Affrontare la crisi economica seconda Lega Nord

Venerdì scorso si è svolto a Villa Gianetti l’incontro pubblico con alcuni dei maggiori esponenti della Lega, da Regione e Provincia

Durante la serata di venerdì scorso la Lega saronnese si è trovata in Villa Gianetti per discutere col pubblico delle misure sociali messe in campo dai Comuni, dalla Provincia e dalla Regione per venire incontro alle famiglie in difficoltà e ai lavoratori.
Al tavolo sedevano il capogruppo della Lega in Consiglio Regionale Stefano Galli, vice presidente della III commissione Sanità e Assistenza, che ha illustrato le misure anti crisi che la Regione ha messo in campo per salvaguardare la nostra gente, sostituendo il senatore Giuseppe Leoni, che non ha potuto partecipare per impegni imprevisti; l’Assessore Provinciale al Lavoro e alle Politiche Giovanili Alessandro Fagioli che ha illustrato invece quali misure ha messo in campo la Provincia leghista di Varese a favore dei disoccupati della crisi Malpensa e l’Assessore Comunale di Gerenzano ai Servizi di Igiene Ambientale e Socio-Assistenziali Pierangela Vanzulli, che ha portato la propria esperienza ultradecennale nel campo del Sociale.

«La popolazione saronnese povera è in crescita – spiega a conclusione della serata Angelo Veronesi, segretario cittadino del Carroccio -. Noi siamo molto preoccupati, giacché molti dei soldi dei nostri concittadini non vengono più spesi per proteggerli dalla crisi, ma per i nuovi arrivati.
Si parla troppo spesso di aiuti agli stranieri, dimenticandosi che anche i nostri giovani, disoccupati e anziani hanno necessità simili. La nostra gente spesso non riesce ad arrivare a fine mese ed ha bisogno di aiuto per finire di pagare l’affitto. La Regione li aiuta. Molti cittadini lombardi stanno rimanendo senza lavoro a causa della crisi, che non è ancora arrivata pienamente. La Provincia sta aiutando i disoccupati della crisi di Malpensa. Siamo tutti alle prese con il non facile compito di arrivare a fine mese a causa della crisi. Perlomeno se vivessimo in una Regione Autonoma e si praticasse il Federalismo Fiscale, potremmo avere più soldi da investire per i nostri poveri e per la nostra gente. Potremmo avere la sicurezza che, almeno in Lombardia, la rete di protezione sociale funzioni al massimo delle proprie possibilità. Purtroppo però i soldi disponibili non ci sono e, se si aiutano gli ultimi arrivati, non possiamo aiutare i nostri altrettanto bisognosi. Il buon senso quindi dorrebbe dirci che non possiamo accogliere un numero sempre maggiore di disperati. Non è più possibile accogliere ulteriori poveri».

«I problemi legati all’immigrazione non sono solo economici e sociali, ma anche scolastici.
A Saronno ad esempio la percentuale di alunni stranieri raggiunge il 10% del totale degli studenti delle scuole medie inferiori – prosegue Veronesi -. E’ un numero elevatissimo che crea notevoli problemi. Se non si vuole che intere classi rimangano indietro a causa della scarsa competenza linguistica dei nuovi studenti, bisogna necessariamente investire ingenti risorse in insegnanti di sostegno. Ogni anno le risorse economiche per questa giusta causa diminuiscono, ma gli studenti stranieri aumentano vertiginosamente di numero di anno in anno. I soldi dell’istruzione non possono essere spesi tutti per aiutare gli ultimi arrivati. I soldi dell’istruzione dovrebbero invece essere spesi per migliorare la qualità delle nostre scuole e portarle a livelli europei. Se i nostri giovani non vengono istruiti ai livelli qualitativi europei, in futuro non potranno concorrere ad armi pari coi propri colleghi europei. Questo significa che loro rimarranno indietro e accederanno a un mercato del lavoro di serie B. Loro rimarranno indietro e faranno rimanere indietro tutta la Lombardia. Il rischio è quello di uscire dalla crisi più deboli di prima. La crisi invece si batte investendo risorse nei cittadini. Investire significa dare fiducia al popolo lombardo. Investire nei disoccupati che hanno perso il lavoro, nelle famiglie che non arrivano a fine mese, nelle nostre imprese che normalmente non vengono aiutate dalle Banche, nell’istruzione dei nostri giovani e nella ricerca scientifica».

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Pubblicato il 04 Marzo 2009
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