Fondazione Molina: una serata per chiudere 150 anni di storia, cura e comunità
Nell’evento che ha chiuso le celebrazioni dei 150 anni, ospiti, operatori, volontari e cittadini diventano una sola comunità: la storia di una Fondazione che continua a prendersi cura dei più fragili
Una serata di festa, memoria e gratitudine ha concluso il lungo percorso celebrativo dedicato ai 150 anni della Fondazione Molina, una delle istituzioni più significative e identitarie della città di Varese.
L’evento finale, ricco di interventi, testimonianze e momenti di emozione collettiva, ha rappresentato non solo la chiusura di un ciclo, ma soprattutto l’avvio simbolico di un nuovo cammino.
Un’apertura evocativa: il video degli eventi per i 150 anni
La serata a Villa Ponti si è aperta con un video suggestivo che ha ripercorso i principali eventi dell’anniversario e la lunga storia della Fondazione. Una colonna sonora insolita e sorprendente con un brano dei Creedence Clearwater Revival ha introdotto il pubblico in un’atmosfera leggera e festosa.
Una scelta musicale non casuale: «Perché è una bella musica – è stato ricordato – e perché ci accompagna simbolicamente attraverso i nostri 150 anni di vita e di cura».
Un anniversario raccontato attraverso quattro eventi
Il direttore Carlo Nicora, nella veste insolita di presentatore, ha ripercorso le tappe del ciclo celebrativo, iniziato il 20 settembre 2025 con un Open Day che ha aperto le porte del Molina alla città. Oltre 200 cittadini hanno visitato la struttura, molti per la prima volta, e all’uscita hanno espresso tre sensazioni ricorrenti: stupore, consapevolezza della complessità del lavoro quotidiano, e gratitudine.
Il 9 ottobre al Salone Estense si è tenuto un commovente incontro dedicato alla narrazione, con la presentazione del libro di poesie di una ospite della Fondazione, Nel pensiero mi perdo.
Il 20 ottobre, l’arcivescovo di Milano Mario Delpini ha trascorso un’intera giornata al Molina, incontrando ospiti e personale e lasciando un messaggio che è risuonato a lungo: «La speranza alimenta il nostro vivere, e qui al Molina la si percepisce ogni giorno».
Il 5 novembre, infine, il convegno universitario Da uno a tanti ha approfondito il tema del dono come segno che resta nel tempo, ricordando il ruolo fondamentale dei benefattori nella crescita della Fondazione.

Il valore delle persone e la centralità della cura
Il presidente della Fondazione, Michele Graglia, affiancato dai membri del Consiglio di Amministrazione, ha sottolineato come il Molina sia «una squadra» in cui ciascuno – dal vertice a ogni collaboratore – contribuisce al funzionamento quotidiano.
Un’immagine significativa è stata mostrata durante la serata: la frase di Antonio Conte “Il gruppo è tutto”, fotografata ad Appiano Gentile negli spogliatoi dell’Inter. Un motto che ben rappresenta lo spirito del Molina: una struttura dove la tecnologia supporta, ma la vera forza sono le persone.
Il presidente ha poi ripercorso la storia dell’ente attraverso le sue tappe fondamentali, a partire dalla prima donazione del 1837 di Don Giuseppe Veratti, passando per l’inaugurazione del ricovero nel 1875, il trasferimento in viale Borri nel 1915, la trasformazione in Casa di Riposo nel 1930, la nascita del primo CDA nel 1938, Nel 1958 l’istituzione assume il nome “Fratelli Molina”, grazie a una delle prime grandi donazioni: una vedova della famiglia Molina lascia 200 milioni di lire, pari oggi a circa 4 milioni di euro, offrendo alla struttura un impulso fondamentale allo sviluppo.
Una seconda data cruciale è il 1986, anno della straordinaria donazione Caravati: 30 miliardi di lire (circa 40 milioni di euro attualizzati). Un contributo eccezionale, che permette la creazione di nuovi padiglioni e l’ammodernamento complessivo della struttura.
Nel 2004 avviene la trasformazione istituzionale: la realtà diventa una fondazione di diritto privato no profit, segnando l’ingresso in una nuova fase di autonomia gestionale e progettuale.
Si arriva così al 2025, anno del 150° anniversario. Non un momento di rivoluzione strutturale, ma di rilancio e visione: l’obiettivo dichiarato è dare sempre più centralità al Molina nella vita cittadina, rendendolo un bene condiviso, sostenuto e riconosciuto da tutta la comunità varesina.
Il percorso celebrativo composto da quattro eventi è stato concepito proprio per rafforzare questo legame.
In conclusione, emerge con forza un messaggio: “il vero valore del Molina non sono gli edifici, né le attrezzature, ma le persone. Sono loro – operatori, volontari, ospiti, famiglie – a costituire il motore indispensabile di una realtà che da 150 anni continua a vivere, crescere e donare cura”.
Gli interventi delle istituzioni
Sul palco si sono alternati anche il sindaco di Varese Davide Galimberti, il presidente della Provincia Marco Magrini e i consiglieri regionali Samuele Astuti ed Emanuele Monti. Tutti hanno riconosciuto il ruolo strategico e umano del Molina, descrivendolo come «un pilastro sociale», «un simbolo della città», «un punto di riferimento per l’intero territorio lombardo».
Il sindaco ha annunciato l’arrivo del progetto esecutivo del nuovo Teatro Politeama, il cui recupero è reso possibile proprio da una storica donazione alla Fondazione.
Il Presidente della Provincia ha sottolineato l’importanza della formazione professionale per il futuro delle RSA, mentre i consiglieri regionali hanno ribadito come il Molina rappresenti una best practice da cui molte realtà lombarde possono trarre esempio.
È stata poi letta una lettera del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, che ha espresso «profonda gratitudine» alla Fondazione per il contributo alla comunità nel corso dei suoi 150 anni.
Poesia, riflessione e cura
La parte conclusiva della serata è stata affidata al professor Silvio Raffo, che ha guidato il pubblico in un viaggio poetico attraverso testi di Machado, Pessoa, Dickinson, Rilke e un suo scritto dedicato alla cura. Un momento intenso, capace di restituire con parole universali il senso profondo della missione del Molina: «Curare è offrire all’altro la mano necessaria a orientare al bene. L’accudito consente a chi accudisce il vanto di non vivere invano».
Ringraziamenti e un futuro da costruire insieme
Prima del saluto finale, è stato dato spazio ai ringraziamenti verso enti patrocinatori, associazioni, aziende e professionisti che hanno contribuito alla realizzazione del ciclo di eventi.
Dopo gli interventi è stato offerto uno spettacolo e la celebrazione delle anzianità di servizio del personale, a testimonianza del valore e della dedizione di chi contribuisce ogni giorno alla vita della Fondazione. La serata, conclusa tra applausi e commozione, ha lasciato un messaggio chiaro: il Molina è un’istituzione che vive grazie alle persone che lo animano e grazie all’amore della città che da 150 anni lo sostiene.
E come ricordato durante l’evento, il futuro è un cammino che si fa insieme, un progetto aperto “dei giovani e dei vecchi”, da costruire passo dopo passo, con la stessa dedizione che ha guidato la Fondazione fin dal primo giorno.
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