Marcia indietro Openjobmetis: segna poco, gioca male e si fa battere da Udine

Partita scadente dei biancorossi privi dell'influenzato Alviti: Udine passa a Masnago (59-66) e risucchia in basso la squadra di Kastritis in cui non si salva nessuno. I 59 punti segnati e il 3/30 da 3 sono le sentenze di condanna

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Openjobmetis Varese – Old Wild West Udine 59-66 4 di 32

Con un improvvido colpo di spugna, la Openjobmetis cancella in 40′ tutti i passi avanti dell’ultimo mese di campionato offrendo una prova incomprensibile, poverissima, a tratti imbarazzante nella partita che poteva davvero portare i biancorossi lontano dalle paludi di fondo classifica. Un match, quello perso in casa con Udine (59-66) che rimette proprio in discussione le poche certezze costruite fino a qui: quelle di una squadra comunque in grado di reggere i confronti, di un gruppo in crescita, di giocatori per lo meno in grado di esprimere alcune qualità (tipo quella di segnare, e di farlo da lontano). Ecco, tutto questo è venuto meno nei quattro periodi offerti a un pubblico prima incredulo, poi spazientito, infine – giustamente – arrabbiato per quanto visto sul rettangolo di gioco.

La squadra di Kastritis ha avuto un approccio mentale e tecnico ampiamente insufficiente (e non giustificabile) e non è mai stata in grado di cambiare ritmo. Lo si vede innanzitutto nei numeri: quello dei punti segnati è un miserrimo 59 che in casa è un disastro, quello del tiro da tre punti è forse peggio perché il 3 su 30 finale (irrobustito da due “gol” a tempo quasi scaduto) è roba da bassa classifica in un campionato amatoriale. Senza supporto in attacco, c’è poco da fare anche contro un’avversaria certamente non clamorosa quale è Udine che, a sua volta, ha una conta lunga da fare dal punto di vista degli errori ma che nella pochezza generale della partita ha avuto il merito di mettersi davanti e di non farsi recuperare dagli arruffati tentativi biancorossi. Non abbiamo ancora citato l’assenza (forte influenza) di Alviti, lo facciamo qui per dovere di cronaca ma non certo per dare un alibi che non può esistere.

Kastritis lo ha detto chiaramente nel dopo gara, parlando di una partita cattiva e che non si dovrà ripetere, ma è chiaro che avremmo fatto volentieri a meno anche di una recita come questa. Tanto più che cade alla vigilia di una pausa che, tutti, sognavano serena: qualche giorno per tirare il fiato, per operare sul mercato, per prendere la rincorsa verso Cremona, ma tutto con la tranquillità necessaria. Invece no: si va al riposo per le nazionali con un confetto avvelenato, con un colpo da non sbagliare a livello di acquisti e con un -7 casalingo che rischia pure di pesare a lungo termine, quando ci sarà da fare i conti sulle classifiche avulse. Insomma: ancora una volta dalle parti di Masnago ci si complica maledettamente la vita, ormai una costante degli ultimi anni, una spirale da cui non si esce mai. Non proprio quel che ci si attendeva da un pomeriggio preso troppo sottogamba in casa biancorossa.

PALLA A DUE

L’influenza che ha colpito Davide Alviti negli ultimi giorni costringe l’ala laziale a restare a letto: Kastritis non lo ha nemmeno a referto e vara un quintetto base con la strana coppia Moody-Freeman accanto a Moore sul perimetro. Sul fronte opposto l’ex Vertemati dà subito spazio a Spencer sotto canestro supportato dal temuto Bendzius.
Prima della partita le due curve rinfrescano un antico gemellaggio: cori incrociati favorevoli sui due lati del palazzetto e sbandierata comune. Prima del match le due squadre espongono lo striscione di incoraggiamento ad Achille Polonara.

Naufragio a Masnago, non si salva nessuno: tutti insufficienti

LA PARTITA

Q1 – Il primo quarto non è certo dei migliori per la Openjombetis che ha il torto di non dare mai seguito alle buone azioni messe in campo. Fin da subito emergono le difficoltà al tiro pesante, anche se poi Librizzi ne mette uno appena sceso in campo. Sarà l’unico acuto in una partita nervosa e senza guizzi. Moore dà vivacità Moody qualche segno di vita ma è poco perché Udine, pur sbagliando diversi tiri, a un certo punto sorpassa e sigilla il primo parziale sul 17-21.

