Mayo è ancora bollente, Peak si deve scuotere
Il play è di nuovo il migliore in casa Openjobmetis. Piace anche Simmons, primi sprazzi di Clark. L'ala americana e Vene, invece, restano col colpo in canna
PEAK 5 (IL PEGGIORE) – Si palleggia con Vene la palma del peggiore in campo, e non ha l’alibi del mal di schiena. Ancora troppo timido: infila un paio di triple ma gli errori – dall’arco e quei due, maledetti, ai liberi – sono superiori in numero e in peso. In difesa non sfigura, però deve darsi una scossa.
CLARK 5,5 – Per mezza partita abbondante fa dentro e fuori dalla panchina senza trovare cose buone e mostrando i problemi tipici di chi, da mesi, non gioca per davvero. Caja però gli dà ugualmente fiducia e nell’ultimo periodo diventa un fattore positivo: 8 punti e qualche lampo di positività. Non va giudicato per questa partita, l’atteggiamento è giusto.
JAKOVICS 6,5 – Le quotazioni del baltico si abbassano parecchio nella prima parte di gara, quando la sua mano non è quella che ha affondato l’altra Bologna. Però persevera, come i tiratori di razza, e ha ragione: aggiustata la mira diventa cliente difficile per la retroguardia in maglia nera (14 punti). Non basta a ribaltare la partita, ma piace di nuovo anche in difesa. Poi, vabbé: Teodosic estrae qualche magia dal suo cilindro infinito e chiude i conti. Ma non possiamo incolpare Ingus di questo.
NATALI 6 – Un bell’assist a Ferrero e soprattutto quel “gioco da 4” da incorniciare, sul campo e sulla “piastrella” di una ben più famosa e importante giocata di questo genere. Poi gli arbitri lo puniscono senza troppa giustizia.
Openjobmetis vicina al colpaccio: nel testa a testa vince la Virtus
VENE 5 – Serata da dimenticare, soprattutto in attacco, dove le munizioni non mancano ma la mira fa continuamente cilecca: 2/9 dal campo, tre palle perse ad “annullare” nella statistica i tre rimbalzi. Vero che Siim-Sander non è giocatore di cui bisogna guardare le cifre, però stavolta svetta raramente nelle giocate di fino, e comunque se si ferma a quota 5 la salita per Varese si fa comunque dura. Ah: i due falli in avvio di partita sono un vizietto che andrebbe risolto.
SIMMONS 7 – Il dato del plus/minus, -19, stride un po’ rispetto a quel che gli occhi vedono sul parquet. Il pivot di Varese è un baluardo più unico che raro a rimbalzo (ne porta a terra ben 15!), vede pochissime bocce in attacco – tira quasi solo palloni che lui stesso va a conquistare – ma rimane un punto fermissimo della squadra di Caja. Si consoli: anche Cain, in principio, era poco coinvolto. Ora però si lavori per dare più gioco interno, non solo a Jeremy ma a tutta la squadra.
MAYO 7,5 (IL MIGLIORE) – Non è certo uno con il timore reverenziale: messo di fronte a una superstar del basket europeo (e a un’ottima alternativa come Markovic) esplode senza paure tutto il suo repertorio, fatto sì di grandi qualità balistiche ma anche di finte e penetrazioni concluse evitando le stoppate. I raddoppi lo fiaccano un po’ ma non lo spengono: per toglierlo di mezzo ci sono i falli, e qualche penalità poteva provare a evitarla. Quello è l’unico vero neo della serata.
FERRERO 6,5 – Prova solida, magari non scintillante, però concreta del capitano cui Caja concede oltre un quarto d’ora di gioco. Sette punti, due rimbalzi, presenza difensiva: tutto fa brodo.
Le pagelle della Virtus (da Bolognabasket)
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