L’Università dell’Insubria vuole riportare alcuni corsi in centro a Varese e bussa alla Caserma Garibaldi
A un anno dal suo arrivo in rettorato, Maria Pierro traccia un bilancio delle attività tra nuovi corsi e investimenti edilizi. Tra gli obiettivi rendere la città più “universitaria”
Riportare una parte della didattica universitaria nel centro di Varese. È uno degli impegni che la rettrice dell’Università dell’Insubia Maria Pierro ha spiegato nel corso della presentazione dei risultati nel primo anno di mandato. Insieme al vice Umberto Piarulli e al direttore generale Antonio Romeo, in carica dal primo maggio scorso, ha presentato il piano strategico 2025-2030.
La richiesta di uno spazio alla Caserma Garibaldi
«Quando arrivai qui nel ’93 – ha ricordato la rettrice Pierro – la città era piena di studenti. Ora non è più così e vogliamo cambiare questa tendenza». L’ateneo ha avviato contatti con diversi ambienti cittadini dopo le difficoltà raccolte nel dialogo con Palazzo Estense sull’utilizzo della caserma Garibaldi: «Abbiamo chiesto più volte – ha spiegato Pierro – ma ci è stato risposto che la destinazione dell’edificio è già stata decisa. Speriamo di poter rientrare nella prossima progettualità nella nuova area destinata al mercato».
La chiusura del Comune è legata, però, a un cambiamento di prospettiva dell’ateneo: « Qualcun altro, prima di noi, aveva detto che l’Ateneo non era interessato. Io sono molto interessata, invece».
Anche sul fronte delle residenze universitarie a Biumo il direttore generale sottolinea l’impegno sostenuto: « Quel traguardo è frutto di attività svolte negli anni precedenti, e c’è stato bisogno di un intervento forte per far partire i lavori. Ora ci aspettiamo una conclusione nel breve periodo».
Fuga ogni idea di problemi il vice Piarulli che ricorda la grande collaborazione con Palazzo Estense per lo sviluppo del polo di Bizzozero: «Stiamo lavorando e lavoriamo molto insieme. Anche lo studentato di Biumo è fatto assolutamente in in collaborazione con l’amministrazione comunale».
L’idea riportare in centro gli studenti, almeno quelli delle facoltà umanistiche, si legge anche con la volontà di dare a Varese un’impronta forte di città universitaria: ««Stiamo lavorando – ha spiegato la rettrice – per individuare spazi idonei a ospitare alcune attività formative in centro, così da restituire vitalità al tessuto urbano e avvicinare gli studenti alla vita cittadina».
L’espansione del polo di Busto e il campus di Bizzozero
Parallelamente, l’università guarda alla crescita delle altre sedi. Superate le difficoltà di rapporti con l’amministrazione comunale, Busto Arsizio viene oggi riconosciuto come polo strategico: qui nasceranno nuovi laboratori e spazi per la didattica, in sinergia con i corsi di area tecnico-scientifica e con i futuri centri di ricerca.
A Varese, invece, è imminente l’avvio dei lavori per la nuova palazzina didattica all’interno del campus di Bizzozero, un investimento complessivo di oltre 20 milioni di euro. L’intervento rientra in un più ampio piano di riqualificazione dell’area, che prevede anche soluzioni per la mobilità e i parcheggi, grazie a una collaborazione con Ats Insubria, oltre alla realizzazione di nuovi spazi verdi e servizi per gli studenti.
Non mancano altri significativi interventi: l’apertura del bar a Como, nell’area di Sant’Abbondio, e il completamento dei lavori emblematici a Valleggio, tra cui la ristrutturazione dell’aula magna da 450 posti.
Oggi l’Università dell’Insubria conta oltre 12.000 studenti e ha già raccolto più di 3300 iscrizioni al primo anno a cui andranno ad aggiungersi gli studenti che supereranno il semestre bianco di medicina e occuperanno uno dei posti assegnati dal Ministero o opteranno per altri corsi.
Nuova offerta formativa e ricerca d’avanguardia
Sono in fase avanzata due nuovi corsi di laurea: uno in Farmacia, destinato a Como ma articolato anche su Busto nei prossimi anni, e l’altro professionalizzante in Tecniche digitali per l’ambiente e le costruzioni, rivolto ai geometri e collocato a Varese. Il via ufficiale arriverà solo dopo i passaggi previsti nei vari organi ministeriali, ma l’ateneo conta di attivarli già nel prossimo anno accademico.
Sul fronte della ricerca, si lavora all’espansione delle infrastrutture e al potenziamento delle grandi attrezzature scientifiche, con un focus su intelligenza artificiale, neuroscienze e tecnologie quantistiche. Proprio su quest’ultimo fronte, l’università partecipa alla nuova alleanza “Q-Alliances” per la ricerca nel calcolo quantistico.
Servizi e nuovi modelli organizzativi
I servizi agli studenti sono anche al centro del modello organizzativo messo a punto dal Direttore generale. Due le priorità: la centralità degli studenti e il potenziamento della ricerca nei dipartimenti. Tra le novità: l’introduzione di figure amministrative dedicate alla gestione della ricerca, una struttura dei servizi più orientata agli studenti, e l’ottimizzazione degli spazi.
Le criticità: l’area medica e il confronto con la Regione
Non mancano tuttavia le difficoltà. La rettrice Pierro ha richiamato l’attenzione sul blocco delle assunzioni in area medica deciso dalla Regione Lombardia, che ha sospeso il protocollo con le università pubbliche, impedendo di assumere i vincitori di concorso accademici.
«Questo blocco ha un impatto serio – ha spiegato la rettrice – sulla didattica e sulla ricerca, perché non possiamo assumere personale già selezionato. Solo in oncologia all’Asst Sette Laghi abbiamo ottenuto una deroga perchè rischiavamo di perdere l’accreditamento alla scuola d specialità». La questione è all’attenzione del Ministero e dei vertici regionali, con un incontro previsto a breve tra l’assessore Bertolaso e i rettori lombardi.
Un bilancio di coraggio e prospettiva
Un anno, dunque, di grande energia e determinazione, in cui la coesione del gruppo di governo – rettrice, vicario e direttore generale – ha dato forma a un ateneo in movimento: più radicato sul territorio, più aperto al futuro, ma consapevole delle sfide che attendono la comunità accademica nei prossimi anni come l’inverno demografico che porterà a una contrazione del numero delle future matricole. Farsi trovare attrattivi e accoglienti sarà fondamentale.
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