È di nuovo allarme AIDS, soprattutto tra i ventenni
Il professor Grossi conferma l'aumento dei contagi soprattutto nella comunità omosessuale. L'allarme è per la superficialità dei comportamenti
Sembra di essere tornati indietro di 25 anni. L’Aids fa di nuovo paura. In effetti, la consapevolezza della pericolosità del Virus HIV c’è sempre stata ma la sensibilizzazione soprattutto tra i giovani e i giovanissimi è quasi assente.
Da anni il professor Paolo Grossi, primario della clinica di infettivologia all’ospedale di Varese, mette in guardia dai rischi di una malattia che, seppur curabile in molti casi, non ha perso la sua pericolosità: « Noi vediamo almeno un nuovo caso alla settimana – spiega il professor Grossi – La cosa davvero allarmante è che arrivano con la malattia conclamata, scoperta per caso andando a indagare altri sintomi».
Le vittime sono soprattutto giovani, in Lombardia si stima che ci siano 20.000 contagi, la regione con la più alta incidenza, con 4000 nuovi casi all’anno: « La spesa in Lombardia è di circa 200 milioni di euro ogni anno – commenta Paolo Grossi – una cifra enorme in tempi così difficili. Per questo preoccupa la mancanza di attenzione».
I nuovi contagi avvengono soprattutto nella comunità omosessuale, tra giovani ventenni che non hanno vissuto l’allarme degli anni ’90 e si sono dimenticati le pratiche virtuose di prevenzione che la stessa comunità aveva adottato risolvendo, di fatto, la minaccia grave che correvano: « Proprio la notizia della cura ha fatto abbassare la guardia – spiega il primario – Non si ha chiaro, però, che le conseguenze che provoca la malattia a volte non permettono la terapia anti AIDS. Io non capisco come questi giovani, non solo non adottino precauzioni ma non si sottopongano nemmeno a controlli, arrivando quando stanno ormai molto male, creando a noi sanitari grossi problemi nella cura e gonfiando enormemente la spesa sanitaria».
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