Al via a Varese la torre-ascensore di Morandini: arte e funzione in 15 metri di bianco e nero
Il cantiere aprirà nei primi mesi del 2026 nel giardino della Fondazione di via del Cairo. L'opera, alta 15 metri, sarà completata in tempo per gli 86 anni del maestro
La Fondazione Marcello Morandini sta per arricchirsi di una nuova opera destinata a diventare simbolo dell’inconfondibile linguaggio artistico del maestro varesino, e a rendere al contempo completamente accessibile la struttura di via del Cairo. È stato annunciato infatti l’avvio dei lavori per la torre-ascensore che sorgerà nel giardino della sede, un progetto che coniuga e funzionalità ed estetica, fedele alla ricerca artistica che da decenni caratterizza il lavoro di Morandini.
La struttura, alta 15 metri, si presenta come un “segno verticale di ordine e armonia”, nelle parole dello stesso artista. Il design rispecchia il caratteristico stile bianco e nero che ha reso celebre Morandini nel mondo, con linee geometriche che si infittiscono progressivamente verso l’alto, creando un effetto visivo dinamico e rigoroso al tempo stesso.
Cantiere al via nel 2026
I lavori prenderanno il via nei primi mesi del 2026 e si concluderanno entro maggio, in una coincidenza significativa: il completamento dell’opera è previsto per l’86° compleanno del maestro. La torre-ascensore non sarà solo un elemento architettonico, ma un vero e proprio percorso verticale che collegherà i diversi livelli della fondazione, permettendo ai visitatori di attraversare “piani e storie” in un’esperienza che unisce arte e architettura.
La torre si integrerà quindi nel percorso architettonico della fondazione, diventando parte integrante dell’esperienza museale e confermando la visione dell’artista secondo cui arte e vita quotidiana non devono essere separate.
Un progetto sostenuto dai collezionisti
Il finanziamento dell’opera è stato reso possibile grazie a una campagna di raccolta fondi che ha visto la partecipazione attiva di collezionisti e appassionati. Sono stati realizzati 99 multipli in scala, sculture di dimensioni ridotte che riproducono l’opera, insieme a due serigrafie e una scultura di 190 centimetri. A questi si aggiungono i contributi di due collezionisti tedeschi che hanno scelto di rimanere anonimi.
In segno di riconoscimento, i nomi di tutti i sostenitori saranno incisi nella cabina dell’ascensore, un modo per rendere permanente il legame tra l’opera e chi ha creduto nel progetto. Alcuni multipli rimangono ancora disponibili per chi volesse contribuire al completamento dei fondi necessari.
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