Arcumeggia è un museo, perchè non lo rinnoviamo?
Un lettore visita il "paese dipinto" con un turista americano, che rimane estasiato. Da qui un'idea per il rilancio della zona
Ho avuto occasione di recarmi ad Arcumeggia con un ospite straniero. Questi ne è rimasto meravigliosamente stupito. Innanzitutto va detto che ha molto apprezzato l’architettura rustica delle sue case, quel rustico che tanto sa di leggenda, di vita patriarcale, di antichità e di mistero. Ma lo stupore principale gli è ovviamente derivato dagli affreschi firmati da gente come Sassu, Usellini, Migneco, Carpi, De Amicis, Dova, Brindisi, Monachesi, Morelli, Salvini, Tomea, Tomiolo, Treccani e tanti altri. (Credo che le persone che hanno portato ad Arcumeggia questi nomi meritino un plauso particolare). Oggi che, anche da noi, tanto si riparla di rilancio del turismo, non sarebbe operazione culturalmente giusta (ed perfino economicamente azzeccata) continuare questa eccezionale tradizione? E’ vero che per molti politici la cultura sembra essere diventata una parola di cattivo gusto, ingrediente stucchevole di vecchi programmi amministrativi, un modo arcaico di buttar via soldi. Ma Arcumeggia è uno dei più importanti “Musei all’aperto” d’Italia, ed è veramente un peccato che questo Museo venga abbandonato. Sì, in questi anni c’è stato ancora qualche iniziativa artistica, ma l’arte nel frattempo ha camminato in tante nuove direzioni e questo “Museo” non si è mai aggiornato. Propongo una sezione di Arte Contemporanea! Se non c’è più posto sui muri posizioniamo dei pannelli e, soprattutto, invitiamo artisti che, come quelli presenti, hanno valenza nazionale. Non è tempo di spese impegnative, ma un po’ di coraggio in tal senso è ben speso!
Ringrazio il Direttore per l’accoglienza e porgo distinti saluti.
Alberto Palazzi
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