Milano mostra i muscoli, Varese i lati deboli: Openjobmetis travolta in casa
L'Olimpia ritrova muscoli e ritmi da Eurolega e schianta un'Openjobmetis troppo in difficoltà fin dalle prime battute della partita e di nuovo in crisi difensiva

La Primavera di Sassari spazzata via dai carri armati milanesi. Il derby 197 non ha storia, neppure per qualche minuto: l’Olimpia scottata dalle sconfitte recenti e in procinto di affrontare tre trasferte in una settimana si toglie di dosso ruggini e paure e travolge 61-94 un’Openjobmetis apparsa addirittura in soggezione davanti a tanto tonnellaggio. Un approccio troppo morbido, quello della squadra di Kastritis, che comincia timida e non si riprende più perché non riesce mai a cambiare ritmo e a dare continuità alle – poche – cose buone emerse qua e là lungo i 40′.
Il contrario di Milano, determinata fin da subito, capace di tirare con il 52% dall’arco (come fece Varese in Sardegna) e di distruggere i padroni di casa a rimbalzo con un pesantissimo 48-26. Numeri che già da solo incorniciano il match della Itelyum Arena, numeri che si aggiungono a quelli deficitari degli uomini di Kastritis che stavolta sparacchiano da lontano (8 su 34), lasciano lì diversi liberi e soprattutto si fanno fagocitare a livello di gioco, con poca corsa e troppe situazioni a difesa schierata. E poi, non è pensabile fare strada con una regia di nuovo disastrosa: Stefan Moody chiude con 0 su 8 al tiro (compreso errore da dopolavoro) e resta in campo appena 13′ perchè Kastritis, disperato, non lo propone più dopo l’ennesima cappellata risparmiandogli la gogna dei fischi.
E stavolta Varese non trova soluzioni neppure da Alviti, osservato speciale della difesa milanese che lo conosce a memoria: Dado non si accende mai, ammacca ferri e trascina giù la squadra che spesso gli mette la palla in mano. Con due titolari così, con Assui che fa il possibile, non bastano le prove degli altri biancorossi tra i quali il migliore è l’uomo ovunque Tazé Moore, salutato dall’applauso all’uscita dal parquet nonostante la sconfitta durissima.
Termina così una settimana positiva, nata dalla vittoria di Sassari: la OJM torna sulla terra – dura – della rincorsa salvezza e dovrà lavorare nei prossimi giorni per preparare a puntino la trasferta di Reggio Emilia. Sperando di riavere Renfro, determinante nei meccanismi difensivi, e di ritrovare il Moody visto quasi solo negli highlight delle scorse stagioni. Perché se quello vero è il play di oggi, c’è da farsi il segno della croce.
PALLA A DUE
Se Renfro è l’unica assenza, già certa in principio, per Varese, Ettore Messina manda a referto (e poi in campo) Lorenzo Brown e Shavon Shields che erano tra gli incerti alla vigilia. L’ala è anche in quintetto da “4” in uno schieramento con tre play-guardia, partono dalla panchina i due ex Mannion e Dunston (fischiato uno, applaudito l’altro). Kastritis va – per forza – con il quintetto di Sassari con Freeman in uscita dalla panchina.
LA PARTITA
Q1 – Chi si augura un risveglio di Moody si ricrede subito: errore in entrata e da 3, e così Milano imbuca subito il primo vantaggio (3-9) costringendo Kastritis al timeout. Il fatto è che Varese pare impaurita, fallisce liberi e triple aperte e solo in un paio di circostanze si riavvicina un po’. Alviti trova una tripla che resta isolata tra gli errori e solo tre liberi a tempo scaduto di Librizzi permettono di non scivolare oltre (17-28). Impressionante il 15-4 Olimpia a rimbalzo.
Q2 – Il copione non cambia nel secondo “set”: un minibreak varesino vale il -8 con un blitz di Moore e la prima tripla di Freeman, ma nelle cose buone la OJM non trova mai continuità. E quando concede spazio – troppo – a tiratori e penetratori milanesi, il divario torna ad allargarsi. A prendersi la scena è soprattutto Lorenzo Brown, pulito e incisivo (13 alla pausa) mentre Moody divora in modo incredibile un bell’assist di Nkamhoua. A ogni errore varesino corrisponde una mazzata e così, alla sirena, l’EA7 allunga a 18 il margine, 32-50.
Q3 – Altra fiammatina di Varese al rientro ma servirebbe essere cinici dopo un recupero, e invece i palloni rotolano via dalle mani o si fermano sui ferri ospiti. Moody si rovina definitivamente con due forzature da lontanissimo, inutili e comunque non a segno: Masnago rumoreggia, Milano ringrazia con Shields che qua e là dà un contributo e Bolmaro che si ritrova appeso al ferro. Anche Moore regala spettacolo ma non può cambiare il vento del match che alla mezz’ora dice 52-74.
Kastritīs: “Non ci hanno lasciato praticamente niente in questa partita”
IL FINALE
Se non è garbage time, poco ci manca: Milano non ha intenzione di tremarellare nell’ultimo quarto e consegna ad Armoni Brooks le chiavi dell’attacco. La guardia americana si esalta, trova conclusioni meravigliose e tiene lontanissima la Openjobmetis nella quale Alviti – coinvolto dai compagni – continua a non azzeccare un tiro. Nkamhoua e Moore danno qualche colpetto al punteggio, Freeman pure ma è tutto utile solo per le statistiche. Messina sorride, si toglie da una situazione non facile e riporta Varese alla dura realtà: tra le due lombarde, oggi, c’è una differenza gigantesca (61-94).
OPENJOBMETIS VARESE – EA7 ARMANI MILANO 61-94
(17-28, 32-50; 52-74)
VARESE: Moody (0-4, 0-4), Moore 12 (6-9, 0-3), Alviti 4 (0-2, 1-7), Assui 5 (1-3, 1-4), Nkamhoua 16 (5-8, 1-4); Villa, Librizzi 13 (0-2, 2-6), Ladurner, Freeman 11 (1-1, 3-6). Ne: Bergamin, Prato. All. Kastritis.
MILANO: Ellis 12 (6-8), Brown 13 (2-3, 3-6), Bolmaro 11 (2-6, 1-1), Shields 6 (0-1, 2-2), Booker 7 (1-3, 1-1); Mannion 9 (3-3, 0-1), Tonut 3 (1-3, 0-1), Brooks 20 (4-4, 4-8), Ricci 6 (0-2, 2-4), Flaccadori 2 (0-1), Diop 2 (1-1), Dunston 3 (1-2). All. Messina.
ARBITRI: Lanzarini, Bongiorni, Noce.
NOTE. Da 2: V 13-29, M 21-37. Da 3: V 8-34, M 13-25. Tl: V 11-17, M 13-18. Rimbalzi: V 26 (8 off., Nkamhoua 10), M 48 (13 off., Booker 11). Assist: V 16 (Moore 6), M 27 (Brown, Ellis 6). Perse: V 14 (Moore 4), M 17 (Brown 6). Recuperate: V 11 (Moore 5), M 9 (Ellis, Brooks 2). Usc. 5 falli: nessuno. Spettatori: 4.789.
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