Candiani: “Oggi, é difficile parlare del futuro”

Il sindaco saluta l’inizio dell’anno con una lunga lettera ai cittadini, all’inizio degli ultimi mesi dei suoi dieci anni di governo della città

«Tradate, la nostra città, è cambiata molto, è cresciuta negli abitanti e nelle strutture, con traguardi superati di slancio, che sono stati miraggio per più generazioni. Non è certo però questa la sede per i lunghi elenchi delle cose fatte, da contrapporre a chi, opponendosi politicamente, propone invece elenchi diametralmente opposti… Per dibattere in merito ci saranno le elezioni amministrative a primavera e ciascuno, potrà giudicare da sé». Il sindaco di Tradate, Stefano Candiani, saluta con queste parole l’apertura del nuovo anno, l’ultimo della sua lunga amministrazione iniziata nel 2002 con il primo mandato e proseguita con la conferma del 2007. In primavera non potrà ricandidarsi come sindaco e, tramite una lunga lettera ai tradatesi, spiega la situazione amministrativa e politica che si prospetta in città.

 

«L’impegno profuso é stato enorme – prosegue Candiani -, come enormi sono stati la simpatia e l’affetto delle persone. Ecco, se c’é un tratto dell’esperienza amministrativa di questi anni che vale veramente la pena ricordare tra i tanti, questo è proprio il grande affetto ricevuto dalle persone. Un affetto e un sostegno non scontato, che hanno reso sopportabili e superabili le tante – e non di rado, eccessive – cattiverie e le difficoltà della politica, anche cittadina, soprattutto di questi ultimi anni. Ci sono punti di arrivo e di orgoglio, che credo resteranno per parecchio ineguagliati nella storia della nostra città. Risultati e successi raggiunti grazie a persone molto concrete che non si sono mai tirate indietro. Il volontariato cittadino, le associazioni, i consiglieri comunali di maggioranza, la giunta, i dipendenti del nostro comune -che per impegno e dedizione sono lontani anni luce dall’immagine dello scansafatiche tipica dell’impiegato pubblico!- sono stati tutti artefici di questi grandi traguardi».

Nel sindaco non manca qualche rammarico: «L’altra considerazione riguarda invece la distanza che ci separa dai primi anni duemila. E non è certo una distanza fisica quella a cui mi riferisco. Penso invece a quanto ardore, quanta fiducia, quanta voglia di fare si leggeva in quegli anni negli occhi della gente. Una voglia di "volare alto" che ha caratterizzato straordinariamente anche una città come Tradate. Oggi, é difficile parlare con chiunque del futuro e non sentire un nodo alla gola, un senso di delusione e di rassegnazione esasperato anche -e soprattutto- dai guasti di una politica che, a destra o a sinistra ha dato il peggiore spettacolo di sé. E questa è la cosa che più mi rammarica, perché sempre più di frequente la gente, presa dal furore e dalla voglia di "fare pulizia", nel giudicare le persone che fanno politica, finisce per giudicare negativamente anche la politica nel suo complesso, mescolando indistintamente anche quanti, impegnati nella faticosa amministrazione dei nostri comuni, rappresentano invece la parte sana del Paese. Noi non ci rassegneremo ad accettare passivamente questa situazione, anche se a volte la voglia di mandare tutto "al diavolo" c’é! Non ne saremmo nemmeno capaci, anche perché la rassegnazione è quanto di più lontano ci sia dal nostro modo di fare e di pensare. Continueremo invece, con il massimo impegno, ad amministrare la Città, garantendo a tutti i nostri concittadini che, anche quando si sentono traditi dalla politica, noi, il loro comune, saremo sempre dalla loro parte. Auguro a tutti un nuovo anno che, pur con tutti i debiti e le tasse che erediterà dal vecchio, sia almeno generoso di serenità e affetto».

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Pubblicato il 02 Gennaio 2012
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