La solidarietà come stile di vita: l’associazione Casa della Città Solidale si racconta a Radio Materia
Dal 2014 la Casa della Città Solidale di Tradate accoglie, ascolta e sostiene chi è in difficoltà, trasformando l’aiuto in un’occasione di rinascita e dignità. Con 106 soci, oltre 70 volontari attivi e 500 persone assistite ogni mese, l’associazione è oggi un punto di riferimento per l’intero territorio

Un piccolo sasso nello stagno che genera cerchi sempre più ampi. È questa l’immagine che Silvana Gallina da per raccontare lo spirito della Casa della Città Solidale, realtà di Tradate nata nel 2014 dall’iniziativa di quattordici volontari con il sostegno dell’amministrazione comunale di allora.
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A spiegare la filosofia dell’associazione è Silvana Gallina, consigliera e anima storica del gruppo: «Casa perché è un luogo di accoglienza, dove si può ricevere aiuto, ascolto e calore. Della città solidale perché vogliamo contagiare tutta la comunità con un modo diverso di affrontare i problemi: insieme».
Oggi l’associazione conta 106 soci, di cui 70 volontari attivi, e sostiene 160 nuclei familiari per un totale di circa 500 persone. Al centro delle attività c’è il market solidale, che fornisce generi alimentari e di prima necessità con un’attenzione particolare alla qualità e alla dignità: «Non li chiamiamo pacchi, ma “spese”. Chi riceve deve sentirsi cittadino come tutti gli altri, non un assistito», sottolinea Gallina.
Negli anni, la Casa della Città Solidale ha saputo costruire una rete solida di relazioni con scuole, cooperative e istituzioni, partecipando ai tavoli cittadini sulla povertà e l’inclusione sociale. Tra i progetti più significativi c’è quello che coinvolge volontari e utenti nella pulizia di aree degradate della città, dai sottopassi alle stazioni ai parcheggi.
«Le persone che partecipano si sentono utili, riprendono fiducia in sé stesse e intrecciano nuove relazioni», racconta Silvana.
Molti di coloro che un tempo hanno ricevuto aiuto oggi sono diventati soci o volontari. È il cosiddetto “welfare generativo”, un modello che mira a restituire dignità a chi riceve supporto, offrendo la possibilità di dare a propria volta qualcosa alla comunità.
Uno sguardo al fututo
La Casa della Città Solidale guarda al futuro con entusiasmo: sta lavorando all’accreditamento per il Servizio Civile, a un progetto con Nova Coop su cibo e sostenibilità e a un’iniziativa con Fondazione Cariplo sul recupero delle eccedenze alimentari. Tra i sogni nel cassetto: ampliare gli spazi per accogliere più famiglie, costruire una serra per l’orto solidale e organizzare periodicamente pasti caldi comunitari.
«Abbiamo visto persone piangere di gioia solo per aver condiviso una cena dopo anni di solitudine. È in quei momenti che capisci che la solidarietà può davvero cambiare le vite», conclude Silvana con un sorriso.
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