Azzate celebra i suoi prodotti: arriva la Denominazione Comunale
La proposta divide: la maggioranza vede un'opportunità di attrattività turistica ed economica, la minoranza teme una chiusura rispetto agli strumenti di condivisione territoriale già avviati. Tra gli altri punti: aggiornato il Piano di Protezione Civile e approvata l'adesione alla Comunità Energetica Malpensa-Insubria
Valorizzare l’identità locale attraverso prodotti, tradizioni e attività artigianali: è questo l’obiettivo della Denominazione Comunale di Origine approvata ieri sera dal Consiglio Comunale di Azzate. Il punto, presentato dal vicesindaco Giacomo Tamborini e dall’assessore Antonio Triveri, ha ottenuto il via libera della maggioranza e della consigliera di minoranza Paola Bertaglia, mentre i consiglieri dell’opposizione Bernasconi e Barbarito si sono astenuti, sollevando perplessità sulla scelta di uno strumento “comunale” anziché territoriale.
Molti i punti all’ordine del giorno analizzati nel dettaglio nelle tre ore di consiglio, soprattutto per quanto riguarda le variazioni di bilancio. Tra i punti di interesse l’istituzione della Denominazione Comunale di Origine (De.Co.), presentata dal vicesindaco Giacomo Tamborini insieme all’assessore Triveri, che detiene le deleghe a commercio, attività produttive, marketing territoriale e promozione turistica.
«La De.Co. è uno strumento di valorizzazione nato alla fine degli anni ’90 per promuovere prodotti, saperi e pratiche artigiane legate al territorio – ha spiegato Tamborini- . Non si tratta di un marchio di qualità, ma di un riconoscimento pubblico che attesta il legame con la comunità locale, in questo caso con Azzate. L’obiettivo è mettere in luce ciò che caratterizza il paese, rafforzare l’identità locale e sostenere le produzioni e le attività che rappresentano la storia e la cultura della comunità».
La consigliera Paola Bertaglia ha chiesto quali fossero le ricadute previste dall’iniziativa. L’assessore Triveri ha risposto evidenziando due aspetti principali: quello commerciale ed economico e quello dell’attrattività territoriale. Ha sottolineato come l’iniziativa si inserisca in sinergia con altri due progetti fondamentali: l’Ecomuseo e la Fondazione Varese Welcome, a cui il Comune ha aderito. «Nel momento in cui ci saranno prodotti e proposte che meriteranno la qualifica di De.Co. di Azzate, saranno un motivo di attrattività in più per chi verrà a visitare l’ecomuseo, i percorsi dell’Ecomuseo, i nostri luoghi», ha spiegato Triveri.
Il consigliere di minoranza Gianmario Bernasconi ha espresso perplessità sull’iniziativa, pur riconoscendone la validità in altri contesti. Bernasconi ha sottolineato di apprezzare maggiormente strumenti di condivisione più ampia come l’ecomuseo e il distretto del commercio, che valorizzano un territorio più esteso: «Avrei apprezzato molto di più un lavoro di questa natura a livello di ecomuseo, cioè un lavoro coeso dei comuni che stanno faticosamente mettendo a terra un ragionamento di territorio», ha dichiarato, aggiungendo che uno strumento del genere avrebbe più senso se allargato ai comuni limitrofi, in coerenza con gli altri progetti territoriali già avviati.
È stato approvato anche il nuovo Piano di Protezione Civile, che dopo diversi anni aggiorna le modalità con cui il Comune interviene in caso di emergenze quali alluvioni, incendi, eventi meteo intensi e rischi industriali. Il documento individua i rischi del territorio, le procedure operative, le zone di sicurezza e il coordinamento tra uffici comunali, volontari e forze dell’ordine, e diventa così uno strumento importante per garantire una risposta tempestiva ed efficace.
Infine, il Comune ha deliberato l’adesione alla Comunità Energetica Malpensa-Insubria, promossa dalla Camera di Commercio. Si tratta di un progetto che permette di produrre, condividere e utilizzare energia rinnovabile tra cittadini, imprese ed enti pubblici, con l’obiettivo di ridurre i costi energetici, favorire la sostenibilità e incentivare la transizione ecologica del territorio.
Storia, paesaggio e cultura: le Piane Viscontee diventano un “ecomuseo”
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