L’ovodonazione per l’infertilità femminile
Le indicazioni di ProCrea, il centro svizzero internazionale di medicina della riproduzione

Ci sono situazioni di infertilità dove è meglio chiedere aiuto. Quando si parla di diventare genitori, rivolgersi ad un donatore o a una donatrice non è snaturare un processo, ma creare le condizioni migliori affinché una coppia possa avverare il sogno di diventare madre e padre.
“L’ovodonazione rappresenta oggi per una donna su cinque con problemi riproduttivi l’unica strada percorribile per avere un figlio”, premette Michael Jemec, specialista in Medicina della riproduzione e direttore medico del centro internazionale per la fertilità ProCrea.
“È una possibilità per ridare speranza a quante per età, problemi all’apparato riproduttivo o specifiche patologie non riescono ad avere figli in modo naturale o con le tradizionali tecniche omologhe. Tecnica di fecondazione assistita di tipo eterologo, l’ovodonazione prevede la donazione di ovociti. Questi, una volta fecondati con il seme del compagno (o, nel caso, di un donatore), vengono trasferiti nell’utero della donna per arrivare ad una gravidanza. Secondo gli ultimi dati Eshre, in Europa sono stati fatti 39.000 cicli di ovodonazione. Davanti ad un protocollo che garantisce l’anonimato di ricevente e donatrice, questa tecnica risponde a precise situazioni”.
Spiega il direttore di ProCrea: “Il programma viene avviato solamente dopo aver effettuato approfonditi esami e aver diagnosticato evidenti problemi irrisolvibili in altro modo. Si indica l’ovodonazione in situazioni di esaurimento della funzione ovarica, menopausa precoce fisiologica oppure di menopausa chirurgica, ma anche nei casi di fallimenti ripetuti con le tecniche di procreazione assistita e nelle donne affette da endometriosi avanzata”.
Non certo ultimo, “nei casi in cui la donna sia affetta da malattie genetiche trasmissibili ai figli: l’ovodonazione eviterebbe il rischio che i figli possano essere affetti della stessa malattia”.
Sottolinea Jemec: “Un problema di infertilità può essere affrontato solamente con una terapia mirata. Al fianco della coppia c’è tutta l’equipe di ProCrea; medici, biologi e genetisti, dal primo colloquio fino a dopo il transfer embrionario che viene fatto in una clinica nostra partner in Italia, camminano accanto ai futuri genitori con un obiettivo comune: dare luce a una nuova vita”.
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