In Italia aumentano le donazioni di organi ma il tempo medio di attesa per un trapianto è di tre anni
A Varese una serata dedicata alla cultura della donazione promossa da Soroptimist. Sono oltre 8mila i pazienti in lista, soprattutto per rene, fegato e cuore. La dottoressa Pierina Rizzo ha portato la voce di chi vive la terapia intensiva ogni giorno, tra dolore e speranza

In occasione della Giornata Nazionale del Dono e all’interno dell’obiettivo “Salute” promosso dal Soroptimist International d’Italia, il Club di Varese ha organizzato la serata “Il dono, una scelta che cura”. Un momento di riflessione e sensibilizzazione su un tema tanto delicato quanto vitale: la donazione di organi e tessuti.
Durante l’incontro, introdotto dalla presidente del club Paola Fantoni, sono intervenute la dottoressa Federica De Min, responsabile del Coordinamento ospedaliero donazione organi dell’Ospedale di Circolo di Varese, e la dottoressa Pierina Rizzo, dirigente medico del reparto di anestesia e rianimazione neurochirurgica e generale.
«Donare è scegliere di curare anche dopo la morte»
«Donare è un atto che nasce dalla generosità più pura, senza secondi fini, e che si fonda sul desiderio profondo che l’altro possa vivere, stare bene, essere felice» ha detto Pierina Rizzo nel corso della sua relazione dal titolo Il valore del dono. Un intervento sentito, con cui la dottoressa ha portato in sala l’esperienza diretta di chi, lavorando in terapia intensiva, si trova spesso al crocevia tra la fine della vita e l’inizio di un’altra, resa possibile grazie al trapianto.
La donazione, ha ricordato, può avvenire sia da vivente (rene, parte di fegato, midollo osseo, cordone ombelicale) sia dopo la morte, accertata con criteri encefalici o cardiaci. Gli organi che possono essere donati post mortem sono cuore, polmoni, fegato, reni, pancreas e intestino. Dai donatori possono inoltre essere prelevati tessuti come cornee, valvole cardiache, ossa, cute e vasi.
I numeri in Italia: si dona di più, ma l’attesa resta lunga
Secondo i dati più aggiornati del Centro Nazionale Trapianti, nel 2024 sono stati effettuati 4.642 trapianti, un numero in crescita rispetto all’anno precedente, con 1.730 donatori utilizzati (+3,8% rispetto al 2023) e 3.165 accertamenti di morte avviati per valutare l’idoneità alla donazione.
Il tasso di opposizione alla donazione è in calo, passato dal 30,3% del 2023 al 28,7% nel 2024, segno di una maggiore consapevolezza tra i cittadini. Ma i pazienti in lista d’attesa restano numerosi: al 31 dicembre 2024 erano 8.024, con un tempo medio di attesa di quasi 3 anni. Il bisogno più grande resta quello di reni, che coinvolge oltre il 70% delle richieste, seguito da fegato e cuore.

(Piera Rizzo a sinistra , Federica De Min al centro e Paola Fantoni presidente Soroptimist Varese)
I dati della Lombardia
La Lombardia si conferma come una delle regioni italiane con il maggior numero di trapianti effettuati, insieme a Veneto ed Emilia-Romagna.
L’attività dei centri lombardi, tra cui quello di Varese, ha contribuito a raggiungere i 4.642 trapianti totali effettuati in Italia nel 2024, di cui 2.367 trapianti di rene (2031 da donatore cadavere, 336 da vivente), oltre 1.000 trapianti di fegato, 413 trapianti di cuore, 174 di polmone e 35 di pancreas.
Dichiarare la propria volontà è un gesto di responsabilità
Uno dei messaggi centrali della serata organizzata da Soroptimist è stato l’importanza di manifestare in vita la propria volontà alla donazione, così da sollevare i familiari da una scelta difficile in un momento drammatico. La normativa italiana, fondata su principi di gratuità, libertà e anonimato, permette di registrare il consenso al momento del rilascio della carta d’identità, all’ASST, all’AIDO o semplicemente compilando un modulo autografo.
«Ognuno di noi può salvare delle vite – ha concluso la dottoressa Rizzo – e farlo con consapevolezza è un atto di profonda umanità. Donare è lasciare un segno, anche dopo la morte. È un modo per far continuare a vivere una parte di noi».
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