Il perchè di una sconfitta e una proposta per rinascere

Alcuni esponenti del centrosinistra cittadino, rimasti fuori almeno ufficialmente dalla bagarre elettorale, prova a porre alcuni spunti d riflessione dopo la "Caporetto" del 15-16 maggio che ha visto uscire vincitori Farisoglio e la Lega Nord

Per il centrosinistra è il momento dell’analisi del voto e della sconfitta a Castellanza, una città che poteva cambiare sindaco e amministrazione ma che, per un’incredibile serie di eventi, si è ritrovata ad essere nuovamente governata da Fabrizio Farisoglio e da buona parte della maggioranza uscente. Di fronte ad un centrodestra spaccato in ben 4 liste il centrosinistra si è fermato a tre, disperendo un bacino di voti che suddiviso tra Pro-muovere Castellanza, Pd e Amiamo Castellanza, Insieme per Castellanza, equivale al 34% dei voti. La lista Lega e Città Viva che sosteneva il sindaco uscente si è fermata a poco più del 26%. Ecco cosa ne pensano alcuni esponenti del centrosinistra castellanzese; in particolare Giuseppe Buzzi, Ottavio Cattaneo, Riccardo Demaria, Benedetto Di Rienzo, Livio Frigoli, Pino Frigoli, Giuseppe Salmoiraghi, Giovanni Sottocornola, Franco Turato in una lettera pubblicata sul sito locale Castellanzainrete.

Le elezioni hanno riconsegnato la città a Farisoglio e alla Lega. La spaccatura in quattro liste della vecchia maggioranza aveva servito al centrosinistra un’occasione storica per tornare al governo di Castellanza. L’obiettivo per il centrosinistra era chiaro e possibile: vincere relegando Farisoglio e la Ponti all’opposizione. ’unica strada per raggiungere quell’obiettivo era  sintetizzabile in una parola: unità. A cui però va doverosamente aggiunto un aggettivo: “vera”. Serviva una vera unità, fondata su una squadra coesa, su parole d’ordine chiare ed efficaci, su un programma semplice e convincente.

Questo obiettivo era assolutamente realizzabile. Ma erano necessari alcuni pre-requisiti:
la disponibilità delle persone che in passato si erano combattute a rinunciare, per davvero, alle vecchie contrapposizioni
la consapevolezza che, dal 1989 al 2004, il centrosinistra aveva ben governato e che quei risultati potessero essere trasformati in un ottimo volano di consensi
– il coinvolgimento di persone nuove e capaci
– la definizione di un programma che guardasse al futuro di Castellanza
– la capacità di gestire efficacemente la strategia di comunicazione e di marketing politico-elettorale
– la rinuncia a personalismi e alla difesa delle carriere individuali e degli interessi di parte o di partito

Questi pre-requisiti non si sono verificati o si sono verificati solo in minima parte. Da qui il fallimento del progetto di “Uniti” e, conseguentemente, la spaccatura in due liste: quella del PD e quella di “Insieme”. Che il destino di entrambe quelle due liste fosse segnato era evidente a tutti soprattutto perché nessuna delle due ha avuto la capacità di assumere e rappresentare quei pre-requisiti che poco abbiamo considerato come indispensabili per giocare una buona partita.  Siamo stati facili profeti dicendo che “Insieme” non sarebbe nemmeno entrata in Consiglio e che il PD avrebbe preso, per il rotto della cuffia, un consigliere di minoranza. Tutto ciò è puntualmente avvenuto.

Il centrosinistra insomma non è mai stato in campo. La somma dei voti di Insieme e PD + la nuova (?) lista “Amiamo Castellanza” porta a risultati complessivamente inferiori a quelli totalizzati da Insieme nel 2006 ma anche questo era assolutamente prevedibile  Ora che le bocce sono ferme è venuto il momento di fare qualche riflessioni di rendiconto.

