Pro Patria, i Tesoro alle prese con una squadra da ricostruire

All'appuntamento con la stampa anche il neo-patron Savino Tesoro. "Ripartiamo da zero, non si faranno follie ma abbiamo ambizione di far bene. Il tecnico? Lerda decide entro giovedì, ma resta la nostra prima scelta". E c'è chi vuole restare

«Come state?» «Male». Basta il primo dialogo tra Savino Tesoro (foto), neo patron e padre del giovane presidente dell’Aurora Pro Patria 1919, Antonio, a dare il tono del day after biancoblu. La nuova proprietà si è presentata "al completo" alla stampa: ma senza sbottonarsi del tutto. Troppe le variabili ancora campate in aria per ribadire molto più delle buone intenzioni, della volontà di dar vita ad un progetto serio. A garanzia del tutto la passione di Antonio Tesoro, che già da qualche anno "puntava" all’acquisizione di un club.
I convenevoli sono cordiali: «Qui è stata una sorpresa piacevolissima, i tifosi, la città, tutto. Ci state fin esaltando in modo eccessivo» dice un Savino Tesoro prudente: «vi chiedo di limitarvi… soprattutto quando arriveranno le cattive stagioni e ci darete addosso. Non prendetevela troppo con Antonio» fa protetticvo con un’occhiata affettuosa al figlio, «semmai venite a lamentarvi da me».

Savino Tesoro vuole subito sgombrare il campo da sospetti ed equivoci. «Siamo qui innanzitutto per la passione di mio figlio, non l’abbiamo fatto per interessi» mette le mani avanti. «Che l’acquisizione della Pro Patria sia legata a qualsiasi interesse, escludetelo». Tra i tanti club di cui si era ventilata una possibile acquisizione, riferisce, anche il Varese. Ma qui c’erano le giuste condizioni, parole loro. Per ora i Tesoro sono soli al comando, ma aperti a partecipazioni. Soli forse più per necessità che per scelta. 

Sui soldi, non ci si sbilancia in cifre precise. Vigile guardiano delle casse societarie sarà l’amministratore delegato Fulvio Radaelli, che con Antonio Tesoro alla presidenza e il presidente onorario Alberto Armiraglio formerà il CdA. Il 30 giugno si chiuderà il primo bilancio della nuova società, in perdita visto che «fin qui sono state solo gran spese». Si reintegrerà il capitale, di 1,5 milioni interamente versati. Ed è lo stesso Radaelli a precisare che «non si faranno follie» per gli acquisti, con Antonio Tesoro a precisare che ciò non implica affatto atteggiamenti rinunciatari o stagioni al ribasso. «Non siamo straricchi: per carità, benestanti, ma una famiglia normale» precisa il padre. «Annoveriamo la Pro Patria come una delle aziende che abbiamo, con una differenza: che con le aziende facciamo reddito, qui cercheremo di perdere meno soldi possibile, pur senza mai perdere di vista l’obiettivo sportivo». Imprevisti non ne sono mancati: ancora oggi è spuntata la cattiva notizia di altri 130.000 euro in Irpef non pagata da luglio 2008 a marzo 2009 e da pagare subito. A denti stretti, si sborserà, pena la mancata iscrizione al prossimo torneo. «Abbiamo pagato il triplo di quanto preventivato» si lascia scappare Tesoro senior

Un jumbo-jet «con due motori formidabili», suo figlio e Radaelli, e lui come pilota manuale «giusto quando serve»: questa l’immagine offerta a giornalisti e tifosi che affollavano la sala stampa dello Speroni. «Il nostro impegno è una certezza: a livello economico, personale, di tempo, eccetera». "Nuovi" va bene, sprovveduti no. Se Antonio è emozionato, e Savino teso a rassicurare una piazza in ansia, Radaelli recita la parte del manager (anche se la figura del team manager non è stata ufficializzata: è stato fatto però il nome di Beppe Gonnella come ipotesi concreta), facendo presente che esisteva anche un progetto definito per l’ipotesi di promozione, purtroppo sfumata tra mille veleni.
Ed è questa una delle domande più cattive: a porla è il consigliere comunale, onorevole ed ex giocatore Ninetto Pellegatta, dopo aver ringraziato la nuova proprietà per il salvataggio del titolo sportivo – che dovrebbe perfezionarsi questo lunedì. La sconfitta «è venuta da fuori… o da dentro?» «Io i giocatori li ho invitati a cena lo stesso la sera del giorno dopo» risponde Tesoro. «Se pensassi cose strane me ne andrei». .

