Armi e droga: l’inchiesta sulla band trap “167 Gang“ di Malnate che controllava lo spaccio nei boschi
Le indagini partite da un arresto di pusher nei boschi al confine con Vedano Olona che ha portato alla luce un grande giro di cocaina e hascisc. Undici le persone finite in manette. Sequestrati fucili e nove chili di droga
Musica “trap“, droga, armi da guerra: c’era la «167 Gang», gruppo musicale di Malnate, secondo la Procura di Varese, dietro lo spaccio nei boschi nei dintorni di Varese col frontman del gruppo Mattia Oliverio (a sinistra nella foto) e un altro componente, Maicol Traetta (nella foto a destra vittima di un caso di cronaca nera alcuni anni fa), finito in carcere martedì mattina insieme ad altri 10, per un totale di 19 misure cautelare chieste e ottenute dalla Pm Maria Claudia Contini.
Un’indagine che parte dalla grande operazione fatta scattare dall’Antidroga della squadra Mobile di Varese a metà febbraio: i tre arrestati armati di tutto punto con fucili a pompa e Kalashnikov bloccati, armi in pugno, dagli uomini della questura. Poteva passare come una “normale” postazione di spaccio. Ma c’era dell’altro.
In particolare le “ambientali” posizionate sull’auto di un sospettato italiano che riforniva servizi alla piazza di spaccio portavano dirette a Malnate alla sede della band trap. Grazie alle captazioni registrate all’interno dell’auto dell’italiano e a nuovi e serrati appostamenti effettuati nei pressi del locale «è emerso un vero e proprio stretto legame tra quest’ultimo e la citata band, con particolare riguardo al cantante, risultato inaspettatamente essere non solo a capo di un gruppo di giovani dediti allo spaccio di hashish e cocaina, ma anche il fornitore di parte delle armi sequestrate ai tre nordafricani arrestati», spiegano dalla questura.
Da qui emerge lo spaccato in mano agli inquirenti che hanno trovato difficile approfondire gli accertamenti di indagine: la band era ed è molto conosciuta e seguita in particolare tra i giovanissimi del posto, “fan“ sulle piattaforme social ma anche comparse nei video musicali – anche da milioni di visualizzazioni – girati proprio all’interno del quartiere.
L’indagine ha permesso comunque di intercettare consegne di cocaina e hashish in tutta la provincia, i cui trasporti venivano spesso affidati da affiliati alla band proprio all’italiano monitorato che con la propria auto li recapitava a destinazione. Nel corso dell’attività d’indagine, spiegano sempre dalla questura «è stato monitorato un tentativo di incendio a scopo estorsivo dei locali compiuto da un noto pregiudicato locale per motivi in parte legati a “contrasti” di carattere personale, incendio domato dai vigili del fuoco che in un primo momento aveva scatenato un tentativo di rappresaglia armata da parte della banda, la quale, invece, in un secondo momento si è trovata costretta a chiudere “la partita” con il pagamento di alcune migliaia di euro in favore del pregiudicato».

Nel corso delle perquisizioni eseguite questa mattina a carico degli indagati sono stati arrestati in flagranza di reato tre soggetti, due dei quali già destinatari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria mentre il terzo è un ulteriore componente della band trap coinvolta nell’operazione.Gli arrestati in flagranza sono stati trovati in possesso di droga e armi: in particolare, gli agenti della Mobile hanno sequestrato alcuni fucili e circa 9 chili di stupefacente, tra hashish e cocaina.
In manette anche un nome eccellente del sottobosco criminale varesino, Filadelfio Vasi, più volte al centro di processi per rapine a mano armata fra la provincia di Varese e la Svizzera, nome noto fra le frange più violente della tifoseria di estrema destra del Varese.
«L’indagine “Note stonate”», commentano dalla questura, «ha così portato alla luce uno spaccato del mondo rap/trap, già evidenziato in altre indagini a livello nazionale, dove alcuni gruppi musicali e/o singoli cantanti, nel comporre i propri testi basandoli su violenze di ogni tipo e/o inneggiando all’uso di droga e di armi, hanno di fatto trasbordato nella realtà tutto ciò, in spregio alle normali regole di vita e leggi dello stato».
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