1. Il primo partito di Castellanza è ormai quello dei non votanti, 4000 persone molte annoiate e pigre, ma anche molte incavolate di non avere un riferimento, qualcuno che lo possa adeguatamente rappresentare. Il consenso reale al Sindaco Farisoglio è pari al 26% dei votanti (67%) cioè è inferiore al 18%. Insomma: 82 persone su 100 non hanno votato per lui. Gli altri candidati non sono da meno, naturalmente,  e il dato dovrebbe far riflettere tutti.
2. La Lista storica di centrosinistra “Insieme” (terza  partecipazione alle elezioni) ha esaurito la sua spinta propulsiva (sempre che l’abbia avuta), il suo gruppo dirigente è incapace di confrontarsi con la città ed è chiuso su se stesso. E’ emblematico che i suoi 3 capilista abbiano complessivamente totalizzato 26 preferenze. Paradossale che proprio loro avrebbero dovuto – stando ai diktat imposti al candidato unitario Flavio Castiglioni  – ricoprire la carica di assessore.
La gestione privatistica e padronale della lista Uniti da parte del gruppo dirigente di Insieme scarica su di loro le principali colpe del fallimento del progetto unitario. E la sconfitta subita dalla  lista Insieme rappresenta davvero una magra soddisfazione soprattutto per chi come noi, in nome dell’unità, si era dichiarato disponibile a fare grandissimi passi indietro.
3. Con la lista Insieme scompare anche a Castellanza una rappresentanza istituzionale della sinistra (IDV, SEL, Rifondazione).
4. Anche la Lista “Ponti” sembra al tramonto. Sappiamo tutti che non era una vera Lista civica (cioè dei cittadini), ma una lista al servizio di una sola persona, ma dopo quest’ultima sconfitta probabilmente il tappo salterà, anche se non immediatamente. Di conseguenza molti elettori torneranno “liberi” e sarà interesse delle altre forze riuscire ad intercettarli.  In ogni caso è giusto riconoscere l’onore delle armi alla signora Ponti che ha voluto testardamente correre da sola nonostante numerose sirene che da destra e sinistra le ronzavano intorno. Ciò detto,  il fatto che lei abbia rifiutato quelle avances non ci stupisce: sappiamo benissimo quanto la Ponti mal sopporti di essere circondata da persone e tantomeno partiti che le diano consigli o esprimano pareri magari dissonanti dalla sua personale opinione.
5. Il Partito Democratico ha scelto coscientemente di “suicidarsi”. Il risultato finale (12,6%) certifica una vera e propria Caporetto, soprattutto se considerato in relazione al fatto che la candidatura Bettoni era sostenuta da due simboli e da una serie di figure che col PD non hanno alcun rapporto diretto. Al di là delle dichiarazioni ufficiali, gli esponenti del PD che hanno caldeggiato la rottura con “Uniti” e hanno avallato la proposta di andare da soli, sapevano benissimo che la proposta sarebbe stata perdente. Forse la loro ignoranza delle reali dinamiche del consenso in un’elezione comunale li aveva portati ad immaginare un risultato migliore, ma è certo che nel momento della scelta molti fautori di quella decisione avevano chiaramente affermato che questa strada “avrebbe almeno consentito di avere un esponente del PD in Consiglio”. Questa logica perdente, da professionisti della sconfitta, è davvero inqualificabile. Essa certifica l’idea di un partito che non è strumento per realizzare un progetto, ma è esso stesso un fine. In questa logica l’obiettivo non è vincere, ma affermare la propria esistenza. Incredibile e assurdo!
6. Ancor più grave quando le scelte strategiche sul futuro del Partito vengono fatte coincidere con i destini individuali di qualche suo esponente storico. E’ davvero allucinante che sulla candidatura di Palazzo al consiglio comunale si sia consumata una buona parte delle ragioni di rottura dentro Uniti. Michele Palazzo nella fase di costruzione di Uniti si era reso responsabile della nascita di una propria lista (“Io amo Castellanza”). Questa azione, promossa individualmente e non avallata da nessuno – tantomeno dal PD – ha spiazzato tanti promotori di Uniti. D’altra parte è davvero difficile conciliare l’essere “uniti” con la presenza di una lista autonoma e distinta! Questo atteggiamento ha reso Palazzo inviso ai più ed è quasi naturale che in questa situazione molti chiedessero a lui di fare un passo indietro. Del resto il passo indietro era già stato fatto da molti altri, anche da alcuni firmatari di questa lettera che nulla hanno da nascondere e che però, in nome dell’obiettivo strategico di costruire l’unità, avevano scelto di non avanzare proprie candidature. E dunque perché considerare offensivo che analoga scelta fosse chiesta anche a chi, come Palazzo, aveva già fatto molti mandati (e molti errori)?
7. La lista Pro-Muovere per molti è stata la vera sorpresa di queste elezioni. Non per noi. Molti di noi avevano infatti scommesso sulla capacità della lista di superare ampiamente nei consensi sia la lista PD sia quella del PDL. Così è stato! Chi si è stupito ragiona con una logica partitocratica e non comprende che, soprattutto in una elezione comunale, il consenso non nasce dai simboli di partito, ma dalla credibilità, dalla qualità, dalla competenza e dal radicamento sociale delle liste e dei candidati. Pro-Muovere era tutto questo.  Queste sono le ragioni che, in sole 4 settimane, hanno permesso a Pro-Muovere di sbaragliare partiti storici e di avvicinarsi nei consensi a chi da ben 5 anni preparava questo appuntamento.
8. Pro-Muovere in realtà era popolata da molte persone che avevano partecipato ai lavori per la costruzione di “Uniti” e che se ne erano allontanate proprio per la presenza ingombrante e pregiudiziale di alcune persone: Zaffaroni e Palazzo in primis. Non è un caso che la lista Pro-Muovere fosse  sostenuta e partecipata da tante persone che erano state indicate come possibili leader  di Uniti, poi regolarmente “bruciate” perché poco asservite alla casta di Insieme o poco propense a garantire candidature a Palazzo. Pro-Muovere è dunque la lista animata dalle persone che avrebbero dovuto e potuto essere il fulcro per la vittoria dei Uniti. Ora che questa possibilità è stata sprecata Pro-Muovere rimane la lista di coloro che potranno legittimamente rottamare la vecchia politica. E’ la lista che guarda avanti, quella che ha messo in gioco forze senza le quali non potrà essere costruito il futuro della città. La nuova maggioranza questa cosa l’ha capita bene. Chissà se altrettanto riuscirà a fare il centrosinistra…

