Da Fagnano Olona alla Grande Mela: l’impresa di Alessandro Tronconi alla Maratona di New York
Il 33enne atleta oggi vive a Torino ma è originario del Varesotto e nella recente gara newyorkese ha concluso al 171° posto assoluto, 5° tra gli italiani. «Si corre in un'atmosfera fantastica, la gente di fa sentire una rockstar»
Nel lungo elenco dei varesotti capaci di portare a termine la Maratona di New York 2025, che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi, non compariva un nome particolarmente rilevante, quello di Alessandro Tronconi. Rilevante perché il suo piazzamento è stato clamoroso: 171° assoluto (quindi contando anche alcune decine di atleti professionisti tra uomini e donne) in un tempo di 2 ore, 33 minuti e 7 secondi con cui è risultato quinto tra gli italiani.
La sua assenza nel nostro elenco è presto spiegata: Alessandro (classe 1992) non risiede più nella “sua” Fagnano Olona perché si è trasferito a Torino, e nel capoluogo piemontese oltre al lavoro (è consulente per una organizzazione internazionale legata alle Nazioni Unite) ha trovato anche una “casa” sportiva, visto che si è tesserato con la società Base Running. Ma Tronconi, a tutti gli effetti, può essere annoverato tra i portacolori dei “sette laghi”, ed è ben contento di sottolineare le sue radici.
«Sono cresciuto a Fagnano Olona dove torno almeno una volta al mese per trovare i miei familiari e dove ho ancora molti amici – spiega a VareseNews – e la mia carriera sportiva è iniziata nell’Atletica Cairatese dove iniziai a gareggiare a 14 anni. Da allora non mi sono mai fermato anche se negli anni successivi alla laurea, pur allenandomi, avevo interrotto la partecipazione alle gare».
Tronconi è sempre stato uno specialista di mezzofondo e fondo su pista: «Ho alcuni buoni personali: 4.09 sui 1.500 metri e 15.37 sui 5mila e in passato mi sono tolto qualche soddisfazione entrando da cadetto nella rappresentativa regionale e facendo parte della rappresentativa della Scozia, mentre vivevo là, in una manifestazione internazionale. Negli ultimi tre anni quindi mi sono dedicato alla strada e da settembre in avanti ho centrato i miei primati personali come il 31.51 sulla 10 chilometri e l’1h09.23 nella mezza maratona».

Quella di New York è stata addirittura la prima esperienza sui 42 chilometri e 195 metri e per questo il piazzamento e il risultato cronometrico sono stati particolarmente buoni, anche considerando la difficoltà della maratona della Grande Mela, ricca di saliscendi e non certo la più indicata per chi cerca il primato personale. «La corsa è durissima: mi ero dato l’obiettivo di terminare in un tempo compreso tra le 2h30′ e le 2h35′ anche se il primo dato era francamente molto ottimista: ho chiuso in 2h33 che è nel mezzo e sono molto contento. Piuttosto non mi aspettavo di essere così avanti in classifica, 171° assoluto.
New York si è confermata un’esperienza emozionante al di là della parte agonistica: «Meravigliosa: ho passato tutto il tempo a “dare il cinque” ai ragazzini, c’è una partecipazione pazzesca e ogni atleta viene incitato a prescindere dalla posizione. La gente ti fa sentire una rockstar, tanto è il calore espresso dal pubblico. Poi per me era speciale anche per il fatto che mia moglie Alexa è originaria del New Jersey (si sono conosciuti a Parigi nel team di atletica dell’università ndr): era presente insieme alla sua famiglia, sono riuscito a salutarli a Manhattan, intorno al 27° o 28° chilometro ed è stato un altro momento molto bello».
Con il risultato nella Grande Mela, per Alessandro si aprono anche prospettive interessanti dal punto di vista agonistico. «Non ho ancora un programma futuro, però vorrei partecipare a una maratona in primavera scegliendone una “veloce”, per capire dove posso spingermi con i tempi. Magari parteciperò al campionato tricolore, visto che se dovessi riuscire ad abbassare un po’ il mio primato dovrei entrare nella lista dei primi 50 italiani. Ma comunque sia, il mio obiettivo resterà quello di misurarmi con me stesso, di migliorare i miei tempi e di divertirmi con il mio sport preferito».
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