Natale in Fabbrica: LATI festeggia 80 anni tra memoria, musica e futuro
Un capannone della fabbrica di Vedano Olona si trasforma in spazio per una ricorrenza speciale che chiude i festeggiamenti dell'azienda guidata da Michela Conterno
È un’immagine insolita, quella che accoglie gli ospiti: un luogo solitamente dedicato alla produzione diventa una sala illuminata da luci calde, dove il suono delle arpe crea un’atmosfera sospesa, quasi fuori dal tempo. È qui che LATI ha scelto di chiudere un anno celebrativo importante, aprendo la fabbrica e trasformandola in un luogo di incontro, comunità e memoria condivisa.
Un piccolo palco e di fianco quattro arpe per l’intrattenimento con il quartetto di Tinere Harpa con Silvia Giovannini a condurre la serata con un ritmo frizzante. La serata si apre con un video che cattura subito l’attenzione. Non è un semplice racconto aziendale: è un viaggio emozionale attraverso ottant’anni di fotografie, volti, intuizioni e passi avanti. Le foto d’archivio – spesso in bianco e nero, talvolta fragili – vengono animate grazie alle tecnologie dell’intelligenza artificiale: non come effetto speciale, ma come gesto di cura verso la memoria. Non si tratta di un semplice restauro digitale: è un ponte tra passato e presente.
LATI sceglie così di guardare alla propria storia non con nostalgia, ma con gratitudine e consapevolezza. E di condividere questo sentimento con chi ha contribuito a costruirla.
L’intervento di Michela Conterno: il passato che guida il futuro
A prendere la parola è l’Amministratrice Delegata Michela Conterno, che porta sul palco un pensiero sincero, personale, ricco di visione. Michela Conterno riflette sul suo rapporto con il passato: da un lato preferisce guardare avanti perché «il futuro è la dimensione nella quale mi sento più a mio agio», dall’altro riconosce l’importanza di non perdere ciò che di buono esso contiene. Comprende quindi che «per sapere dove andare, devi sapere da dove vieni».
Per questo motivo i celebration days in LATI assumono valore: sono momenti per fare bilanci, riconoscere errori e successi, e come afferma, «sono senza dubbio un potente strumento di apprendimento» e un esercizio di gratitudine verso chi ha contribuito al cammino aziendale.
Il 2025 segna gli ottant’anni di LATI, un traguardo significativo anche perché è il primo anniversario celebrato dopo la pandemia COVID, occasione per «riscoprire la gioia di stare insieme». Questo compleanno è speciale anche per il legame tra la storia aziendale e quella del Paese: «mi piace sempre ricordare come la storia di LATI si accompagni alla rinascita del nostro Paese». È inoltre il primo anniversario che Michela vive pienamente come azionista di riferimento e amministratrice delegata, un evento che descrive come «mio» e che la emoziona profondamente.
Sottolinea infine l’eccezionalità del percorso familiare: LATI ha raggiunto la terza generazione, un risultato raro dato che «solo il 13% delle imprese con le sue caratteristiche riesce a raggiungere questo traguardo». La storia aziendale resta così strettamente intrecciata a quella della sua famiglia, a partire dal fondatore Cosimo fino ad arrivare alla sua stessa guida.
Il territorio sul palco: la voce di Confindustria Varese
A seguire, sono saliti sul palco Silvia Pagani e Luigi Galdabini, direttrice e presidente di Confindustria Varese. Il loro intervento porta l’attenzione sul ruolo che realtà come LATI ricoprono all’interno del tessuto economico varesino: imprese che crescono, innovano, creano competenze e fanno comunità.
Ripercorrono la collaborazione storica tra l’Associazione e l’azienda, sottolineando come il dialogo costante tra industria e territorio sia una leva di sviluppo condiviso. Un messaggio che risuona in un luogo simbolico come la fabbrica stessa, oggi trasformata in luogo di festa e di riconoscimento.

La Nostra Famiglia e LATI: un legame che crea futuro
Durante l’evento sono intervenuti Giovanni Barbesino e Stefania Segato de La Nostra Famiglia, realtà con cui l’azienda condivide valori e collaborazioni consolidate. Il loro racconto ha evidenziato una lunga storia di cura e responsabilità sociale.
Fondata nel 1946, La Nostra Famiglia oggi conta 28 sedi in sei regioni e si occupa di bambini e ragazzi con diverse disabilità: dai centri ambulatoriali agli ospedali pediatrico-riabilitativi, come quello di Bosisio Parini. “Ogni anno passano da noi circa 25.000 famiglie”, ha ricordato Barbesino, sottolineando anche il ruolo della ricerca scientifica con oltre 100 ricercatori impegnati nell’IRCCS dell’associazione. Fondamentale è la presa in carico delle famiglie, perché “una disabilità importante riscrive un po’ la storia della famiglia”.
Tra i progetti condivisi con LATI figura “80voglia di fare il bene”, che ha coinvolto i laboratori dell’associazione nella realizzazione di creazioni artigianali per celebrare l’importante anniversario. La direttrice della Formazione Professionale, Stefania Segato, ha mostrato alcuni lavori dei ragazzi dei corsi di operatore del legno e agricolo, spiegando che “diventano un regalo e un dono per voi”. Nei due centri vengono seguiti circa 85 giovani tra i 14 e i 19 anni, con l’obiettivo di sviluppare competenze professionali e autonomie di vita. “Il nostro obiettivo non è guarire, ma far raggiungere il massimo livello di autonomia e di competenze a ciascun ragazzo”.
Una collaborazione significativa riguarda proprio LATI: “Un ragazzo che ha svolto da voi il tirocinio curricolare sta per essere assunto”, ha raccontato Segato con soddisfazione. Il sostegno delle imprese permette di mantenere laboratori e attrezzature, puntando più sulla qualità che sulla quantità: “Non produciamo quantità, cerchiamo di produrre qualità”.
L’intervento si è chiuso con un ringraziamento sincero verso LATI, “che per l’ennesima volta dimostra attenzione verso di noi”.

Musica, immagini e un dono speciale
Nella parte finale dell’evento, mentre le arpe del quartetto Tinere Harpa proseguono a dare ritmo alla serata, gli ospiti vengono invitati a un momento particolarmente significativo: la presentazione del libro dedicato agli 80 anni di LATI. Sul maxischermo scorrono le immagini dell’artista Nicola Vinci, autoriali e intense, accompagnate da una selezione delle fotografie d’archivio presenti nel volume — un libro di Cesare Alemanni, realizzato con il supporto di Studio Chiesa — che per l’occasione viene donato a tutti i presenti. Le fotografie, animate e valorizzate attraverso il lavoro curatoriale svolto per il progetto editoriale, scorrono sugli schermi come un mosaico di memorie che abbraccia passato e presente, creando un ulteriore ponte visivo con il video di apertura.

A chiudere la serata è di nuovo Michela Conterno, che si rivolge al pubblico con parole semplici e piene di gratitudine, lasciando un’ultima nota emozionale:
“Grazie per aver reso questo anniversario un anno indimenticabile. Vi auguriamo buon Natale e una splendida serata.”
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