Lega, crolla il mito della corsa solitaria

Il carroccio ha sbagliato strategia. Da sola non ce la fa più a governare i comuni e litigare con il Pdl le è stato fatale

La Lega ha perso male e sbagliando strategia. Se Bossi deve farsi un esame politico di coscienza anche Maroni non può sventolare le bandiere verdi. Il Carroccio ha fatto flop nei principali comuni del Varesotto dove si andava al voto. Non è stata solo la coda delle inchieste giudiziarie a farle perdere terreno. Una causa della sconfitta è anche la scelta di andare alle elezioni da sola, senza il Pdl, una tattica che Bossi ha avallato ma che è stato anche un cavallo di battaglia di Maroni. L’ex ministro sventola il dato di Flavio Tosi a Verona, ma quello è un fenomeno politico legato alla persona; la lista civica che porta il nome del sindaco ha preso il 40% dei voti, mentre la Lega Nord nella città di Romeo e Giulietta è solo all’8%. Nel Varesotto, di Flavio Tosi, non ce ne sono. Cassano Magnago è la Betlemme leghista, dove il partito ha presentato Stefania Federici: quì la Lega è addirittura arrivata terza con il 19% dei voti, mentre Nicola Poliseno del Pdl ha il 33%. Se avessero confermato l’alleanza di centrodestra è lecito supporre che avrebbero vinto.
A Besozzo il carroccio ha sbagliato tutto: governa da 20 anni e ha persino la fondazione dedicata a Carlo Cattaneo che Bossi considera il fulcro della politica culturale leghista; il sindaco Fabio Rizzi è un senatore della repubblica, ma si fa da parte e ricandida Fausto Brunella, già sindaco e oggi assessore al bilancio in provincia. Perde con il 30% dei voti contro il 60% del giovane Riccardo Del Torchio. A Ferno Claudia Colombo (ex sindaco) perde. A Sumirago perde dopo 20 anni con una performace fortemente negativa (hanno fatto meglio due liste civiche). Il partito in diversi comuni rimane tra il 20 e il 30 %, con percentuali che rispecchiano tutto sommato il dato medio delle ultime provinciali, ma perde voti assoluti. Altrove è peggio: in Piemonte, a Monza, a Sesto San Giovanni, in Emilia, è franata, con risultati disastrosi. (nella foto, leghisti pensierosi)
A Gerenzano il candidato leghista Silvano Garbelli ha ottenuto il 31,2 % dei voti (perde quasi il 10%) ed è stato superato da Ivano Campi della lista civica di centrodestra con il 41% dei voti: insieme avrebbero vinto a mani basse contro un centrosinistra molto debole, ma anche nelle precedenti elezioni erano andati separati e ormai era difficile ricompattarsi. Tuttavia nel 2007 la Lega poteva permettersi di vincere da sola, oggi no. A Tradate c’è un caso particolare: Gianfranco Crosta andrà al ballottaggio, ed è intorno al 30% o poco meno, ma il Pdl si è letteralmente sfaldato e anche un’alleanza non avrebbe dato certezze di vittoria.
La fine del mito della corsa solitaria è scritta nei numeri. Nella roccaforte Varese dove il sindaco è il notissimo Attilio Fontana il carroccio ha ottenuto, un anno fa, solo il 24% dei voti. Citiamo un altro esempio, Cassano Magnago: nel 2007, quando fu confermato il leghista Aldo Morniroli, il partito conseguì solo il 15% dei voti (contro la lista civica dell’ex sindaco leghista Uslenghi che prese il 19,11 per cento costringendo al ballottaggio gli ex alleati), una debacle persino peggiore di quella di oggi (circa il 20%), ma l’alleanza con Forza Italia fu decisiva.
Perché la Lega ha scelto questa strada? Un’ipotesi può essere questa. Che si tratti di un errore tecnico interno: in un momento in cui infuria la lotta interna tra bossiani e maroniani, agitare davanti alla base il feticcio della corsa solitaria e identitaria, è stato perfetto per accattivarsi le simpatie dei militanti ma ha portato la Lega Nord a una grossa sconfitta.

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Pubblicato il 07 Maggio 2012
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