“Mio padre vivo dopo il virus West Nile, grazie ai medici di Busto Arsizio che lo hanno salvato“
La testimonianza di due mesi di lotta contro la malattia: “Mio padre è potuto tornare a casa sano e salvo grazie al lavoro dei medici. Avrà certamente bisogno di un periodo di recupero fisico, ma è vivo e con noi»
La puntura, i malesseri con febbre alta e altri sintomi e poi la diagnosi: virus West Nile. E dopo mesi di cure finalmente la lenta guarigione.
Un fatto per il quale i famigliari di un paziente affetto dalla pericolosa febbre del Nilo occidentale intendono ringraziare l’équipe medica che ha salvato il loro caro, «dimesso l’altro ieri dall’Ospedale di Busto Arsizio dopo due mesi di ricovero per un’infezione da virus West Nile, contratta a seguito di una puntura di zanzara: desideriamo condividere con i vostri lettori l’esito positivo di questa difficile vicenda».
«Mio padre», scrive la figlia, «ha attraversato un periodo estremamente critico, rimanendo per oltre un mese in condizioni gravi a causa di una severa encefalite provocata dal virus. Nelle ultime due settimane, fortunatamente, ha recuperato lucidità mentale e, sebbene debilitato fisicamente, è tornato presente e vigile».
«Grazie all’eccezionale lavoro dell’intera équipe medica – prima del reparto di Medicina 1 e successivamente del reparto Malattie Infettive – mio padre è potuto tornare a casa sano e salvo. Avrà certamente bisogno di un periodo di recupero fisico, ma è vivo e con noi».
Punto da una zanzara è ricoverato all’ospedale di Busto per encefalite da West Nile
«Vi chiediamo cortesemente di pubblicare questa lettera come sentito ringraziamento a tutti i medici, infermieri, operatori sociosanitari e volontari che si sono presi cura di mio padre con straordinaria professionalità e umanità. In questi due mesi abbiamo potuto constatare personalmente la dedizione e la disponibilità con cui svolgono quotidianamente il loro prezioso lavoro. Possiamo solo esprimere la nostra più profonda gratitudine per quanto fatto per mio padre».
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