Sequestrati beni per milioni di euro a Mario e Salvatore Accarino
I due fratelli, già coinvolti in numerosi processi per mafia e traffico di rifiuti, risultavano intestatari di 27 beni immobili, 3 aziende e 28 conti e cassette di sicurezza. La Dia e i Carabinieri hanno sequestrato tutto
Avevano un tenore di vita decisamente sproporzionato rispetto al loro reddito e questo ha insospettito la Direzione Investigativa Antimafia e i Carabinieri del comando provinciale di Varese che hanno sottoposto a misura di sorveglianza speciale due fratelli campani Salvatore e Mario Accarino, molto noti alle cronache per i loro legami passati con organizzazioni criminali come mafia e ‘ndrangheta e per traffico illecito di rifiuti, di 66 e 59 anni.
L’indagine della Dia ha permesso di quantificare l’esatta dimensione del patrimonio posseduto dai due fratelli e che il Tribunale di Varese ha sottoposto a sequestro. I beni direttamente o indirettamente riconducibili sono 2 automobili, 28 tra conti correnti e cassette di sicurezza in Italia e in Svizzera (225 mila euro sono stati sequestrati con rogatoria), 27 immobili nei comuni di Cirò Marina (Kr), Fagnano Olona, Cardano al Campo, Cassano Magnago, Busto Arsizio e Giaveno (To) e tre aziende nel territorio di Fagnano Olona il cui valore è stato stimato in milioni di euro.
I due fratelli Salvatore e Mario Accarino tornano, dunque, alla ribalta dopo gli arresti del 2010 quando la Procura di Busto Arsizio scoprì un enorme traffico illecito di rifiuti che transitava attraverso l’azienda Valle di Fagnano Olona. In quell’occasione scattarono le manette per molti membri della famiglia, fino alle condanne a quasi 7 anni di carcere.
Ancora prima, nel 2003, gli stessi personaggi vennero coinvolti nell’indagine Metallica sugli affari della ‘ndrangheta in Lombardia e su un traffico di rifiuti a Olgiate Olona con l’azienda “Lombarda servizi ecologici”.
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