I gazebo nelle piazze di Gallarate per raccontare l’ospedale unico e che fine farà il Sant’Antonio Abate
Le minoranze di Gallarate lancia un tour in tutta la città per spiegare cosa sta succedendo agli ospedali e al futuro progetto

Gazebo nelle piazze, per un mese, per mostrare il progetto dell’ospedale unico e raccontare che fine farà il Sant’Antonio Abate: iniziativa degli diverse liste di minoranza a Gallarate, pronta a partire questo fine settimana.
“Una iniziativa nata in modo spontaneo”, dice Massimo Gnocchi, consigliere comunale!di Obbiettivo Comune Gallarate. “È doveroso prendere un’iniziativa di comunicazione rivolta ai cittadini: portiamo l’ospedale in piazza, perché andiamo a raccontare le ultime novità, che per noi non sono positive, sulla nuova struttura unica che verrà (forse) costruita.
Un mese di presenze in piazza: i consiglieri comunali di Ocg, Pd, Città è vita e Lista Silvestrini saranno presenti sabato 10 maggio al mercato settimanale e domenica 11 in piazza Libertà. “La domenica dopo saremo ad Arnate e quella dopo ancora a Crenna. Poi porteremo i gazebo negli altri quartieri al mese di settembre”.
Se i promotori sono tutti nelle file della opposizione (manca solo PiùGallarate), Gnocchi sottolinea che sarà “un’iniziativa senza colore politico, portando i documenti in modo asettico” e senza simboli di partito, per rendere il più possibile accessibile i banchetti ai cittadini.
“La nostra sensazione è che ci sia incolpevole ignoranza dei cittadini rispetto a questo tema”aggiunge Giovanni Pignataro, che vede il rischio di una “grande confusione” legata anche alle interpretazione dei numeri che nel mese di aprile sono stati letti in modo diversi all’interno del dibattito.
I consiglieri di minoranza vanno in piazza con un volantino che contiene un riferimento netto e chiaro: da un lato i 1216 posti esistenti nei due ospedali attuali, dall’altro i 773 posti previsti nel nuovo ospedale unico.
Poi oltre al volantino ci saranno i documenti che spiegano i numeri previsti e i progetti, gli spazi: lo Studio di fattibilità di Asst sul nuovo ospedale e lo Studio Arexpo sull’area del Sant’Antonio Abate. “Qui – dice Pignataro di fronte all’ottocentesco padiglione del Boito – diventerà un museo e e rimarranno uno o forse al più due padiglioni. Mentre certezza è che il Trotti Maino sarà venduto e destinato a socio sanitario” (cioè potenziamene alla sanità privata).
Michele Bisaccia parla di una “doppia fregatura che è piovuta dall’alto”: la prima è la “diminuzione di posti letto nel nuovo ospedale e due ospedali esistenti ridotti allo sfascio”, la seconda “è data dalle rassicurazioni sulla medicina territoriale, che già oggi è in permanente riduzione: i medici non vogliono più fare i medici di famiglia, che vengono lasciati soli”, tra carichi di lavoro crescenti e difficoltà tecniche, a partire dai sempre instabili sistemi informatici.
Margherita Silvestrini spiega poi che questa nuova iniziativa è il punto di approdo di un percorso durato anni in cui “abbiamo fatto tutto quando necessario, abbiamo fatto proposte in Comune e in Regione, abbiamo fatto accesso agli atti , abbiamo partecipato attivamente a manifestazione giugno 2023”. E allora resta l’idea di tornare tra i cittadini: “oggi pensiamo che sia doveroso tornare tra la gente per raccontare quanto contengono i documenti”
Se a Gallarate le forze di minoranza si trovano (quasi) tutte unite, Massimo Gnocchi auspica che analoga iniziativa venga portata avanti “anche dai consiglieri comunali dei Comuni circostanti”, perché la questione non riguarda solo Busto o Gallarate.
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