Condannato Salzano, giallo su proiettile in tribunale
Il bodyguard era il mandante dell'attentato al maresciallo di Porto Ceresio. La cartuccia è stata trovata dai carabinieri ma non è chiaro se si tratti di un messaggio in codice
Dieci anni di carcere per tentato omicidio. Gianluca Salzano, un noto bodyguard di Varese, è stato condannato dal tribunale di Varese a una dura pena detentiva, riconosciuto colpevole di essere il mandante che inviò due sicari a sparare contro la casa del maresciallo dei carabinieri di Porto Ceresio. Una intimidazione che poteva sfociare in un delitto, decisa perché il maresciallo era deciso a far rispettare la legge nel suo territorio (voleva tra l’altro vendicare 3 multe).
La condanna è stata pronunciata questo pomeriggio dai giudici, ma nello stesso momento i carabinieri ancora una volta, hanno dovuto presidiare il tribunale perché in un portaombrelli nei pressi della porta di ingresso è stato rinvenuto un proiettile di un fucile da caccia. I due episodi sono collegati? Se lo fossero, non si potrebbe che pensare a un avvertimento, ma non è semplice stabilire se davvero qualcuno lo abbiamo messo in corrispondenza con la sentenza di oggi.
L’avvocato Corrado Viazzo per tutto il processo aveva cercato di escludere una relazione tra l’attentato e il ruolo di Salzano, ma secondo i giudici è vero, come ha sostenuto il pm Tiziano Masini, che Salzano ordinò l’attentato e fornì anche l’arma ai due esecutori materiali, già condannato, Gianluca Dattilo e Alan Capuano, due malavitosi che in pochi anni hanno dato del filo da torcere alle forze dell’ordine.
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