Eventi a Materia

Un viaggio nell’India sconosciuta tra lotta, spiritualità e diritti

A Materia una serata partecipata e intensa con Daniela Bezzi e Morgana Capasso: a Materia si è parlato di Jharkhand, delle comunità adivasi e di un'India lontana dagli stereotipi

Generico 10 Nov 2025

Un lungo applauso ha concluso la serata dal titolo “India sconosciuta”, ospitata nello spazio culturale Materia, la casa di VareseNews. Protagoniste della serata sono state Daniela Bezzi, giornalista e ricercatrice indipendente, e Morgana Capasso, antropologa e dottoranda, che hanno raccontato un’India ben distante dalle rotte turistiche e dagli stereotipi occidentali. Un’India fatta di foreste, spiritualità ancestrale e resistenza quotidiana, rappresentata dalle comunità adivasi dello Jharkhand, Stato dell’est del subcontinente poco conosciuto ma centrale nella riflessione contemporanea su sviluppo, diritti e ambiente.

A introdurre l’incontro è stata Ilaria Notari, giornalista di VareseNews, che ha accolto un pubblico numeroso e partecipe sottolineando il valore di Materia come luogo di formazione, informazione e incontro.

Il saluto delle foreste: “Johar!”

A rompere il ghiaccio è stato un saluto in lingua munda, “Johar”, pronunciato coralmente dalla sala: un suono che, come ha spiegato Daniela Bezzi, racchiude il benvenuto delle popolazioni indigene ma anche la forza della loro resistenza culturale e politica. Un saluto che arriva dalla “terra delle foreste”, significato stesso del termine Jharkhand, e che introduce una storia profonda, complessa e tuttora in divenire.

Generico 10 Nov 2025

Una terra contesa: lo Jharkhand tra ricchezza e spoliazione

Daniela Bezzi ha ripercorso il suo primo viaggio in Jharkhand a fine anni Novanta, quando il territorio era ancora parte del Bihar e non era ancora riconosciuto come stato autonomo. Mandata da un femminile di Repubblica per documentare le miniere fotografate da Sebastião Salgado, Bezzi si è trovata catapultata in un mondo segnato da sfruttamento, povertà e dignità.

«Le persone mi dicevano: dove ora c’è una miniera, prima c’erano i miei alberi di mango», ha raccontato. Da allora, il suo impegno nel documentare le condizioni di vita, le lotte per la terra e l’identità culturale delle comunità adivasi non si è mai interrotto. [lefot oid=1980073]

Una nuova forma di colonialismo

Morgana Capasso, arrivata in Jharkhand venticinque anni dopo, ha osservato gli effetti di uno sviluppo accelerato e profondamente diseguale. Le sue ricerche antropologiche, raccolte nella tesi “Jal Jungle Jamin” (Acqua, Foresta, Terra), hanno documentato come le rivendicazioni ambientali e territoriali siano inscindibili dalle identità culturali delle popolazioni indigene.

«Lo sviluppo promesso è spesso solo per pochi – ha spiegato – mentre le comunità locali subiscono espropri, repressioni e dislocamenti forzati. È un colonialismo interno che esiste da secoli, ma che oggi prende la forma di un estrattivismo aggressivo e militarizzato».

Le voci delle donne: leader e combattenti

Al centro della serata anche il ruolo delle donne. Bezzi e Capasso hanno ricordato figure di primo piano come Dayamani Barla, prima giornalista adivasi, e Jacinta Kerketta, poetessa e attivista la cui opera Brace è stata tradotta anche in Italia. Donne che, spesso emarginate o invisibili, sono invece al cuore delle lotte per la terra e la giustizia sociale.

Capasso ha raccontato l’esperienza di quattro donne di un villaggio, promotrici di cooperative e reti di mutuo aiuto per sostenere le famiglie che rifiutano di vendere le loro terre alle multinazionali. Una forma di resistenza economica, ma anche culturale.

Generico 10 Nov 2025

Tra spiritualità e modernità: l’India che non si vede

Le due relatrici hanno sottolineato come la spiritualità adivasi, legata agli elementi naturali e agli spiriti degli antenati, sia spesso ignorata dalla narrazione dominante indiana, centrata su un induismo egemone e mercificato. In Jharkhand, invece, si vive una spiritualità concreta, legata alla cura del territorio e al ciclo agricolo, in profonda antitesi con la spiritualità “da export” venduta come brand turistico.

Il ruolo dei gesuiti e della memoria

Un passaggio importante è stato dedicato al ruolo dei gesuiti, che in Jharkhand – al contrario di altre esperienze coloniali – si sono spesso schierati dalla parte delle comunità indigene. Tra questi, il padre gesuita Stan Swamy, morto in carcere per le sue battaglie a favore dei diritti adivasi, ricordato da entrambe le relatrici come figura di grande riferimento.

Una chiamata alla responsabilità

«Le comunità vogliono scuole, ospedali, diritti. Non sono contro lo sviluppo, sono contro questo sviluppo», ha sottolineato Capasso, rilanciando la necessità di ascoltare, raccontare e schierarsi. La serata si è chiusa con una riflessione collettiva sul punto di non ritorno ambientale e sociale già oltrepassato. Una consapevolezza amara, ma non priva di speranza.

Come ha ricordato Daniela Bezzi: «Informare e sensibilizzare si può. Sta a noi scegliere come farlo: nelle mostre, nei libri, nei viaggi. E anche con una cena, magari a base di piatti tradizionali indiani, per far entrare queste storie nel nostro quotidiano».

Generico 10 Nov 2025

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Novembre 2025
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