sicuramente positivo e serve da sprone a tutti a lavorare sempre al meglio per la comunità che si affida».
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