Sul piano tecnico è Antonio Tesoro ad esporsi: sarà lui a gestire concretamente la squadra. «Ripartiamo da zero» fa presente. Gli assi andranno via tutti, erano al più in comproprietà (scade domani quella di Fofana, che vuole giocare in B) ma più di un giocatore ha espresso l’intenzione di restare: segnatamente, il giovane Zappacosta, che però è in comproprietà fra Pescara e Fiorentina. Anania non ha dato segnali di voler partire; idem Music, «un leader», che potrà restare se lo desidera… purchè non tiri troppo sul prezzo. Sul tecnico, «Lerda resta la nostra prima scelta». Il tecnico piemontese sta valutando che fare: «mi ha chiesto tempo fino a giovedì a mezzogiorno». Ci sono però due alternative, senza fare nomi: un allenatore d’esperienza e uno nuovo, «una scommessa», in comune «il coraggio di puntare sui giovani». E proprio sulle giovanili punta il progetto più ambizioso dei Tesoro: sarà svelato prossimamente e coinvolge «un’entità più grande di noi», quindi un club di livello. Sotto contratto restano Melara, Morello, Anania, Mosciaro, Rosso (di ritorno dall’Alessandria) e Urbano. Per il ritiro si parla di Arona: a metà luglio i tigrotti saranno già di nuovo al lavoro.

Tesoro junior si toglie qualche sassolino dalle scarpe. «Il nostro progetto è anche di non trovarsi più alla finale dei playoff con sei giocatori che hanno già firmato per altre squadre» afferma. «Viene meno la motivazione, la cattiveria agonistica. Fuoco negli occhi, sudore sulla maglia: o un giocatore li ha, o con noi finisce fuori rosa. Punteremo su giovani di valore, ambiziosi, non in prestito, almeno in comproprietà. Poi occorrerà una colonna portante, quei quattro-cinque giocatori di categoria, magari superiori. Sudamericani? Più ce ne saranno meglio è, sono estrosi e meno viziati dei nostri. Abbiamo un procuratore per il Sudamerica, per ora cercheremo di far arrivare due o tre ragazzi, ma forti». Un direttore sportivo? «Sono indeciso, dovrebbe essere una persona di estrema fiducia. L’alternativa è di avvalersi di più collaboratori di mercato». Accanto al procuratore per il Sudamerica, ce ne saranno altri due per l’Est Europa e l’Italia. Su Francesco Lamazza, poi, già fra i protagonisti dietro le quinte dell’ultima stagione, Tesoro dà una notizia ben accolta dai tifosi: «ha rescisso il contratto con il Monza e resta qui da noi». Sarà un consulente utile per il mercato.
Il resto sono spigolature, domande, possibilità future. Sullo sponsor, probabilmente si cambierà, le offerte ci sono; con il Comune si va d’accordo, «ci ha promesso una sede societaria in città, di mettere a norma lo stadio (indispensabile, serie B o no), di intervenire sui campi esterni. E forse farà una foresteria qui per i ragazzi più giovani della squadra». Se son rose, fioriranno, Allo Speroni sorgerà probabilmente un Pro Patria point per il merchandising, un settore da valorizzare vista la maglietta… particolare, tra le più apprezzate d’Europa.
L’ultima parola, dopo la richiesta dei tifosi che la presentazione della squadra si svolga al campo («piazza San Giovanni ha portato male»), è al presidente onorario Armiraglio. «Le voci che circolano circa l’esito della finale sono brutte, fanno male alla squadra e alla città. Abbiamo rischiato grosso, ma molto grosso quest’anno, è grazie ai Tesoro se siamo qui». Applausi, sipario.

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Pubblicato il 24 Giugno 2009
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