Il picchiatore e i “colletti bianchi”, fermato un gruppo di usurai
Grazie a due finanziarie trovavano le vittime, poi scattava il prestito ad altissimo tasso e le minacce per avere i soldi. Una rete estesa tra Milano, Varese e Novara
Usurai freddi e determinati, pronti a minacciare anche i familiari delle vittime per garantirsi il guadagno: una indagine della Guardia di Finanza e della Procura di Busto Arsizio ha permesso d’individuare tre persone che gestivano una rete di prestito illegale ad alto tasso, tra Varese, Milano e il vicino Piemonte.
Al centro dell’attività tre persone, due italiani che rappresentavano il volto più “presentabile” e un italoserbo: G.J, cittadino italiano di origine serba – 38enne residente a Legnano, pregiudicato per furto, rissa e sfruttamento della prostituzione aveva fatto probabilmente un “salto di qualità”, avvicinandosi alla criminalità con legami nel mondo dell’economia e della finanza. Non agiva infatti da solo: a trovare imprenditori disperati alla ricerca di denaro fresco ci pensava infatti anche una finanziaria, aperta sotto falso nome da un altro italiano già noto nel mondo delle frodi finanziarie. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore di Busto Roberta Colangelo e condotta dalla Compagnia di Gallarate della Guardia di Finanza comandata dal capitano Paolo Pettine, è partita nell’autunno scorso, dalla denuncia fatta da un piccolo imprenditore minacciato dall’usuraio, che è stato arrestato in flagranza di reato a novembre. Le successive perquisizioni domiciliari hanno consentito di recuperare «documentazione, contabilità, assegni e scritture private», spiega il sostituto procuratore Colangelo (al centro nella foto). Compreso un vero e proprio libro mastro con l’indicazione di tutti i “clienti” con le date degli appuntamenti e gli importi da versare: una quindicina gli imprenditori e i professionisti “strozzati” dall’usuraio serbo e dai suoi complici.
Fiamme gialle e Procura hanno individuato anche i due intermediari, due italiani che avevano costituito una società finanziaria. Uno dei due è stato anche arrestato per possesso di documenti falsi: essendo stato già protagonista di una bancarotta fraudolenta in passato, l’uomo si era creato una nuova falsa identità (con tanto, appunto, di documenti) per aprire la nuova finanziaria (anzi due: una con sede in provincia di Varese, l’altra in provincia di Milano) senza destare sospetti. Sia lui che l’italoserbo G.J sono stati denunciati anche per usura ed estrosione. L’altro suo socio italiano, invece, è stato denunciato per il solo reato d’intermediazione nell’usura. Il giro d’affari complessivo accertato in un anno era di 900mila euro, cifra notevole sempre crescente grazie al “guadagno” garantito dai prestiti.
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