Ivan Picelj da Cortesi Gallery

In mostra fino al 14 ottobre una selezione di opere dell'artista croato caposcuola del Movimento Nuove Tendenze

Arte - Mostre

Si è aperta lo scorso 14 settembre alla Cortesi Gallery di Lugano l’esposizione “The Concrete Utopia. Ivan Picelj and New Tendencies 1961-1973”, ideale prolungamento in terra elvetica dell’omonima mostra allestita lo scorso maggio nella nuova sede londinese della galleria, in Maddox Street. La sala monografica dedicata al caposcuola croato è arricchita a Lugano da una saletta dedicata ad artisti diversi, pure vicini alle Nuove Tendenze nate a Zagabria nel 1961, come ad esempio Piero Dorazio, Grazia Varisco ed i tedeschi Heinz Mack e Otto Piene. La mostra chiuderà il 14 ottobre.

Non è facile lasciare il segno con l’arte contemporanea, soprattutto quando si ha il coraggio e la pretesa di esplorare, come normalmente avviene in questa viuzza a due passi dal Casinò e dal lungolago sul Ceresio, i movimenti artistici europei dagli anni Sessanta ai giorni nostri. Proprio per questo va detto che la mostra di Cortesi appare pienamente riuscita nel suo intento, sia per la qualità delle opere, per il segno che lasciano nell’animo dell’osservatore, sia per il significato storico che va ad assumere il tema focalizzato sulle avanguardie artistiche della ex Jugoslavia.

La radice concettuale dei lavori esposti, come giustamente sottolineato dagli stessi galleristi, va ricercata in un tentativo di sintesi tra le esperienze del Costruttivismo russo e quelle tedesche del Bauhaus. I primi, in particolare il primo gruppo di lavoro di artisti costruttivisti nato nel 1920, teorizzarono nella Russia dell’immediato periodo postrivoluzionario la morte dell’ ‘arte da museo’ ed ipotizzarono una produzione artistica che doveva smettere di essere rappresentazione, per divenire costruzione, oggetto dove la forma e la funzione dovevano diventare la stessa cosa. Dall’altra parte la scuola di arte applicata ed architettura nata a Weimar nel 1919 ad opera di Walter Gropius doveva lasciare il segno soprattutto per il recupero della dimensione artigianale dell’arte o, laddove non più possibile, nella valorizzazione della dimensione artistica della produzione industriale.
Nei lavori di Picelj esposti a Lugano, in effetti, l’influenza del Bauhaus è evidente.

Nato nel 1924, Ivan Picelj ha studiato per tre anni all’Accademia di Belle Arti di Zagabria ma ha infine abbandonato gli studi per divenire un libero artista dai molteplici interessi: dalla pittura alla scultura, alla grafica ed al design. Politicamente schierato, nella Jugoslavia dei primi anni Cinquanta fonda, con un gruppo di architetti e pittori, il gruppo Exat 51, ispirato ai movimenti artistici dei quali si è detto.
La consacrazione internazionale arriva però nel 1959, quando espone nella mostra “Bakić, Picelj, Srnec”, allestita presso la Galleria Denise René di Parigi, sede espositiva che resterà il suo riferimento Oltralpe fin oltre la morte avvenuta nel 2011.
All’inizio degli anni Sessanta, come detto, Picelj sarà uno dei principali ispiratori e fondatori del Movimento Nuove Tendenze, nato a Zagabria nel 1961, lavoro questo che sarà fruttuoso di nuove e prestigiose collaborazioni, come quella con la Galleria Howard Wise di New York, la Galleria Baruch di Chicago e quella del Cavallino di Venezia.

Attualmente lavori di Picelj fanno parte delle collezioni del MoMA, del Victoria e Albert Museum di Londra e del Centro Pompidou.
Il Museo d’Arte Contemporanea di Zagabria ospita da qualche anno, dopo la donazione della figlia Anja, l’archivio e la biblioteca dell’artista.

 

“The Concrete Utopia. Ivan Picelj and New Tendencies 1961-1973”
Cortesi Gallery
Via Frasca 5
Lugano
www.cortesigallery.com
Orari: dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18 , fino al 14 ottobre 2016

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Pubblicato il 23 Settembre 2016
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