Rimane in carcere Mattia Oliverio della 167Gang di Malnate
Il giudice ha ritenuto consistenti l’inquinamento probatorio e il pericolo di fuga per il trapper trentenne di Malnate
Resta in carcere Mattia Oliverio, il trapper trentenne arrestato su ordinanza di custodia cautelare una settimana fa nella grande inchiesta su droga e armi a Malnate, hinterland di Varese e Milanese.
Lo fa sapere il difensore del musicista, l’avvocato varesino Sandro Damiani, che contesta tuttavia la responsabilità penale del suo cliente: «tanta droga “parlata”, ma poco, pochissimo stupefacente trovato nella sua abitazione che peraltro è da impuntarsi all’uso di altri. E poi neppure un’arma è stata rinvenuta nell’appartamento di Oliverio», spiega il legale che aveva chiesto per il suo assistito la mitigazione della misura restrittiva dopo che l’arrestato si era già difeso davanti al giudice dicendosi estraneo ai fatti.
Gli agenti della squadra Mobile di Varese avevano bussato alla porta della dimora di Oliverio martedì scorso: nella casa milanese del rapper gli agenti avevano notificato nel cuore della notte l’esecuzione della misura cautelare a firma del gup Marcello Buffa, arresto chiesto dalla pm Claudia Maria Contini. Ad oggi Oliverio dunque rimane in carcere (considerato dagli inquirenti il rischio di inquinamento probatorio e di reiterazione del reato) mentre proseguono gli interrogatori degli altri arrestati e indagati: in tutto sono state 11 le custodie cautelari in carcere e otto gli obblighi di firma a cui si sono sommati altri tre arresti in flagranza di reato fra cui figura anche Maicol Traetta, altro componente della 167Gang.
L’accusa per gli indagati è a vario titolo di gestire un giro di spaccio soprattutto di cocaina e hascisc nel Varesotto e nel Milanese, oltre che rifornire anche di armi alcuni dei pusher marocchini che smerciano droga nei boschi. Non a caso l’indagine è partita dopo l’intervento dell’Antidroga di Varese, lo scorso inverno, dopo che fonti confidenziali avevano informato gli investigatori della presenza di una fiorente attività di spaccio nei boschi fra Malnate e Vedano Olona. L’attività di osservazione e controllo degli agenti della polizia di Stato ha permesso quindi di confermare le voci, verificando peraltro l’elevato spessore criminale del gruppo. In tutto erano tre pusher marocchini armati fino ai denti: nel corso dell’attività antidroga utilizzando doni e visori notturni, gli agenti sono riusciti ad arrestare i tre componenti del gruppo di spaccio, e a sequestrare un fucile da guerra Kalashnikov AK 47 e un fucile a pompa calibro 12.
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