Al Sacro Monte di Varese la voglia di dialogo ha fatto il tutto esaurito
Prima edizione de “I Dialoghi del Sacro Monte”: filosofia, arte, spiritualità e società in ascolto alla Casa Museo Pogliaghi, con gli importanti contributi, tra gli altri, di Massimo Cacciari e Christian Greco

Una giornata intensa, partecipata e ricca di stimoli ha segnato la prima edizione de I Dialoghi del Sacro Monte, che si è svolta sabato 21 giugno 2025 nella suggestiva cornice della Casa Museo Lodovico Pogliaghi, al Sacro Monte di Varese.
L’evento ha registrato il tutto esaurito con giorni di anticipo rispetto all’apertura ufficiale, raccogliendo l’interesse di un pubblico attento e variegato. L’iniziativa è stata promossa da Archeologistics, PSFactory e VareseNews, in partenariato con il Comune di Varese, con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti e il contributo della Fondazione Comunitaria del Varesotto.
Ad aprire i lavori, i saluti istituzionali del prefetto di Varese Salvatore Pasquariello, dell’assessore alla cultura del comune di Varese Enzo Laforgia e dell’arciprete del Sacro Monte Monsignor Eros Monti, che hanno ribadito il valore del dialogo come strumento fondamentale per la coesione sociale e la convivenza civile.
La conduzione della giornata è stata affidata alla curatrice Elena Castiglioni di Archeologistics e al professore Emilio Paccioretti, che hanno accompagnato il pubblico in un percorso articolato e interdisciplinare attraverso filosofia, arte, spiritualità, tecnologia e impegno civile.
La mattinata si è aperta con Paolo Perulli, che ha introdotto i primi due ospiti: il filosofo Massimo Cacciari e l’architetto Mario Botta. Un confronto denso, dove Cacciari ha posto l’accento sulla natura profonda del dialogo: «Mette in relazione le differenze – ha detto – e anche quando queste sono conflittuali, se riescono a restare nel perimetro del dialogo, generano sempre qualcosa di costruttivo».

Cacciari ha esordito ricordando che le parole possono essere armi, capaci di ferire, e ha richiamato il senso originario della parola comunità, dal latino cum, “insieme”, contrapposta a versus, “contro”. Ha avvertito che «c’è disfatta quando la potenza diventa prepotenza» e che l’essere potenti richiede cura, non dominio: è nel cum che occorre imparare a costruire. Ha invitato a meditare sul punto in cui ci troviamo in quella che ha definito «la grande ondata della prepotenza», che solo buone mediazioni e buoni compromessi possono aiutare a superare.
Nella mattinata, Il sociologo Paolo Perulli invece ha chiarito: i Dialoghi vogliono essere uno spazio di attraversamento delle differenze, non di semplificazione, e Madre Cristiana Dobner ha raccontato il dialogo ebraico-cristiano come disciplina dell’ascolto radicale. Infine, Luca Mari ha posto una sfida attuale: “Siamo pronti a dialogare con le macchine, senza perdere l’umano?”.
Nel pomeriggio, il direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco insieme a Laura Forti, ha parlato delle sfide della fruizione culturale: «Durante le vacanze di Natale abbiamo avuto 100mila visitatori, ma quello è anche il momento con più reclami. La qualità non si misura solo con i numeri». E ancora: «Il museo deve superare la sua staticità. I visitatori danno un voto medio di 6,8 su 10; ma chi partecipa a una visita guidata fatta dai nostri ricercatori dà 9,8. Quel divario racconta tutto: abbiamo bisogno di raccontare, di far capire il lavoro che c’è dietro a ogni reperto esposto». Greco ha anche rimarcato l’importanza della recente separazione tra Ministero della Cultura e del Turismo: «Due mondi distinti, seppur interconnessi. Ma i musei sono, prima di tutto, memoria collettiva dei territori».

A fargli eco anche l’intervento di Roberto Crestan, storico operatore di Emergency, intervistato dal direttore di VareseNews Marco Giovannelli. Crestan ha condiviso la sua lunga esperienza nelle zone di conflitto, in particolare in Sudan, raccontando come l’unica strategia per continuare a operare sia stata il dialogo costante con tutte le fazioni: «L’unico modo per poter essere l’ultima organizzazione umanitaria rimasta in piedi è stato parlare ogni giorno con tutti, cercare un riconoscimento della nostra neutralità. Senza dialogo, non ci sarebbe stata possibilità di azione».
Dopo di lui, Alessia Amighini ha indagato i meccanismi che impediscono il dialogo, soprattutto nelle relazioni internazionali. Maddalena Camera ed Edoardo Macchi hanno raccontato come sia possibile il dialogo anche nelle relazioni difficili con chi sembra non voler dialogare, in contesti come quelli del carcere. Mentre Michela Conterno ha raccontato quanto sia importante, e difficile, il vero dialogo anche in azienda. A concludere la giornata, l’invito di Elena Brusa Pasquè a “riconoscere il dialogo come atto giuridico, sociale e politico”.
I Dialoghi del Sacro Monte si candidano a diventare un appuntamento fisso nel panorama culturale varesino e non solo: un luogo di confronto, pensiero e ascolto, ospitato in uno dei contesti più suggestivi della provincia di Varese.
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