Nessun drone russo sopra al Ccr di Ispra, la Procura chiede l’archiviazione per il “sorvolo”
Lo rivela il Corriere della sera: i segnali del sistema di controllo erano “falsi positivi“ di una strumentazione di un privato per migliorare la ricezione del telefono cellulare
Non era un drone russo e, soprattutto, non era nemmeno un drone quello che il sistema di sicurezza del JRC – Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea di Ispra aveva segnalato ripetutamente tra marzo e maggio nei cieli sopra Vergiate e l’area industriale di Leonardo. Quelli che sembravano allarmi inquietanti si sono rivelati una lunga serie di falsi positivi, causati dall’interazione tra interferenze generate dallo stesso sistema antidrone e l’uso domestico di un amplificatore di segnale Gsm installato in una villetta di Ispra, acquistato online per migliorare la ricezione dei cellulari.
Lo rivela un articolo comparso oggi, 22 dicembre sul Corriere della sera a firma di Luigi Ferrarella.
Alla luce di queste conclusioni, la Procura di Milano ha chiesto al Gip l’archiviazione dell’indagine aperta in primavera contro ignoti per ipotesi gravissime, tra cui spionaggio politico o militare, terrorismo ed eversione. L’inchiesta era scattata dopo che il sistema “HD5-R Anti-drone System” del JRC aveva segnalato il presunto sorvolo di un drone “Zala 421”, modello di esclusiva fabbricazione russa, prodotto da un’azienda sottoposta a sanzioni europee.
A rafforzare i sospetti aveva contribuito anche la presenza, in una delle date segnalate, di una Cadillac nera nei pressi del Centro, il cui proprietario risultava in contatto telefonico con numeri russi. Gli accertamenti, condotti dal Ros dei carabinieri e da una società specializzata accreditata dal Ministero della Difesa, hanno però chiarito che l’auto apparteneva a un imprenditore in contatto con turisti russi proprietari di ville in zona.
Le verifiche tecniche hanno infine evidenziato un problema strutturale del sistema: il software lettone utilizzato, secondo il fornitore, richiede riavvii periodici e non un uso continuativo, che può generare errori di decodifica e classificazioni errate dei segnali. Una scoperta che porterà ora a rivedere le procedure di sicurezza del Centro.
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