Conclusione. Sembra ormai inevitabile un rinnovamento del Gruppo dirigente del PD e dell’intero Centrosinistra di Castellanza. Non esistono uomini per tutte le stagioni, dopo anni di sconfitte per scelte strategiche sbagliate è giusto voltar pagina. I “vecchi” possono e devono rimanere, ma senza alcun ruolo dirigenziale, né formale, né sostanziale.  La vera difficoltà sarà nel convincere i giovani ad entrare nel Partito ed a impegnarsi nel Centrosinistra castellanzese.  Dopo gli errori, le assurdità, i masochismi a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi è davvero difficile che ragazzi alla prima esperienza possano buttare del tempo per discutere  con persone incapaci di ascoltare e prive della necessaria umiltà per aprirsi al nuovo.

Eppure l’unica reale possibilità che esiste per garantire un futuro a Castellanza passa proprio da qui. Dalla capacità del PD di fare autocritica, pubblicamente, rispetto ai gravi errori commessi negli ultimi mesi. Non lo chiediamo a  Insieme perché in più occasioni, negli ultimi mesi, i nostri appelli sono caduti nel vuoto. Al PD invece lo chiediamo con forza anche perché il PD ha un ruolo, una storia e una potenzialità ben diversa da quella di “Insieme” ormai giunta al capolinea. L’andamento del voto in altri Comuni dimostra che laddove il PD è stato capace di rinnovarsi si è riusciti ad invertire la tendenza. E’ successo a Milano. Può succedere a Castellanza. Per dirla con le parole di una giovane ex iscritta: “ho provato a frequentare per qualche tempo la sezione del Pd, quando ancora abitavo a Castellanza, ci ho provato…Purtroppo però, qui ho trovato un dibattito sempre sterile, una mancanza di concretezza di fondo, un darsi contro nelle discussioni, toni sempre concitati, poco assertivi e molto aggressivi tra i vari partecipanti alle assemblee…Io credo alla partecipazione per cambiare, ma non ho trovato in Sezione il riscontro che mi sarei aspettata”. E dunque, conclude Irene, “è necessario cominciare a lavorare SIN DA ORA nel Centrosinistra, per cercare di ricucire, di mettersi insieme in vista delle prossime elezioni, per abbattere le barriere della propria volontà di affermazione, per andare al di là del proprio naso, per non litigare tra di noi ma per creare progetti concreti, realizzabili, partendo dal basso, dalla gente, coinvolgendola non con i soliti mezzi, ma con persone nuove (Matteo Mazzucco potrebbe essere il punto di riferimento in questo senso), che permettano anche ai delusi ed ai disillusi di partecipare, di dar voce alle proprie esigenze, di riscattarsi e di farsi una nuova idea di Sinistra”.
Vogliamo provarci?
Noi siamo disponibili, ma perché questo sia possibile è necessario e doveroso che chi ha voluto sinora farla da padrone faccia finalmente un passo indietro e dia spazio e tempo a chi questo partito vuole per davvero trasformarlo in uno strumento al servizio della comunità di Castellanza.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Maggio 2011
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