Expo 2015, quale sarà il ruolo degli atenei varesini?
Liuc e Insubria sono pronte a collaborare al grande evento lombardo ma ad una condizione: essere coinvolte nei progetti del comitato scientifico
Le università varesine all’Expo? Ci saranno ma solo se potranno collaborare da protagoniste. Questo è, in estrema sintesi, il messaggio lanciato dai due rettori – Renzo Dionigi dell’Insubria di Varese e Como e Andrea Taroni della Liuc di Castellanza – durante l’incontro di questa mattina all’Expo village di piazza Repubblica. Al convegno dedicato al rapporto tra il grande evento e gli atenei del territorio hanno partecipato anche Adriano Gasperi, segretario del comitato scientifico dell’Expo 2015 e Silvano Petrosino, docente di semiotica e filosofia morale dell’Università Cattolica di Milano.
Non solo Milano – «L’expo sarà un evento di enorme impatto e per questo motivo è importante che tutto il sistema regionale venga coinvolto – ha spiegato Dionigi -. Insubria e Liuc sono due università di periferia ma servono più di un milione e mezzo di persone. Dobbiamo ricordare inoltre che le nostre strutture hanno grandi competenze, in particolare in materia di alimentazione, il tema di fondo di questa manifestazione. Ma quale sarà il ruolo delle università lombarde? Che tipo di contributo scientifico dovremo dare? Come saranno finanziate le nostre ricerche? Sono domande che è giusto porre fin dall’inizio affinchè la nostra diventi una collaborazione attiva e non una semplice presenza».
Piccole università che guardano al Mondo – «Per sei mesi – ha aggiunto Taroni – avremo il mondo intero a pochi chilometri di distanza. Per i nostri atenei partecipare è molto importante. L’Expo sarà un’occasione unica per allacciare nuove relazioni, aprirsi all’internazionalizzazione, conoscere esperti e interlocutori di riferimento. Le stime parlano di 29 milioni di visitatori. Un dato da prendere seriamente in considerazione».
Il simbolo sarà la cultura – «Non ci saranno torri Eiffel e nemmeno quartieri da rivoluzionare. L’Expo 2015 avrà un solo simbolo: la cultura – ha spiegato Adriano Gasperi -. Questa manifestazione non è una fiera commerciale bensì la locomotiva dell’innovazione. Partendo da un fatto importante: quella di Milano è la prima expo dotata di un comitato scientifico inoltre si darà vita a un vero polo culturale dedicato allo sviluppo sostenibile. In tutto questo il mondo accademico non può non essere coinvolto. E sarà tutto il mondo lombardo e anche italiano».
Microprogetti, la città prende vita – Mancano ancora sette anni ma le iniziative collaterali e di preparazione all’evento sono già iniziate. «Avere un comitato scientifico che lavora sull’expo offre grandi opportunità – ha aggiunto Gasperi -. Due progetti universitari sono già stati realizzati ora la sfida è stimolare il coinvolgimento e la partecipazione dei soggetti esterni che appartengono a questo mondo. E questo compito spetterà proprio al comitato scientifico».
Expo 2015, un approccio filosofico – Stimoli per la riflessione sono arrivati da Silvano Petrosino: «La progettazione è vicina alla scienza perchè si presume che gli uomini di scienza abbiano una maggiore capacità progettuale. Ma è vero anche che in parte la progettazione chiude il futuro, lo predetermina. Penso che sia un passo importante accettare che prevedere non è tutto. La vera sfida per il futuro è quella di saper tenere un doppio atteggiamento: essere capaci di progettare ma soprattutto essere in grado di aprirsi all’avvenire, non trovarsi disorientati di fronte a quello che di nuovo potrà accadere».
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