L’Ecomuseo delle Piane Viscontee diventa meta turistica: “Così valorizzeremo queste terre di mezzo”
Intervista a Emilio Aliverti, sindaco di Jerago con Orago, comune capofila dell'Ecomuseo, e Stefano Biondaro, coordinatore del progetto
Dopo anni di lavoro, studio e progettazione, l’Ecomuseo delle Piane Viscontee ha ricevuto oggi, martedì 2 dicembre, il riconoscimento ufficiale da Regione Lombardia, diventando il primo ecomuseo ufficialmente riconosciuto della provincia di Varese. Un risultato ancora più significativo considerando che quest’anno è stato l’unico progetto di questo tipo ad ottenere l’approvazione regionale.
Ne abbiamo parlato con Emilio Aliverti, sindaco di Jerago con Orago e capofila del progetto, e Stefano Biondaro, coordinatore dell’Ecomuseo delle Piane Viscontee.
Storia, paesaggio e cultura: le Piane Viscontee diventano un “ecomuseo”
“Il progetto è scaturito da una serie di elementi che fanno parte del vissuto di molti di noi”, spiega Stefano Biondaro. L’idea è nata dalla volontà di valorizzare quel territorio compreso tra il lago di Varese e il Parco del Ticino, storicamente rimasto ai margini delle grandi iniziative turistiche, ma ricco di caratteristiche uniche: colline, piane, castelli e scorci inaspettati”.
“Non parliamo di luoghi particolarmente specifici o di castelli famosi come destinazioni turistiche”, precisa Biondaro. “Parliamo di piane, di luoghi in cui si può andare a passeggiare, dove apparentemente non c’è nulla, ma dove in realtà esiste una grammatica del paesaggio costruita nel tempo: muretti a secco, filari di vigne, castagni e tradizioni locali che danno qualità a tutto il sistema”.
Nove comuni uniti per un obiettivo comune
L’ecomuseo è costituito come convenzione tra nove comuni: Besnate, Azzate, Casale Litta, Crosio della Valle, Brunello, Mornago, Sumirago e Jerago con Orago, quest’ultimo capofila del progetto. A breve si aggiungerà anche Bodio Lomnago.
“Non è stato complicato mettere insieme queste amministrazioni”, racconta Emilio Aliverti, sindaco di Jerago con Orago. “Sono tutti comuni già abituati a parlarsi e lavorare insieme. La vera sfida è stata farlo nascere in pieno Covid, tra il 2020 e il 2021. Ricordo che la prima firma della lettera di intenti, al castello di Jerago, vede i sindaci tutti schierati a debita distanza con la mascherina”.
Il Covid, però, si è rivelato anche un’opportunità: “Abbiamo osservato come in quel periodo i nostri concittadini giravano per il territorio, per i boschi e i sentieri, e terminata l’emergenza hanno continuato a farlo, molto più di prima”, aggiunge Aliverti. “L’ecomuseo cristallizza questa esperienza e la valorizza”.
Cosa significa essere un ecomuseo
L’Ecomuseo delle Piane Viscontee non è un museo tradizionale, ma una piattaforma che valorizza il territorio attraverso percorsi, segnaletica, totem informativi e iniziative culturali. Il simbolo scelto rappresenta l’identità del territorio: la merlatura ghibellina, la rosa camuna inghiottita dal biscione visconteo, il tricolore e la V dorata che richiama la provincia di Varese.
Grazie ai finanziamenti ricevuti dalla Provincia di Varese e dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto, sono stati realizzati oltre 100 chilometri di percorsi tracciati e segnalati secondo i criteri CAI, di cui 40 percorribili anche in mountain bike, insieme a totem informativi e un sito internet dedicato (ecomuseopianevisconte.eu).
Dal basso nascono le iniziative
“La cosa bella è che stanno nascendo dal basso tante iniziative”, sottolinea Aliverti con entusiasmo. “Sono già partite visite guidate lungo i percorsi per scoprire chiesette e bellezze locali, abbinate a degustazioni con agricoltori e apicoltori del territorio. Queste iniziative nascono da appassionati e guide specializzate che finalmente trovano una piattaforma per promuovere il territorio”.
Un altro strumento importante è il DE.CO (Denominazione Comunale di Origine), già istituito da Azzate e Jerago con Orago, che presto sarà adottato da tutti i comuni. “Non è solo un’etichetta”, precisa il sindaco, “è il modo di far avvicinare la tradizione e l’orgoglio locale al mercato, valorizzando non solo i prodotti agroalimentari ma anche un saper fare, una metodologia di lavoro, una ricetta o una festa tradizionale”.
I prossimi obiettivi
Il riconoscimento regionale non è un punto di arrivo ma di partenza. “Adesso vogliamo aumentare la produzione di materiale digitale: fotografie, filmati, narrazioni”, spiega Aliverti. “Vogliamo costruire un archivio delle storie che possiamo raccontare e creare spazi fisici dove chi vuole far vivere l’ecomuseo possa incontrarsi, proporre iniziative e condividere idee”.
L’obiettivo è ambizioso ma chiaro: fare sì che la cultura diventi anche economia, valorizzando un territorio che Aliverti definisce con una metafora “la terra di mezzo” – non le famose valli varesine, non il Sacromonte, non l’Alto Milanese industriale, ma un territorio con le sue piane, i suoi torrenti, il lago, i castelli storici e tanta natura. Importante sarà il coinvolgimento dei giovani, ha spiegato Aliverti: “Diverse iniziative già partite sono nate proprio da guide locali e appassionati del territorio”.
I consigli per i visitatori
Quale percorso scegliere per iniziare? Stefano Biondaro suggerisce l’itinerario che dalla Madonnina del lago di Varese passa al castello di Azzate, attraversa la piana di Vegonno e di Montonate per arrivare alla Lagozza di Besnate: “Si connettono più di tremila anni di storia in circa 12 chilometri e mezzo, abbastanza pianeggianti”.
Emilio Aliverti, ovviamente, consiglia il castello Visconteo di Jerago con Orago: “È una fortezza, ora residenza privata, meravigliosa. Quando è aperto per iniziative comunali, chi lo visita rimane a bocca aperta, sia in inverno che in primavera”.
Per informazioni e contatti: ecomuseopianevisconte.eu oppure Instagram @ecomuseopianevisconte
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