Q2 – Sembra che la OJM abbia tutti i margini per sistemare subito la situazione e invece entra in un dramma offensivo continuo: Varese non segna mai, gira talvolta bene palla ma non trova nessuno in grado di metterla nel cesto e così gli ospiti – Bendzius sempre produttivo, 13 a metà gara – toccano la doppia cifra di vantaggio. Il timeout di Kastritis non dà alcun effetto e ce ne vuole un secondo perché i biancorossi tornino a segnare pur tra mille difficoltà. Significativo Moore, forse il migliore ma affossato da un clamoroso 1 su 5 ai liberi. E così Udine, senza strafare, tocca il +12 alla pausa lunga (27-39) tra l’incredulità della Itelyum Arena.

Q3 – Si può fare peggio? , anche se sembra impossibile. Il livello della partita crolla ulteriormente come dimostra il 2-0 Varese nei primi 4’35” di terzo periodo. Il problema che nei successivi tre possessi Udine torni a fare canestro con Hickey che sale di quota mentre i padroni di casa annaspano come mai. Il dato del tiro pesante addirittura peggiore perché gente come Nkamhoua e Freeman prova a forzare senza portare a casa nulla e la terza sirena è impietosa: 36-52.

Kastritis: “La peggior gara in attacco. Con questo approccio non si va da nessuna parte”

IL FINALE – Eppur di tempo ce ne sarebbe pure, per provare a riacciuffare per i capelli la partita anche se i quintetti di Kastritis non convincono mai fino in fondo. Il problema è che prima di provare la risalita, Varese precipiti addirittura al massimo svantaggio, -19, in avvio di ultimo quarto. A dare una scossa parziale è finalmente Nkamhoua che però sporca le buone iniziative con un paio di triple senza senso in transizione che riportano Varese indietro come nel gioco dell’oca. Alla partita, in grave ritardo, si iscrive pure Freeman anche se di fatto non c’è partita fino a 2′ dalla conclusione. A quel punto a Udine viene il “braccino” (oddio: con 66 punti in 40′ non è che prima era stata una mitragliatrice…) e una tripla di Assui riavvicina la OJM per il -8. La OWW offre subito un’altra occasione ai biancorossi che però con Freeman ed Elisee falliscono i tiri del -5, e il successivo canestro e fallo di Alibegovic danno l’ultima spallata. I più ottimisti vedono del buono nel fatto che con gli ultimi possessi Iroegbu spinga i suoi al -7 finale, i realisti invece non possono che commentare una occasione sprecatissima. E una situazione di nuovo indigesta: 59-66.

OPENJOBMETIS VARESE – OLD WILD WEST UDINE 59-66
(17-21, 27-39; 36-52)

VARESE: Moody 4 (2-2, 0-2), Freeman 9 (3-6, 1-7), Moore 10 (4-13, 0-4), Nkamhoua 12 (6-9, 0-1), Renfro 4 (2-3, 0-1); Assui 5 (0-2, 1-3), Iroegbu 12 (3-7, 0-2), Librizzi 3 (1-4 da 3). Ne: Villa, Bergamin, Ladurner, Tornese. All. Kastritis.
UDINE: Hickey 16 (6-11, 1-2), Dawkins (0-1 da 3), Alibegovic 9 (2-4, 1-9), Bendzius 13 (3-5, 1-5), Spencer 4 (2-5); Mekowulu 4 (1-4), Da Ros 6 (3-4, 0-2), Brewton 3 (1-2, 0-1), Calzavara 5 (0-1, 1-4), Ikangi 6 (0-4, 2-6). Ne: Pavan, Mizerniuk. All. Vertemati.
ARBITRI: Baldini, Paglialunga, Galasso.
NOTE. Da 2: V 20-42, U 18-40. Da 3: V 3-30, U 6-31. Tl: V 10-16, U 12-16. Rimbalzi: V 45 (14 off., Moore 9), U 53 (15 off., Spencer 12). Assist: V 12 (Moore, Iroegbu 4), U 12 (Hickey 5). Perse: V 11 (Nkamhoua 3), U 15 (Bendzius, Calzavara 4). Recuperate: V 9 (Iroegbu, Renfro, Moody 2), U 6 (Hickey 4). Usc. 5 falli: Librizzi, Mekowulu. F. antisportivo: Librizzi. Spettatori: 4.400.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 23 Novembre 2025
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