A Glocal si parla del tempo del giornalismo e della storia
Giornalisti, scrittori e storici in un “panel“ per scavare nello spartiacque tra chi lavora sulla cronaca e chi nei fatti che riguardano il passato
I documenti per chi racconta di progetti del presente. I piani (scritti) degli investimenti legati alle scelte delle amministrazioni locali. Poi “le carte“ che aiutano a spiegare con dovizia i fatti discussi nelle aule giudiziarie: oltre a fonte di verità (processuale) rappresentano pure garanzia per il cronista di poter evitare di incorrere in contestazioni: quello “scripta manent“ prezioso per costruire le notizie.
Ma non è, quella del giornalista, tecnica comune a quella dello storico che ancora oggi sfrutta l’adagio del «pas de documents, pas d’histoire»?
Si muoverà attorno a questo binomio l’interessante incontro, (per non addetti ai lavori ma anche per chi cerca spunti di professione) “Il tempo del giornalismo e della storia“ in programma il prossimo 13 novembre dalle 11 alle 13.00 nella sala Varesevive di via San Francesco d’Assisi, 26 a Varese, “panel“ che si innesta fra le corde dell’edizione 2021 del Festival Glocal legato al giornalismo digitale ideato e portato avanti di anno in anno da Varesenews.
Un dualismo ben rappresentato anche dagli interpreti di questa lectio somministrata mei dialoghi fra storici e giornalisti.
Allo stesso tavolo sederà chi si muove nel passato: Nicola Maranesi, giornalista e autore che regna nel mondo dei diari in quella perla di saggezza rappresentata dall’Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano, ed Isabella Insolvibile, ricercatrice della Fondazione Museo della Shoah.
Poi Pier Vittorio Buffa, giornalista e scrittore ai vertici della professione in testate nazionali, giornalista d’inchiesta assieme al collega di Varesenews Roberto Morandi, animatore del passato attraverso numerosi lavori giornalistici che scavano nel passato per riportare al nostro presente il giusto equilibrio fra luoghi e personaggi che li abitavano.
Due ore anche per analizzare la massima di Benedetto Croce che diventa sinossi dell’incontro: “La verità è che cronaca e storia non sono distinguibili come due forme di storia, che si compiano a vicenda o che siano l’una subordinata all’altra, ma come due diversi atteggiamenti individuali. La storia è la storia viva, la cronaca, la storia morta”.
Una frase che ha più di un secolo di vita ma diventa attuale oggi per gli storici e i giornalisti che lavorano sul tempo della pandemia. Il tempo è da sempre lo spartiacque tra chi lavora sulla cronaca e chi lavora sulla storia: l’immediatezza per il giornalista, la stratificazione delle fonti per lo storico.
Vale ancora oggi questo spartiacque che riguarda due materie, anime uguali in corpi diversi?
PANEL
Il tempo del giornalismo e della storia
13 novembre 2021 11:00-13:00 SALA VARESEVIVE – VIA SAN FRANCESCO D’ASSISI 26
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