Claudia Giordani: “La parità di genere nello sport solo con una forte alleanza tra uomini e donne”
Per la festa delle Donne, la Scuola Europea ha invitato la vice presidente del CONI, medaglia d'argento alle Olimpiadi di Innsbruck del 1976. Un incontro voluto dall'ex compagna Piera Macchi
È stata una delle protagoniste della valanga rosa dello sci italiano. Fu medaglia d’argento ai giochi olimpici del 1976 a Innsbruck e oggi è vicepresidente del CONI. Questa mattina Claudia Giordani è stata invitata dalla Scuola Europea e dalla sua ex compagna di squadra Piera Macchi, docente dell’istituto, per festeggiare la Giornata internazionale delle Donne parlando di parità di genere nello sport. Un incontro moderato dal giornalista Marco Dal Fior ex giornalista del Corriere che si occupò a lungo della “valanga rosa”
Quello della parità tra uomini e donne nello sport è un obiettivo che, in Italia, resta ancora lontano ma non impossibile da raggiungere: « È importante parlarne non solo oggi – ha spiegato Claudia Giordani – e non solo perché l’equilibrio di genere è uno degli obiettivi della Comunità Europea nell’agenda 2030.
Per il Comitato Olimpico internazionale, e quindi per il Comitato Olimpico Nazionale, è una priorità a cui si sta dedicando moltissimo impegno. Fortunatamente, oggi possiamo dire che dal punto di vista delle prestazioni e dell’agonismo le donne hanno raggiunto un buonissimo livello. Per la prima volta, a Parigi 2024 per la prima volta ci sarà la parità perfetta tra numero di gare del programma e numero di medaglie in palio sia per gli uomini che per le donne. Quindi, obiettivamente, a livello numerico questo famoso equilibrio è stato raggiunto. Molto, però, si deve fare ancora per quello che riguarda le altre professioni legate al mondo dello sport e soprattutto il mondo della dirigenza dove è auspicabile che la presenza delle donne diventi più numerosa e sempre qualificata.

A livello agonistico e di seguito, però, in Italia c’è una netta differenza tra competizioni maschili e femminili: «È una questione culturale. Certamente, l’informazione e la formazione sono determinanti. Ma questo dappertutto, non solo nello sport. Il settore sportivo, forse risente maggiormente di una cultura prettamente maschile e quindi, ancora oggi, vediamo alcuni stereotipi, piuttosto che modi di raccontare lo sport con un linguaggio ancora un po’ legato ad una concezione ormai assolutamente non più attuale. Quindi si deve lavorare sia sul fronte dell’informazione sia della cultura. E l’Italia, rispetto ad altri paesi europei, deve fare maggiore strada. Sono tutti molto fiduciosi, però, che anche con l’aumento della presenza delle donne, si possa creare davvero una situazione migliore. C’è però bisogno dell’impegno di tutti. Ciascuno, la piccola società sportiva o il grande club, deve garantire per la parità. Lavorando insieme il traguardo si raggiunge. Fondamentale, però, è l’alleanza tra uomini e donne: insieme raggiungeremo questo obiettivo.
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